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La “Gatta Cenerentola” non è solo un bel film, è un grande lavoro di tecnica

Stile grafico spigoloso, alla Jamie Hewlett. La computer grafica non è troppo pesante o invadente. Splendida la trovata degli ologrammi

La “Gatta Cenerentola” non è solo un bel film, è un grande lavoro di tecnica

Ero andato al cinema con l’idea di vedere un bel film. Mi sono ritrovato invece a osservare un grandissimo lavoro tecnico oltre che a un film molto piacevole, scorrevole e pieno di spunti di riflessione. Ormai, per deformazione professionale, tendo a non godermi più semplicemente un’opera che vedo su schermo. Smonto, elaboro e analizzo quello che vedo a livello tecnico, per quanto mi è consentito dalle mie capacità e conoscenze.

Guardando le prime immagini del film avevo notato come fosse basso il frame rate (numero di fotogrammi per secondo) del film. Un po’, devo ammettere, mi aveva preoccupato. Guardando il film tutti i miei timori si sono dissipati. Il frame rate non mi ha minimamente distratto e la visione è sempre stata scorrevole e molto chiara. C’è stata un’unica occasione in cui, a mio parere, quello che stava succedendo non è stato rappresentato in maniera molto chiara. Proverò a fare meno spoiler possibile: verso la fine del film, lo scontro con le sei sorelle.

Lo studio e la realizzazione dei personaggi e delle ambientazioni sono tra i maggiori punti forti di questa pellicola. Gli autori sono riusciti a creare un mondo vivo, vero, credibile, popolato da personaggi molto ben caratterizzati. Oltre che a livello grafico e visivo, la grande caratterizzazione viene data da una sceneggiatura molto ben scritta, che riesce a dare corpo e anima anche ai personaggi minori.

Massimiliano Gallo si mangia il film

Aiutati da grandi interpretazioni dei doppiatori tutti, che sono riusciti a rendere credibili i vari Luigi, James, Barbara. Passando per Primo, Vittorio Basile fino ad arrivare a una grandissima Maria Pia Calzone nel ruolo di Angelica. Non me ne vogliano gli altri ma Massimiliano Gallo si mangia il film. Semplicemente straordinaria la sua interpretazione e il suo personaggio. Vivo nella convinzione che più sia scritto bene un cattivo, tanto più sarà ben riuscito il prodotto. Salvatore Lo Giusto è un grandissimo stronzo e non riesci a non farti catturare dal suo carisma.

Stile spigoloso

Per quanto riguarda il puro aspetto grafico, lo stile è molto spigoloso, mi ha ricordato, in alcuni aspetti Jamie Hewlett (i più potrebbero conoscerlo per i Gorillaz). La computer grafica non è troppo pesante o invadente, viene compensata molto bene dal disegno e dal colore, che la rendono meno fredda e più “fresca”, con un effetto che l’avvicina a un disegno manuale e non digitale. Linee che sembrano quasi a matita e colori pennellati per dare la giusta tridimensionalità ai personaggi, soprattutto con un uso perfetto delle luci e ombre.

La scelta della palette di colore è indovinata, aiuta enormemente nel rendere a pieno la giusta atmosfera delle ambientazioni, dai colori neon del night “Asso di Bastoni”, alle luci notturne della metropoli che è diventata Napoli, fino ad arrivare ai colori più tetri nelle viscere della nave dove tutto è ambientato.

La regia

La regia è un altro dei punti forti di questa produzione e non è una sorpresa. La cosa che più mi è piaciuta è come sono stati integrati a livello narrativo/visivo gli ologrammi. Grande espediente nel portare avanti la storia e veramente ben amalgamati a livello registico.

La colonna sonora è il terzo punto di forza di questo film. Le canzoni hanno dei testi veramente molto ben scritti e interpretati magnificamente. Hanno dato una maggiore spinta emotiva a tutto il film.

Un ultimo pensiero al corto che precede il film. Mi è piaciuto moltissimo. Mi è sembrato molto “Miyazakiano”, con alcuni elementi che mi hanno ricordato i capolavori dello Studio Ghibli.

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