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De Laurentiis all’Antimafia: «Mai conosciuto Genny ‘a carogna, mi aspettavo la rivoluzione da Lotti»

Il presidente del Napoli ha parlato della finale di Coppa Italia in cui venne ferito mortalmente Ciro Esposito e della legge sugli stadi

De Laurentiis all’Antimafia: «Mai conosciuto Genny ‘a carogna, mi aspettavo la rivoluzione da Lotti»
Aurelio De Laurentiis

Com’era facilmente prevedibile, l’audizione di Aurelio De Laurentiis alla commissione parlamentare antimafia non ha sortito notizie clamorose. Il presidente del Napoli ha risposto a domande sulla finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, in cui perse la vita Ciro Esposito, e ha parlato della situazione stadi in Italia.

La finale di Coppa Italia

De Laurentiis ha ribadito di non aver mai conosciuto Genny ‘a carogna che fu protagonista quella sera. Ha ricordato la tensione e l’agitazione in seguito alle notizie che si diffondevano per Ciro Esposito. «La curva del Napoli era molto agitata, si parlava di una possibile invasione di campo. Andai dal prefetto Pecoraro per sollecitare una comunicazione sulle condizioni di Ciro, per dire che non era morto. E allora la questura accompagnò Hamsik per spiegare ai tifosi lo stato delle cose».

«Abolirei la legge sugli stadi»

Ordinaria amministrazione per l’audizione di Aurelio De Laurentiis alla commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi. Il presidente del Napoli ha cavalcato uno dei suoi cavalli di battaglia: la lentezza e l’inadeguatezza del sistema Italia che non è passo con i tempi. Nella fattispecie, ha rimarcato l’inutilità della legge 91, risalente al 1981, sugli stadi: «La abolirei. Siamo ostaggio negli stadi, non possiamo fare nulla». De Laurentiis ha detto che si sarebbe aspettato di più dal ministro per lo Sport, il renziano Luca Lotti: «Pensavo ci fosse una rifondazione del calcio e invece niente. L’Italia è il paese dei compromessi, del “non si può fare”».

De Laurentiis ha sdoganato la parola cesso anche in commissione antimafia. È tornato alla sua definizione più cara dello stadio San Paolo e ha anche posto qualche domanda sui lavori del 1990 al San Paolo: «Furono 75 miliardi ed è un cesso. Mi meraviglio che nessun magistrato sia intervenuto». In realtà, qualche processo per Italia 90 c’è stato.

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