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Milik sfortunato ma era un pesce fuor d’acqua in questo Napoli

Senza di lui il Napoli è cambiato. Al suo ritorno, si è visto che non era più il centravanti adatto a questo Napoli. Meglio la soluzione interna

Milik sfortunato ma era un pesce fuor d’acqua in questo Napoli

Napoli pigro contro la Spal

Pigro. Definito sul dizionario italiano come aggettivo che “rivela inerzia, svogliatezza o lentezza, per lo più associate a indolenza o indecisione, nel fare quanto dovrebbe”.

Ecco, il Napoli mi è sembrato pigro proprio come da definizione.

Eppure su queste pagine lo avevamo già scritto appena 10 giorni fa: “…quindi bene farà Sarri a rimuovere quella patina di pigrizia mentale che può insinuarsi nelle squadre che si sentono troppo forti, convincendole che poi tutto arrivi di conseguenza. Essere consapevoli della propria forza è una cosa, pensare che poi alla fine si vinca solo perché si ha più qualità è un’altra.”

Il Napoli è sembrato ricascarci, però…

La Spal gioca bene al calcio

Però la Spal è una squadra che gioca abbastanza bene al calcio. Basta rivedere come aveva già messo in difficoltà la Lazio, pareggiando a Roma, e poi Inter e Milan, pur perdendo. E come la squadra di Semplici abbia mostrato di possedere coraggio ed individualità tali da rendere le cose complicate a chi non la affronti con il piglio dovuto.

Dell’approccio e delle tattiche messe in campo dalle squadre avversarie per cercare di fermare il Napoli si è già scritto tanto. Però fortunatamente la risposta alle tante domande sulla capacità degli azzurri di vincere soffrendo sta arrivando ormai con cadenza settimanale.

Ciò nonostante il Napoli ha rischiato la brutta figura e da ora in poi, anche alla luce dell’infortunio di Milik, la concentrazione dovrà tornare ad essere feroce. E soprattutto costante dal primo all’ultimo minuto.

Il doloroso infortunio di Milik

Il gruppo appare unito. Le mani nei capelli di Mertens nel momento in cui Milik si è accasciato a terra, gli abbracci dopo i gol, la felicità di Ghoulam (un calciatore in attesa di rinnovo, non dimentichiamolo) dopo la rete decisiva, sono i segni di un ambiente compatto.

Il doloroso infortunio all’attaccante polacco rischia però di riaprire la discussione sulla mancanza tra gli azzurri di un terzo centravanti. Il Napoli, come gran parte delle squadre di Serie A che giocano con un’unica punta centrale, ne ha prevista solo una di rincalzo, almeno di un certo livello.

Appare senza senso che qualcuno torni a ricordare che il Napoli aveva sotto contratto fino al mese scorso Duvan Zapata e Pavoletti. E che un tempo in squadra c’era un certo Gabbiadini (che comunque non è una punta centrale).

Allenatore e società hanno stabilito a suo tempo che si trattava di attaccanti poco adatti al gioco della squadra. Amen.

Non è il centravanti ideale per questa squadra

Piuttosto il dubbio (nato già prima dell’infortunio di sabato) è quanto l’evoluzione del Napoli abbia messo in crisi alcuni calciatori che non sono cresciuti con la stessa velocità della squadra.

Mi riferisco proprio ad Arkadiusz Milik, atteso fino all’esplosione di Dries Mertens come il salvatore della patria e divenuto, con la sua assenza iniziata durante l’autunno nero del 2016, l’unico alibi per giustificare la serie negativa di risultati. Serie negativa che aveva invece, come si è poi compreso successivamente, altre origini ed altre cause.

Purtroppo proprio durante la sua convalescenza, ed in particolare da quando il Napoli da dicembre 2016 in poi si è ricompattato e ha cominciato a crescere ed evolversi a velocità straordinaria, si poteva e si doveva iniziare a riflettere sul fatto che forse Milik non è il tipo di centravanti più adatto a mettere in porta l’infinità di palle gol create dalla squadra.

La prova è stata poi la serie di gol sbagliati dal centravanti polacco dopo il suo rientro, inizialmente giustificabili con il reinserimento negli schemi, ma poi sempre meno comprensibili, come le due occasioni non sfruttate contro la Spal.

Milik è un ragazzo sfortunato, buon giocatore ed ottimo attaccante. Ma è molto, forse troppo, diverso da Mertens, il tipo di attaccante più adeguato a finalizzare il gioco del Napoli attuale, forse anche più del miglior Higuain.

Meglio una soluzione interna

Quindi attenzione a chi potrebbe eventualmente essere la riserva di Mertens durante questo scorcio di stagione. La soluzione interna, per quanto obbligata, potrebbe essere l’uovo di Colombo in una squadra che ha interiorizzato meccanismi offensivi complessi.

Meccanismi offensivi che potrebbero invece essere indigesti per chi, inserendosi dall’esterno, dovesse farli propri in poco tempo.

Spero solo che questa situazione non intacchi il delicato equilibrio psicologico della squadra ed in particolare di Maurizio Sarri. Mi auguro che non si ripeta quanto accaduto nell’ottobre da incubo dello scorso anno. Credo però che l’esperienza acquisita dall’allenatore, unita alla crescita e alla consapevolezza della squadra, senza trascurare la tranquillità dell’essere in testa alla classifica, consentano a Sarri di mantenere la lucidità necessaria per gestire questo duro colpo. Rispetto allo scorso anno il centravanti titolare è integro e probabilmente la perdita sarà meglio assorbita dalla squadra.

Martedì sera avremo la prima controprova.

In attesa che ancora una volta Sarri tiri fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro.

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