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Sponsor in fuga e stipendi tagliati: la pallanuoto è senza soldi

La crisi è di sistema, coinvolge persino la Pro Recco. A Napoli l’attenzione è rivolta più al burraco che allo sport. Gli atleti emigrano in Ungheria

Sponsor in fuga e stipendi tagliati: la pallanuoto è senza soldi

Si va in Ungheria

Bambole non c’è una lira. Fred Buscaglione, se fosse ancora tra di noi, potrebbe rendere meglio di tutti il momento della pallanuoto. Bella, bellissima in acqua, a conferma di una vocazione che il tempo non ha scalfito, ma povera in canna, senza più sponsor perché i suoi ascolti non tirano, e, quindi, incapace di rattoppare un bilancio decente. Agli atleti meglio pagati si propongono tagli di stipendio che sfiorano la metà delle cifre pattuite. O bere o affogare: qualcuno resiste, la maggioranza passa la mano. La nuova mecca è l’Ungheria, ma tutti i paesi dell’est non se la passano male come prima. Tranne, forse, il Montenegro ricco di talenti ma povero di risorse economiche.

Anche Recco in crisi

La crisi italiana è globale, coinvolge perfino la Pro Recco a causa del progressivo distacco del padre padrone Volpi, e investe anche Brescia e Verona le altre due corazzate non più invincibili. Come ha dimostrato la superba Canottieri Napoli di Paolo Zizza, Poppi Tartaro, Mario Morelli e Enzo Massa che, con una squadra tutta italiana composta in prevalenza da ragazzini di primo pelo (quindici-max venti anni) si è presa il lusso di scalzare i veronesi dal terzo posto guadagnando l’accesso diretto alla Coppa dei Campioni.

Un successo straordinario, oltre che strameritato, che ha concluso magistralmente un lavoro di scouting e tecnico durato dodici anni e portato avanti con una tenacia e una competenza che alla lunga sono stati premiati. La città, una volta tanto, ha reagito bene e l’impresa ha anche “pagato” mediaticamente con titoli roboanti e una attenzione che da anni non si ricordava così intensa.

Le conseguenze per Napoli

Tutto questo, però, potrebbe anche non essere sufficiente: le tre squadre napoletane – Canottieri, Posillipo e Acquachiara – rischiano di perdere i pezzi migliori e, quel che è peggio, le difese immunitarie dei club, più propensi al torneo di burraco che al campionato di pallanuoto, si stanno notevolmente affievolendo anche per l’impreparazione dei dirigenti. Il caso più clamoroso, a questo proposito, sono le dimissioni di Mario Morelli che, come abbiamo detto, ha il merito di aver pilotato il clamoroso work in progress dall’anonimato alla Coppa dei Campioni passando per un numero straordinario di scudetti giovanili conquistati o da conquistare nelle prossime finali in programma in questi giorni. Succede, ma c’è ancora tempo e spazio per recuperare. Almeno lo speriamo.

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