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Nino D’Angelo come Gigi D’Alessio: per il San Paolo, un anno dopo, le stesse polemiche

Il Mattino: il concerto di Nino D’Angelo, in programma al San Paolo (sotto la curva B) il 24 giugno è già motivo di scontro tra Napoli e il Napoli.

Nino D’Angelo come Gigi D’Alessio: per il San Paolo, un anno dopo, le stesse polemiche

Concerti

Ci risiamo. Stessa spiaggia stesso mare, verrebbe da dire. In realtà sarebbe: stesso stadio, stesso prato. stesse polemiche. Cambia solo il cantante, da Gigi D’Alessio 2016 a Nino D’Angelo 2017. I concertoni al San Paolo sono ancora oggi motivo e fonte di scontro tra il Napoli e Napoli, quasi come se fosse obbligatorio assecondare un rapporto controverso ogni qual volta che c’è da organizzare un evento. Il timore del Napoli è fondato, verificato: come scrive e spiega Il Mattino, il manto erboso di Fuorigrotta venne devastato dalle installazioni per il concerto del cantante partenopeo. Era il 21 giugno, per due mesi e rotti il Napoli non ebbe un terreno all’altezza dei suoi impegni. E, come da accordi, è proprio il club a provvedere alla manutenzione.

Quest’anno il concerto si terrà il 24, in una porzione di stadio minore (sotto la Curva B), ma la tensione resta la stessa. Anzi, forse è pure aumentata. A causa del preliminare di Champions, che anticipa di qualche giorno l’inizio delle partite ufficiali. E fa partire la stagione col botto dell’evento decisivo, fin da subito. Come dire: una perplessità in più.

Reazioni

L’articolo su Il Mattino riporta le frasi di Alessandro Formisano, uomo marketing del Napoli: «Abbiamo partecipato a questa conferenza dei servizi (organizzata per la preparazione al concerto, ndr) e ribadito che anche in questo caso l’assessorato allo Sport abbia attribuito l’impianto senza nemmeno farcelo sapere o consultarci». Oltre a questa mancanza di “tatto istituzionale”, è una questione di tempi: «Ci tengo a precisare che Nino è un amico, con il nostro manutentore verificheremo dopo il concerto cosa fare. La stagione si aprirà molto presto con la Champions e il campionato e il terreno di gioco è fondamentale».

Tutto, secondo Il Mattino, potrebbe risolversi con una gestione migliore delle operazioni di montaggio del palco. Il più grande pericolo per l’erba del San Paolo è proprio l’installazione della struttura che ospiterà direttamente l’artista. L’anno scorso, il manto rimase senza manutenzione per una settimana. Per Vasco Rossi, qualche anno fa, bastarono quattro giorni e non ci furono danni. Insomma, senza scatenare polemiche anacronistiche (e inutili, data la natura di opera pubblica dell’impianto di Piazzale Tecchio), basterebbe che tutte le cose siano fatte con la giusta attenzione, da parte di tutti. Non servirebbero agronomi, professionisti o dichiarazioni a mezzo stampa. Basterebbe il buon senso.

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