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Genoa-Napoli 1976, quella volta che Savoldi diventò “Leone”

Genoa-Napoli amarcord: la squadra di Pesaola va in testa alla classifica espugnando Marassi, Savoldi è il migliore in campo dopo una settimana difficile.

Genoa-Napoli 1976, quella volta che Savoldi diventò “Leone”

1976

Il giorno dopo la vittoria in trasferta contro il Genoa, Bruno ‘Petisso’ Pesaola fu ospite in redazione del settimanale che era la Bibbia dei calciofili napoletani, Sport Sud. I giornalisti gli piazzarono davanti, su un enorme tavolo, tutti i quotidiani del lunedì che esaltavano il successo del Napoli contro i rossoblu ed aspettarono che i suoi dentoni si squarciassero in un profondo sorriso per i fotografi.

La stampa tutta aveva sottolineato la bella vittoria del Napoli a Genova, frutto di una gara gagliarda ed orgogliosa, in un acquitrino da ‘sci nautico’. Fu primo posto in classifica, finalmente gli azzurri comandavano. Invece, col ‘Petisso’, accadde l’imponderabile. L’allenatore argentino non si smosse di una virgola, nessuna esaltazione e piedi ben piantati sulla terraferma. A dirla tutta, nelle foto non appare neanche così felice o col suo tipico ghigno sornione. Addirittura nell’articolo si sottolinea come il tecnico apparisse un tantino contrariato dal coro di elogi.

Le sue dichiarazioni furono : «Sì abbiamo vinto una partita ma temo di più la “santa alleanza” delle squadre nordiste. È una cosa che è già accaduta in passato e potrebbe verificarsi anche in futuro». D’altronde Pesaola aveva ragione, era solo la terza giornata di campionato anche se la data stranamente coincideva quasi con quella della sfida di questo torneo.  24 Ottobre 1976, 41 anni fa.

Prime schermaglie

Come detto, il campionato iniziò la classica prima domenica di ottobre. I ritmi erano lenti, proprio lenti ed il calcio meno frenetico di oggi. La campagna acquisti, il sorteggio di Coppa delle Coppe (agli azzurri capita una bella gita in Norvegia col Bodoe Glimt), le amichevoli estive, la festosa accoglienza al ritorno di Pesaola sulla panchina che, in modo aspro, risponde alle polemiche dichiarazioni di Vinicio, il triplo vernissage al San Paolo col gli uruguaiani del Nacional, i rumeni del Galatzi e gli austriaci del Grazer, l’esordio nella Coppa Anglo-Italiana col Southampton e poi “Isso”, finalmente il campionato.

Si apre a Catanzaro con un pari ad occhiali, azzurri imbrigliati da Di Marzio che chiude la sua squadra a riccio ed ottiene il punticino che voleva. La prima al San Paolo è una sonante vittoria sui gialloblu del Verona, doppietta di Savoldi e La Palma, la squadra gira ed appare in netta crescita.

Tre giorni dopo, nel secondo turno delle Coppe Europee, il Napoli pareggia su rigore a Nicosia a tre minuti dalla fine evitando l’onta di una clamorosa sconfitta e Savoldi, nonostante il gol, è giudicato all’unanimità il peggiore in campo. Spettatore non pagante. Nelle parole del dopo partita appare un uomo ferito dalle critiche e promette un pronto riscatto già a Genova nella trasferta della domenica. Sarà così.

Pioggia e diluvio universale

Durante l’allenamento di rifinitura del giorno prima Pesaola riprova il tandem d’attacco Savoldi – Chiarugi e mette in disparte lo scalpitante Speggiorin. La squadra passa dal sole di Cipro al diluvio di ‘Marassi’, è una giornataccia di pioggia continua con vento a raffiche, di conseguenza il terreno di gioco è ridotto ad un pantano.

La gara sarà ricca di gol, alla fine gli azzurri si impongono per 3 a 2 con piglio autoritario ed una prestazione maiuscola. Flipper Damiani porta in vantaggio i padroni di casa con una bella incornata ma Savoldi, con una altrettanto bella capocciata, pareggia il conto a metà del primo tempo. Ci pensa poi Onofri, libero dei grifoni e commentatore Sky oggi, a fare autorete su tiro di Juliano dopo i tambureggianti attacchi del Napoli. La prima frazione di gioco si chiude sul 2 a 1 per i partenopei.

Nella ripresa Chiarugi appare trasformato, fa il diavolo a quattro e si procura un rigore. Dal dischetto ci va il piedone sinistro di “Beppe gol” e fa doppio vantaggio per il Napoli. Esultanza degli atleti in maglia azzurra ma anche dei numerosi napoletani presenti in quel di Genova sotto migliaia di ombrelli rigorosamente neri.

Vittoria di cuore

Partita in cassaforte? Nemmeno per idea. Il Genoa, Grifon d’oro, la squadra che dovrà sancire un’amicizia eterna con il Napoli sei anni più tardi di quel 1976, spinge sull’acceleratore. È una compagine che non ha campioni, anzi. I suoi top player si chiamano Rizzo (ex Fiorentina), Pruzzo, Damiani e Girardi in porta. Il resto dei giocatori ha nomi che rimandano a barzellette.

Il terzino destro si chiama Secondini, l’ala sinistra Chiappara ed il portiere di riserva Tarocco. Spingi e spingi anche Pruzzo, nel festival dei colpi di testa, di cui è maestro indiscusso, buca Carmignani per la seconda volta. Nonostante ci siano ancora 25′ minuti da giocare non succede più nulla anche se la partita continua ad essere bella e vibrante.

Vittoria di cuore, Savoldi è apparso un leone, si è battuto come poche volte nella sua carriera napoletana e a sera, alla “Domenica Sportiva”, diranno : «Savoldi e Graziani comandano la classifica cannonieri della serie A con 4 reti».

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