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Sabatini: «Scudetto al Napoli, il nostro calcio vive in un sistema informativo drogato»

L’intervista di Walter Sabatini al Corriere dello Sport: «Nessuna squadra italiana ha la forza economica per acquistare top player».

Sabatini: «Scudetto al Napoli, il nostro calcio vive in un sistema informativo drogato»

L’intervista al Corriere dello Sport

Mai banale, Walter Sabatini. Dirigente di grande narrativa, di grandi risultati, ora è coordinatore tecnico di Inter e Suning. Uomo mercato, per dirla breve e più facilmente. Proprio in virtù di questo ruolo, luglio per lui è il mese più difficile. Il mese in cui «hai la sensazione di poter fare sempre meglio. Come quando sei in classe, a fare il compito di matematica o la versione di latino e mancano cinque minuti al suono della campanella». Eppure, «il ruolo più importante in una squadra è sempre l’allenatore. Lui è la vera guida, il vero psicologo. Con lo sguardo cambia gli stati d’animo di un giocatore o di una squadra».

Calciatori che hanno segnato Walter Sabatini, in bene e in male. Due nomi non banali, come nel suo stile: «Fabian O’Neill era un fenomeno sovrannaturale che si è fatto inghiottire dal suo disagio. Paolo Sollier, invece, era intelligenza in campo e fuori».

Passato, presente, futuro

Il rapporto di Sabatini con i suoi datori di lavoro, i presidenti: «Ho avuto quello padrone, il mangia-allenatori, il proprietario assoluto. Gaucci, Zamparini, Lotito. Mi trovo bene in un rapporto conflittuale. Anche perché a volte quando sei costretto a comunicare molto, ti viene chiesto un resoconto che io non saprei fare nemmeno con me stesso. La relazione diventa complicata con una proprietà straniera. Con Pallotta? Per un po’ ci siamo inferfacciati bene, poi ho creduto che la Roma potesse essere la mia. C’era troppo amore da parte mia, non sono riuscito a condividere questo sentimento con Pallotta».

Bonucci e Totti: «Il trasferimento di Bonucci è sorprendente. Per me era un giocatore istituzionale della Juventus, ma è una cosa comprensibile nel calcio di oggi. Totti deve trovare la forza di accantonare il passato e accettare l’idea che ci sia altro per lui. Non sarà molto facile. Lui ha una voglia quasi adolescenziale di giocare ancora».

Ora, l’Inter: «Per tornare grandi servirà orgoglio di appartenenza, ma il nostro mercato sarà molto difficile. Siamo all’interno di una bolla speculativa, quando un club vuole pagare una clausola da 220 milioni si produce un effetto che droga tutti i prezzi. Inter-Kroos? Una balla».

I top player e il Napoli

Dopo Kroos, domanda necessaria: perché certi top player non vengono più in Italia? Risposta sabatiniana: «Nessuna italiana ha questo tipo di forza economica. Nel nostro sistema ci sono troppe persone, è una sorta di caravanserraglio in cui tutti cercano il loro strapuntino. Approfittando di un sistema informativo drogato, molte persone sgomitano senza titolo per ritagliarsi un ruolo».

Chi vincerà lo scudetto? «Il Napoli». Secco, deciso, preciso.

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