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Napoli-Nizza preview: come gli azzurri possono fare male ai rossoneri di Favre

Appunti tattici dalle ultime partite del Nizza: gli avversari del Napoli nel playoff Champions soffrono molte situazioni in fase difensiva.

Napoli-Nizza preview: come gli azzurri possono fare male ai rossoneri di Favre

La paura del Napoli

Napoli-Nizza rientra in quella categoria di partite cui il Napoli deve approcciare con circospezione, con attenzione. La forza degli avversari è subdola, si nasconde tra le pieghe di una superiorità tecnica evidente (che arride alla squadra di Sarri) e potrebbe venir fuori nei classici momenti in cui gli azzurri staccano, più o meno consapevolmente, la spina dei pensieri e della concentrazione. Insomma, la sfida con i francesi non è una trappola, ma un ostacolo lungo i 110 metri. Si vede, sai che c’è, ma il salto deve essere preparato bene, va studiato, allenato. Ci deve essere coscienza del proprio corpo, che in questo caso è la grande qualità del Napoli; e poi devi sapere come fare perché quel tuo stesso corpo possa dirigersi al meglio verso il salto, quindi l’ostacolo va tastato, conosciuto, rivisto.

Ecco, questo nostro pezzo serve proprio a capire (farci capire e farvi vedere) come e dove il Napoli può attaccare questo ostacolo. Non le peculiarità tattiche della squadra di Favre, parleremo anche di quelle nei prossimi giorni, ma i punti in cui è facilmente attaccabile.

Dati e immagini

Le prime due giornate di Ligue 1 individuano il Nizza come squadra di costruzione assoluta. I ragazzi di Favre sono secondi in Ligue 1 per passaggi effettuati, 703,5 per match. Per capire le differenze, basti pensare che il Monaco campione in carica non arriva a 500 (492). Questo vuol dire che è una squadra che vuole giocare a calcio sempre, in ogni circostanza e in ogni occasione. Gran parte di questa mole di azioni si sviluppa nella metà campo avversaria (solo il 18% delle giocate avviene nel terzo di campo difensivo), quindi vuol dire che il Nizza si schiera con un baricentro molto alto.

Favre ha operato lo stesso percorso mentale di Sarri (che poi è comune a tutti gli allenatori): leggo le potenzialità della mia squadra e la schiero di conseguenza. La forza del Nizza è tutta sbilanciata verso i calciatori d’attacco e gli uomini di possesso. Cercare di tenere il pallone il più possibile e difendere in una zona alta di campo serve a mascherare i limiti di una difesa non trascendentale e per esprimere il talento a disposizione. Ovviamente, questa scelta espone a dei rischi, a degli scompensi. Soprattutto quando le persone teoricamente deputate a coprire non hanno l’elasticità tattica e mentale, ma anche semplicemente le doti per supportare un sistema del genere. Sotto, il primo gol concesso al Troyes nella partita di venerdì sera.

I tre tocchi di Nivet, la copertura di Dante

In questa situazione di gioco, Nivet trova Niane in profondità saltando il centrocampo e sorprendendo completamente la difesa. Ma non è neanche questo, il punto: il centrocampista del Troyes riceve il pallone e non ha calciatori del Nizza a pressarlo, la squadra di Favre non copre sul portatore nonostante ci siano almeno sei uomini (solo quelli inquadrati) dietro la linea del pallone. La linea difensiva è slegata dal centrocampo, non scappa all’indietro (se non in ritardo) e tantomeno abbozza il fuorigioco.

Anche se il lancio lungo e l’inserimento di taglio centrale non rientrano pienamente nel repertorio del Napoli, immaginate Jorginho o Hamsik al posto di Nivet e Callejon che scatta in questo modo alle spalle di un difensore fragile come questo Dante. La squadra di Sarri ha una manovra più articolata di quella del Troyes, ha un gioco meno verticale, ma l’idea di poter muovere così una linea difensiva senza alcun tipo di supporto centrale è particolarmente allettante.

Quattro uomini del Troyes contro sei del Nizza

Gli stessi scompensi si notano anche in fase di difesa posizionale. Questa è la prima situazione, ce ne saranno altre due molto simili. La linea a quattro è schierata secondo l’idea della zona classica, tutta spostata verso la zona in cui gli avversari stanno giocando il pallone. L’errore di lettura è dei centrali e dei centrocampisti a rimorchio: non c’è copertura sul pallone messo a centro area, Niane ha tutto il tempo di prendere posizione e girare di petto verso Khaoui. Che, a sua volta, non ha schermo d’opposizione (se non in ritardo) e non viene aggredito (se non in ritardo) da un Seri. Il centrocampista ivoriano non ha urgenza di rimanere fuori area (i centrocampisti del Troyes non hanno seguito l’azione). Tanto che l’autore del gol ha il tempo di stoppare il pallone, farlo scendere e poi calciare verso la porta.

Il Napoli è solito costruire azioni molto simili proprio sulla sua fascia sinistra, triangolo Hamsik-Ghoulam-Insigne e palla interna per il centravanti, per una sponda o un tentativo di conclusione. Altro materiale utile.

Dalla partita Nizza-Saint-Etienne

Altro errore doppio, tra pressing male organizzato e pessima difesa posizionale. Il gol del Saint-Etienne nasce da una semplice verticalizzazione tra un calciatore in posizione di mediano e uno in posizione di trequartista. Il Nizza asseconda la sua vocazione offensiva con una linea da quattro oltre il centrocampo, solo che la difesa non sale abbastanza a supporto e così Hamouma può tagliare in diagonale senza ricevere opposizione da un mediano. La linea a quattro, a quel punto, scappa all’indietro ma è troppo piatta e si fa infilare facilmente da un passaggio elementare tra due calciatori. Dante, in questo caso, sembra il meno reattivo ma è sostanzialmente privo di colpa. In quella circostanza, la prima idea di un centrale difensivo è quella di correre verso la propria porta, ma Tannane legge bene il posizionamento a centro area e gli toglie la possibilità di intervenire con un intelligente assist a rimorchio.

Questa è decisamente una giocata che fa parte del corredo genetico del Napoli: palla in verticale negli spazi di mezzo, progressione centrale, apertura sull’esterno e chiusura tra centravanti ed esterno opposto. Non c’è bisogno di andare a recuperare esempi di reti costruite in questo modo dai ragazzi di Sarri.

Movimenti familiari

Questa azione non ha bisogno di commenti, basta scrivere: Hamsik-Insigne (Ghoulam)-Callejon. Possiamo andare verso le conclusioni che sono abbastanza semplici. Dal punto di vista difensivo, il Nizza è una squadra (ancora) approssimativa, (facilmente) attaccabile e che lascia ampi spazi alla costruzione della manovra offensiva. Come abbiamo spiegato sopra, si tratta di atteggiamento necessario alla squadra di Favre, che costa uno sbilanciamento importante verso la fase offensiva. Ci viene da dire che il Nizza è un Napoli con qualità di copertura decisamente più basse. Analizzeremo anche l’attacco, ma per il momento abbiamo capito perché per Napoli-Nizza, l’avversario più forte da sconfiggere per gli uomini di Sarri – almeno primariamente – è soprattutto il Napoli.

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