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Roma-Napoli giocata in anticipo

La sfida reparto per reparto: Alisson contro Reina, poi difesa, centrocampo e attacco. Sarà una sfida equilibrata.

Roma-Napoli giocata in anticipo

I dati

Roma-Napoli, 322 milioni contro 345. Secondo Transfermarkt, la rosa azzurra vale qualcosina in più rispetto a quella giallorossa, quindi i 6 punti (virtualmente 3, la Roma ha una partita in meno) di vantaggio in classifica sono “giustificati” in riferimento alle logiche di (calcio)mercato. Ovviamente, i dati empirici legati al calcio sono un’illusione travestita da storia vera, anzi il bello è che tutto può essere riscritto e ribaltato dal gioco. E poi, si può non essere d’accordo. Noi, effettivamente, non lo siamo. Roma e Napoli hanno due squadre dal valore assoluto simile, e proprio per questo abbiamo deciso di giocare (scrivendo) una serie di piccoli confronti per reparto alla vigilia della partita vera. Si parla di valore percepito, di momento della carriera, di adattabilità al sistema tattico. E di uno contro uno in vista di domani.

Portiere – Alisson vs Reina

C’è poco da dire: Alisson è Rafael riuscito bene. L’operazione che giusto un anno fa condusse a Roma il portiere brasiliano è l’esatta copia carbone di quella fatta nel 2013 da De Laurentiis, Bigon e Benitez. Un portiere giovane, brasiliano e fortemente considerato in patria fatto acclimatare per un anno accanto a un estremo difensore d’esperienza e poi lanciato da titolare. Manca l’infortunio grave, di mezzo, quello che ha cancellato la promettente ascesa dell’attuale terzo portiere del Napoli (solo dopo sono venute le prestazioni nefaste). Alisson, dopo le prove generali dell’anno scorso come vice-Szczesny, ora è titolare inamovibile. Reattivo, buon posizionamento, un portiere assolutamente all’altezza. Titolare della Nazionale brasiliana, che sta vivendo una splendida restaurazione tecnica. In panchina, per la Seleçao, c’è Ederson del Manchester City. Tanto per gradire.

Dall’altra parte c’è Reina, il portiere meno impegnato della Serie A. Un titolo cui lui contribuisce gestendo da leader la difesa, l’inizio di stagione è stato fondamentalmente positivo ma anche macchiato da due incertezze, una grave e una ininfluente – Kharkhiv e Ferrara. Per il resto, ordinaria amministrazione. Torna a Roma, nell’Olimpico giallorosso, sul luogo del delitto di un anno fa. Una parata sensazionale nel finale, non valse la Champions ma una vittoria bellissima e significativa. Per questioni anagrafiche, preferiamo il brasiliano della Roma. Ma la differenza è minima.

Difesa – Bruno Peres, Manolas, Fazio, Kolarov vs Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam

È qui, perdonateci, che nasce e cresce la differenza tra le due squadre. Sì, la Roma ha subito un gol in meno del Napoli e quindi ha un buonissimo reparto arretrato. La percezione della qualità complessiva, però, dice Napoli. Perché Hysaj è un difensore meno bohemien di Bruno Peres, magari meno spigliato ma decisamente più attento alla fase di recupero del pallone. Vero che la Roma in quel ruolo ha Rick Karsdorp, ma l’olandese non si è ancora visto. E domani toccherà al brasiliano ex Torino, utilizzato da Spalletti come uomo a tutta fascia in modo da esaltare la fase offensiva e prevenire problemi durante l’attacco avversario.

Al centro, Manolas vale Koulibaly, e forse il francosenegalese ha qualcosa in più. Stessa età (sei giorni di differenza), stessa impostazione (difensori di fisico più che di concetto), ma forse diversa dimensione internazionale. Perché Koulibaly ha una qualità di impostazione più elevata, gioca di più con la squadra e non è un puro terminale di marcatura. Accanto, noi per la Roma abbiamo schierato Fazio (domani in dubbio con Juan Jesus). L’argentino, esattamente come Albiol nel Napoli, rappresenta la chioccia mentale della difesa, il regista arretrato, il leader della linea. Esperienza internazionale altissima per entrambi, l’età premia l’uomo della provincia di Buenos Aires (30 a 32), ma l’importanza nel gioco di Di Francesco e Sarri è identica.

