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La corsia 3 del Circolo Posillipo dedicata a Paolo De Crescenzo

L’omaggio dei rossoverdi al tecnico che li ha resi grandi e che è recentemente scomparso. Sorprende invece il silenzio della “sua” Canottieri Napoli

La corsia 3 del Circolo Posillipo dedicata a Paolo De Crescenzo

La sua rivoluzione tecnica

Da domani sera la corsia centrale della piscina del Circolo Posillipo, la numero 3, sarà intitolata a Paolo De Crescenzo, l’allenatore dei record giustamente celebrato, soprattutto dopo la sua scomparsa però, come maestro di vita e di sport.  Chi lo ha davvero conosciuto, invece, sa che Paolo, è stato, come il suo mentore Fritz Dennerlein, sempre un po’ più avanti degli altri: in acqua ha interpretato alla perfezione il ruolo di regista della manovra d’attacco e ha reso possibile il miracolo della “piccola” Canottieri Napoli capace di contrastare, e qualche volta anche di battere, i colossi dell’est europeo.

Dalla panchina, poi, è stato autore di una significativa rivoluzione tecnica in  nome della spettacolarità del gioco: il suo settebello medaglia d’argento ai mondiali di Barcellona del 2003 era più “bello” dei rivali ungheresi e fece impennare l’audience della pallanuoto anche se perse di un’unghia (11-9), ai supplementari, per l’impossibilità di piegare la forza fisica degli avversari che fece la differenza.

Quando fu accolto da Buby Dennerlein

Un grande in tutti i sensi il “nostro” Paolo che chi scrive ha avuto il privilegio di seguire fin dall’esordio al Molosiglio: Paolo e Massimo arrivavano al Circolo con papà Armando, e Buby immediatamente intuì che quei due ragazzi avevano qualcosina in più. E così è stato. Almeno finché gli è stato concesso di lavorare senza condizionamenti. Poi qualcosa si è “rotto” e i cocci sono rimasti alla pallanuoto che difficilmente troverà un talento manageriale del valore di De Crescenzo.

Ed eccoci al dunque. Non potendo ritirare la calottina, perché Paolo ha giocato sempre e solo con la “sua” Canottieri Napoli, il Posillipo che dal 1985 lo ha avuto come allenatore infilando una serie di successi pari a quella del Recco – 9 scudetti, due Coppe dei Campioni, due coppe delle Coppe e due Coppe Italia – ha preso una decisione che fa onore al sodalizio rossoverde e rende giustizia ad un tecnico che avrebbe meritato dalla vita e dallo sport una maggiore considerazione. E qui tantissime orecchie dovrebbero “fischiare”, soprattutto quelle che sono ospitate ai piani altissimi della Federazione.

Il silenzio della Canottieri

Sorprende, invece, il silenzio della Canottieri Napoli che non è andata oltre una presenza puramente formale. Non avere l’umiltà di guardarsi indietro rende più difficile guardare avanti e al Molosiglio è già successo per Fritz, per Enzo D’Angelo, per Gigi Mannelli e per altri campioni che hanno scritto la gloriosa storia sportiva e umana della Canottieri Napoli. E qui mettiamo punto augurandoci che la cerimonia di domani sera sia celebrata con una partecipazione molto sentita e corale. Anche per evitare i commenti di Fritz e di Paolo che da lassù vedono tutto: ‘a  nuttata non passa mai.
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