Siamo in lotta con la Roma, quindi si spera che la Roma non vinca. I complimenti ad Allegri. E ancora: Higuain, Sarri, il trentennale dello scudetto.

Ricordiamo che siamo in lotta con la Roma
La polemica sul tifare o meno Juventus domenica sera contro la Roma è poco comprensibile (come tante altre cose, del resto). Il Napoli è in lotta con la Roma per il secondo posto, per evitare i preliminari di Champions. Che oggi incutono meno timore rispetto a tre anni fa, ma è sempre meglio evitarli. Il Napoli deve vincere a Torino, impresa tutt’altro che facile visto che i granata quest’anno in casa hanno perso solo contro la Juventus. Quindi, si spera che la Roma non avanzi in classifica. Mettetela come preferite, ma la questione non si pone. Sperare che la Roma vinca è un po’ come dire che Cristiano Ronaldo farebbe panchina nella Juventus.
I complimenti ad Allegri e al suo centrocampo a due
A proposito di Juventus, vanno fatti i complimenti alla squadra e ad Allegri. L’allenatore ha forse più meriti di tutti per i risultati di questa stagione. Fino a gennaio, la Juventus era una squadra che vinceva ma senza equilibrio. Quattro sconfitte in campionato – Inter, Milan, Genoa, Fiorentina -, rapporti interni burrascosi con Bonucci in tribuna in Champions per punizione, Mandzukic scontento perché costretto alla panchina, Pjanic oggetto mezzo misterioso. Allegri ha risolto tutto. Ha lavorato per mesi e poi, per dirla alla Umberto Bossi, ha trovato la quadra: il famigerato e innominabile centrocampo a due, con doppia variante. O proprio il demonio fatto schema tattico: il 4-2-3-1, con Cuadrado, i tre là davanti e Pjanic. Oppure, come ieri, difesa a tre, Dani Alves e Alex Sandro in qualità di alfieri, centrocampo sempre a due (senza Khedira) e i soliti tre.
Va pure detto che alla ventesima giornata (dopo la sconfitta della Juventus a Firenze) il Napoli aveva sette punti di svantaggio e adesso ne ha otto. Insomma, il ritmo nel girone di ritorno è lo stesso. Così come va detto che Higuain la sua scommessa fin qui l’ha vinta. E fondamentalmente l’ha vinta anche se dovesse perdere la finale. Ha segnato tanti gol decisivi quest’anno, compresi i due in trasferta contro il Monaco in semifinale. Ha deciso il campionato ed è in finale di Champions.
Higuain ci ha guadagnato
Higuain ci ha guadagnato alla Juventus. E il Napoli è migliorato. La stagione azzurra è una stagione straordinaria da tanti punti di vista. Poco cambierebbe tra secondo e terzo posto. Ovviamente il secondo è un’altra cosa. Sarebbe un risultato storico. Perché a Napoli due secondi posti consecutivi sono un risultato storico, ogni tanto fa bene confrontarsi con la realtà. Un secondo posto che quest’anno arriverebbe con gli ottavi di Champions e la semifinale di Coppa Italia. Per noi è tanta roba, tantissima.
Poi, per quel che riguarda gli errori, soltanto Sarri, i giocatori e il presidente possono conoscere conoscere le motivazioni di qualche punto perso per strada. Soltanto loro sanno se archiviarli alla voce sfortuna, cali di concentrazione, incapacità di tenere alta la tensione, inesperienza o altro. E l’anno prossimo si capirà quanto si è lavorato sulle – poche – lacune di questa stagione.
Quest’anno, invece, si è già capito il lavoro che Sarri ha compiuto su Mertens. Sbalorditivo. Trenta gol non sono un caso. Sarri ha creato un centravanti di livello europeo. Un centravanti che ha sempre fame, mulinella le gambe come bip bip, ha movenze da ballerino e colpi chirurgici. Mertens centravanti creato da Sarri è come Diego Abatantuono trasformato in attore drammatico da Pupi Avati. È stato un colpo di classe.
Mani avanti e sguardo indietro
Chi scrive crede che il Napoli e Sarri debbano lavorare sulla tensione. Forse sono passaggi che si compiono col tempo, si cresce senza nemmeno accrogersene. Come sta capitando a Higuain. Mettere sempre le mani avanti, per chi scrive, non può essere mai la ricetta giusta. Probabilmente all’interno dello spogliatoio il messaggio trasmesso è diverso, ma sentirsi sconfitti già alla prima giornata non è il massimo della carica agonistica (eufemismo). Anche se sulla carta si è inferiori. Poi si perde, è lo sport. Nello sport si perde. Non è questo il punto.
Infine il trentennale dello scudetto. Abbiamo evitato la solita polemica sullo sguardo perennmente rivolto all’indietro. Sarebbe servita a poco. Certo, triste è triste. Ma va così. Ci ha pensato Angelo Carotenuto a metterci di buonumore.