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Celle negli stadi in caso di violenza, norme anti bagarinaggio e Daspo fino a 5 anni

Il Messaggero anticipa le proposte che farà la Commissione parlamentare antimafia e che potrebbero diventare oggetto di un decreto legge

Celle negli stadi in caso di violenza, norme anti bagarinaggio e Daspo fino a 5 anni

Le proposte della commissione Antimafia

Con l’audizione del ministro Luca Lotti, la commissione parlamentare antimafia (quella che secondo il direttore generale Federcalcio si sarebbe dovuta occupare d’altro) ha completato il lavoro di sei mesi cominciato con l’audizione di Andrea Agnelli e proseguito con altri presidenti di club di serie A e altre rappresentanti delle istituzioni calcistiche.

Dopodiché – anticipa il Messaggero di oggi – la commissione presenterà un pacchetto di proposte che potranno diventare oggetto di un decreto legge oppure di una serie di emendamenti alla legge di stabilità.

Fino a cinque anni di Daspo

Innanzitutto stop al bagarinaggio. Sarà proposta “la figura di reato autonomo con sanzioni pecuniarie che possono arrivare fino a 300mila euro”. Saranno previste anche celle negli stadi per casi di violenza e arresti in flagranza di reato, “con la polizia che sarà chiamata subito a visionare i filmati per dare il via a processi per direttissima. Sarà ampliato il Daspo – fino a cinque anni – per le frange estremiste dei tifosi. Basta con le curve in mano ai pregiudicati”, scrive il quotidiano romano. La Commissione chiederà anche l’inasprimento delle pene per i rapporti tra i calciatori e il tifo legato alla criminalità organizzata.

Calcioscommesse

Sarà vietato scommettere sulle partite della Lega Pro e del calcio dilettantistico. Sarà necessaria una certificazione antimafia ad ogni trasferimento di quote societarie anche sotto la quota del 10%. Inoltre si punterà anche sul tema del riciclaggio: si introdurrà una normativa più stringente per avere chiarezza sulla compravendita dei calciatori.

L’input di cambiare registro è arrivato da tutte le forze parlamentari, dall’Associazione dei calciatori e dai presidenti di società. Le società avranno un ruolo importante. Conclude Il Messaggero: «La Juve – chiamata in causa anche dall’inchiesta torinese “Al- to Piemonte” sui rapporti tra l’esponente della famiglia ndranghetista Rocco Dominello e alcuni dirigenti – ha risposto impedendo il cambio nome sui biglietti per evitare la compravendita dei tagliandi».

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