E poi, la sfida tra i due calciatori più in forma. Per ragioni di specchio non si affronteranno, ma il duello a distanza tra Kolarov e Ghoulam è uno dei più attesi. L’algerino è in rampa di lancio, per alcuni è «il miglior esterno basso d’Europa». Il serbo ha più esperienza, ha già vissuto la fase dell’hype, è tornato a Roma per sconfiggere i pregiudizi sugli ex laziali e ci sta riuscendo perfettamente. È l’uomo simbolo di questo inizio di stagione, un irrinunciabile per Di Francesco nel suo 4-3-3 verticale, perché permette di aggredire la fascia sinistra (quella di Perotti, più associativo e accentratore dei vari esterni di destra) con grande continuità.

Centrocampo – Nainggolan, De Rossi, Pellegrini Vs Allan, Jorginho, Hamsik

Il reparto di maggiore qualità della Roma, che come alternative ha Florenzi-Gonalons-Strootman – l’olandese, ovviamente, è tra le alternative in funzione del momento, perché indisponibile. Il Napoli si difende bene, tra titolari e uomini pronti a subentrare, ma domani il gioco si deciderà qui.

La differenza sostanziale tra le due linee mediane, oltreché nell’impostazione di gioco “iniziale” (la verticalità della Roma contro il gioco di possesso e posizione di Sarri), sta nella caratterizzazione degli interni. Se Allan e Hamsik sono due giocatori complementari per skills – il brasiliano è un recuperatore di palloni con buona qualità, Hamsik è una mezzala-regista con grande lettura del gioco -, Nainggolan e Pellegrini hanno invece un profilo di maggiore completezza assoluta. Il belga, convertito da Di Francesco in uomo di movimento piuttosto che incursore offensivo, sta recuperando la sua versione più puramente fisica. Paga però “pegno” allontanandosi però dall’area avversaria. L’ex Sassuolo, invece, offre al gioco giallorosso un contributo di grande versatilità, un calcio che magari è meno preciso rispetto a quello di Strootman ma più dinamico.

Al centro, sfida diretta potenzialmente esplosiva. De Rossi, uomo dai grandi tempi difensivi e dalle letture molteplici, sul lungo e sul corto; affronterà Jorginho, regista che muove palla e corpo secondo tempi veloci e sincopati. L’uno contro uno orienterà l’inerzia della partita. 

Attacco – Perotti, Dzeko, Florenzi Vs Callejon, Mertens, Insigne

Qui sembrerebbe non esserci partita, ma non è così. Intanto perché il recupero di Florenzi permette di “cancellare” le assenze giallorosse (Defrel, Scick ed El Shaarawy). E poi perché Diego Perotti rappresenta una fonte inesauribile e multiforme di gioco, per Di Francesco. L’argentino è il regista offensivo giallorosso, da lui passa la costruzione del gioco offensivo non in transizione. Come Insigne nel Napoli, solo che l’ex Siviglia e Genoa ha caratteristiche diverse, una qualità di calcio meno illuminato ma una maggiore propensione al mantenimento del possesso.

Dzeko vale Mertens, pure se la struttura fisica e le inclinazioni tecniche non potrebbero essere più differenti. Il bosniaco lavora come pivot, tiene bassa la difesa avversaria, riceve il pallone in molte zone del campo ma riesce comunque a rimanere freddissimo sottoporta.

Infine, Callejon e Florenzi. Due calciatori molto diversi, equilibratori tattici ma con diverse capacità di inserimento. Ci perdoni il ragazzo del quartiere Vitinia, che vedremmo benissimo nel Napoli come post-Hamsik, ad esempio, ma le qualità di José nella lettura del gioco offensivo sono ineguagliabili. Anche Florenzi attacca benissimo l’area, ma il gioco della Roma è diverso da quello del Napoli proprio perché non c’è un Callejon. Detto questo, anche il duello offensivo si gioca sul filo dei millesimi di punto. Partita equilibrata, come nel resto del campo. Come quella di domani, del resto.

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