Paura dei fischi di Napoli, de Magistris non va in piazza Plebiscito. Cerimonia per Maradona a Palazzo San Giacomo

Il sindaco ha capito che sarebbe andato incontro a una brutta figura, sarebbero stati i primi fischi da sindaco di Napoli. La corda della napoletanità si è spezzata

De Magistris

Troppo alto il rischio

Un po’ di fiuto politico gli è rimasto. Del resto, nessuno – almeno tra quelli a lui non pregiudizialmente ostili – glielo ha mai negato. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha capito che questa sera in piazza del Plebiscito avrebbe corso il rischio di ricevere i primi fischi pubblici da sindaco di Napoli. Oltre a quello di constatare il flop delle presenze. E ha spostato la cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria a Diego Armando Maradona a Palazzo San Giacomo. Alle ore 20. Poi, al Plebiscito, andrà in scena lo show che era stato organizzato con e grazie ad Alessandro Siani. A meno che il programma non cambi ancora.

La fine della rivoluzione permanente

Non sappiamo come commentare questo dietrofront. Luigi de Magistris si è fermato a un passo dalla figuraccia. Eravamo stati facili profeti sul Napolista con Jim Catanzaro (ed evidentemente il sindaco lo ha letto). Negli ultimi mesi, qualcuno dirà dal primo giorno della sua sindacatura, il sindaco ha abusato di questo vago concetto di napoletanità. Probabilmente in mancanza di progetti reali, de Magistris ha spinto sull’acceleratore della rivoluzione permanente non si capisce contro chi e contro cosa. Ha continuato ad alimentare questa sensazione di arroccamento che a nostro avviso storicamente non appartiene a Napoli città del Mediterraneo da sempre crocevia di culture diverse. Napoli è la città dell’accoglienza e dell’apertura per eccellenza. Non dell’arroccamento né dell’autoghettizzazione. Buona per l’oleografia macchiettistica ma che diffama la storia della città.

Il punto più basso, come con la legge Severino

Una considerevole fetta di Napoli aveva compreso il senso dell’operazione. Accreditarsi facendo leva sull’amore di Napoli per Maradona. Persino Diego ieri, in conferenza stampa, ha ribadito che lui è cittadino di Napoli dal primo giorno della sua permanenza in città. Non ci dilunghiamo oltre. Né tocca a noi intonare canti funebri. Tanto più che già una volta, durante la scorsa consiliatura, de Magistris si è ripreso quando sembrava spacciato. Allora si inventò il sindaco di strada dopo essere stato appiedato dalla legge Severino. Stavolta non sappiamo come andrà a finire. Di certo, la corda della napoletanità si è spezzata. La città non è in lotta contro nulla. I cittadini desiderano quei servizi che desiderano anche a Gorizia e a Siracusa. Questo si chiede a un sindaco. Nulla di più, nulla di meno.

Correlate