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Da Mertens a Tonelli, la duttilità è un’altra freccia per il Napoli

Tonelli terzino, Mertens esterno di fantasia: un’analisi sulle possibilità di creare nuovi ruoli, o rispolverarne di vecchi, nell’organico del Napoli.

Da Mertens a Tonelli, la duttilità è un’altra freccia per il Napoli

Il parallelo con Football Manager

Chi mastica il Napolista e Football Manager riconosce alcune citazioni importanti. Già altre volte, in passato, abbiamo richiamato il famoso simulatore manageriale calcistico nel discorso sul Napoli. Questa volta richiamiamo una funzione che, nel gioco, è stata implementata da poco (relativamente, tre-quattro edizioni quindi stagioni): “allena per un nuovo ruolo”. Lo facciamo in riferimento alle indicazioni/dichiarazioni che arrivano da Dimaro, tra il campo di Carciato e le dichiarazioni rilasciate ieri sera da Maurizio Sarri.

Le due idee di “nuovo ruolo” per Football Manager si esprimono attraverso una funzione che permette al calciatore virtuale, col tempo, di imparare letteralmente a giocare in una certa posizione. L’adattamento è segnalato da pallini col colore del semaforo: rosso, giallo, verde, verde intenso. Fino al massimo adattamento, che si definisce “naturale”. Ovviamente, un difensore centrale avrà più difficoltà a interpretare la posizione di ala sinistra e viceversa. C’è realismo.

Lorenzo e Dries

In riferimento al Napoli e a Dimaro, questa dinamica ha due nomi e due cognomi: Lorenzo Tonelli e Dries Mertens. Del primo si è parlato in relazione al ruolo possibile di laterale destro di difesa; in riferimento al secondo, invece, si “intravedono” lavori specifici ed esercizi in allenamento come esterno sinistro d’attacco. Quello che sarebbe il suo ruolo naturale, genetico.

Ecco, partiamo proprio da Dries, da questo contro-esperimento di Sarri. Dopo il (felice) adattamento come centravanti di manovra, l’idea di Sarri potrebbe essere quella di conferire al belga una doppia dimensione. Ovvero, Mertens potrebbe contemporaneamente (alternativamente) ricoprire il ruolo di laterale mancino nel tridente oppure di centravanti, come l’abbiamo visto nell’ultima parte di questa stagione.

Ci sembra un tentativo intelligente, per due motivi concatenati: avere la possibilità di variare in corso d’opera, con un cambio di giocatori o di posizione, e per permettere a Milik un reale rientro in squadra. In ogni caso, non c’è depotenziamento del tridente o cambiamento di modulo: si potrebbe continuare con l’attacco a tre punte, quello “dei piccoli” o con il centravanti e si potrebbero ruotare i titolari con maggiore ricambio e varietà. Che Callejon sia indispensabile, è un dato di fatto incontrovertibile. Che in alcuni momenti lo spagnolo possa uscire, dando a Sarri la possibilità di creare un tridente meno equilibrato ma più fantasioso sui due lati – con Insigne (Ounas) – Milik (Mertens) – Insigne (Mertens) -, può invece essere considerata come una nuova opportunità.

A differenza dei casi da Football Manager, Mertens non dovrebbe imparare un nuovo ruolo. Dovrebbe solo riscoprire o riadattare le sue caratteristiche a una vecchia interpretazione del suo gioco. Come dire: un ritorno al passato che potrebbe significare un nuovo futuro. Del resto, le migliori partite di Milik (autunno 2016) sono arrivate proprio con Mertens schierato nella zona di campo occupata poi da Insigne per il resto dell’annata.

Tonelli

Diversa la situazione di Tonelli. Ecco, il suo sarebbe un caso più avvicinabile a quello di Football Manager. Che, ripetiamo, parte da algoritmi posizionali iniziali: un difensore può essere “bravo” a fare il centrale e, contemporaneamente, può “adattarsi a fatica” come terzino destro. È la fattispecie di Tonelli. Sarri ha spiegato come, ad Empoli, Tonelli abbia agito anche nel ruolo di esterno basso. Il lavoro in allenamento può portare a “recuperare” i rudimenti del ruolo.

Quello del “vice-Hysaj” è lo slot più incerto dell’organico del Napoli. Maggio è un calciatore non (più) affidabilissimo, Berenguer non è ancora arrivato ma comunque dovrebbe adattarsi. E sarebbe un processo lungo, perché parliamo di un calciatore straniero abituato a giocare come esterno alto. L’idea di “educare” Tonelli potrebbe servire a crearsi un’ulteriore alternativa (la terza, diciamo due e mezzo) in organico. Ci sarebbe anche Maksimovic, ma il lavoro da fare sul serbo è diverso, e riguarda la posizione di centrale difensivo.

Dal punto di vista delle caratteristiche, Tonelli sarebbe un terzino diverso rispetto a Ghoulam. Più bloccato, più statico. Più fisico, certo, con una buona tenuta nei contrasti ma una velocità di base inferiore. Le qualità nel palleggio non sono quelle dei grandi fluidificanti o degli uomini a tutta fascia, certo. Ma in ogni caso parliamo di un giocatore non completamente analfabeta.

Conclusioni

Creare nuove dinamiche all’interno dello stesso organico può portare a grandi scoperte. Ce lo dice il Napoli con Mertens, ce lo dice la Juventus con Mandzukic (da prima punta a esterno alto). Ce lo dice il Real Madrid che nel 2009 ha comprato un Cristiano Ronaldo ala pura e oggi si ritrova un attaccante, un cecchino infallibile sottoporta. Insomma, l’idea di Sarri è quella di replicare se stesso, quanto fatto con Mertens. Ma anche di copincollare un progetto di sperimentazione tecnica e tattica che ha spesso portato a grandi risultati.

È una testimonianza, l’ennesima, della forza dell’organico del Napoli. I giocatori atipici, oggi, sono una risorsa importante. Anzi, caratterizzano lo sviluppo del gioco perché permettono di spostare sul campo, in diverse posizioni, diverse caratteristiche tecniche. Succede nelle grandi squadre, succede su Football Manager. Provare a riprodurre questa dinamica anche a Napoli potrebbe essere un’idea. Che non va bocciata preventivamente, con sorrisini e analisi tipici di chi non ha mai lavorato sul campo.

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