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Caro Reina, Lei sì che è un uomo d’amore

Lettera aperta di un tifoso al portiere del Napoli, Pepe Reina, a calciomercato finalmente chiuso

Caro Reina, Lei sì che è un uomo d’amore

Caro Reina (se così posso dire), desidero ringraziarla pubblicamente, e con me quei pochi o tanti tifosi, perché ancora una volta ho molto apprezzato il suo attaccamento a Napoli, oltre che al Napoli. In più di un’occasione, ad onor del vero, Lei ha dato prova di sentire come “sua” la nostra città che, inutile nasconderlo, è in perenne equilibrio tra luci ed ombre, tra il bene ed il male. Una città non facile, estrema direi, in ogni caso.

Purtroppo il calcio moderno è un luogo solo apparentemente fatto di sentimenti, dove tutti baciano tutto. Ma, a telecamere spente, ognuno pensa ai propri interessi, nel bene e nel male, con buona pace dei tifosi, il cosiddetto “pubblico pagante” , che prova incessantemente ad acquistare solo semplici emozioni, e nulla più. In molti in città speravamo nell’esito positivo della sua vicenda, così come alla fine è stato, tuttavia un epilogo diverso, ne sono certo, per tutta una serie di intuibili considerazioni, non avrebbe in alcun modo compromesso la sua immagine, né destato sentimenti ostili nei suoi confronti.

Certo, in molti penseranno che Lei sia rimasto esclusivamente perché c’era un contratto senza clausola (guarda caso) che l’obbligava a restare ma, molto modestamente io penso che, in un mondo dove girano cifre iperboliche, fior di avvocati e certificati medici come se piovesse, se realmente avesse voluto lasciare il Napoli (e Napoli), un accordo conveniente ad ambo le parti si sarebbe trovato. Ma Lei non è un uomo da “certificati medici”, non è nella sua indole, al contrario di tanti suoi colleghi. Per Lei, infatti, è stato creato un neologismo:”ommità”, cioè l’essere “uomo” al massimo livello.

In ultimo, ma non ultimo, desidero ringraziarla apertamente per la grande umanità ed empatia che spesso manifesta nei confronti di noi tifosi “anonimi”. Da ultimo lo splendido gesto nei confronti di Donatella e dei tanti parenti e amici così duramente provati dalla sua prematura scomparsa, sono gesti che lasciano il segno, forse più delle belle parate a cui ci ha abituati. Forse avremo una tifosa in meno al San Paolo, ma certamente una stella in più in cielo.

Concludo questa lettera dicendole che personalmente sono molto orgoglioso (oltre che tranquillo) di sapere che c’è una persona come Lei, un uomo d’amore (per citare il Professor Bellavista), che indossa un paio di guantoni ogni santa domenica e “difende la città”.

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