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Ferguson: «Il calcio deve intrattenere, ma non puoi perdere pensando di aver giocato bene»

Intervista di Sir Alex Ferguson al sito della Uefa: «Ai miei tempi allo United ci si divertiva ‘finché si vinceva’; vincere 4-3 o 5-4 andava bene».

Ferguson: «Il calcio deve intrattenere, ma non puoi perdere pensando di aver giocato bene»

L’intervista al sito della Uefa

Cosa pensa Alex Ferguson sul calcio moderno. Non è una domanda, ma la presentazione della splendida intervista che lo storico manager del Manchester United ha rilasciato al sito della Uefa. Il tecnico scozzese parla del football di ieri, di oggi, quindi anche di quello di domani. Interpreta i cambiamenti che stiamo vivendo e raccontando, secondo il punto di vista di chi ha scritto la storia fino al 2013. E ora ne legge una nuova evoluzione.

Il calcio offensivo e il divertimento del pubblico: «Questo dipende molto dalla forma fisica dei calciatori. Il contropiede è diventato oggi più prominente e i campi di gioco adesso sono fantastici. Anche la tutela dei calciatori è diventata una priorità al giorno d’oggi. Molte di queste cose rendono il tutto uno spettacolo più godibile. Penso che il calcio abbia il dovere di divertire. Dobbiamo sempre ricordare che c’è un pubblico da intrattenere. Ai miei tempi allo United ci si divertiva ‘finché si vinceva’; vincere 4-3 o 5-4 andava bene. La mia ultima partita è stato un 5-5 [in casa del West Brom il 19 maggio 2013]! Non avrei potuto chiedere un risultato migliore per la mia ultima partita allo United».

Come cambia il possesso palla

«Oggi parte dalla difesa, se non addirittura dal portiere. È una modalità creata dal Barcellona di Guardiola. Quella è stata probabilmente una delle migliori squadre europee di sempre. Se hai il possesso, allora ovviamente non ce l’hanno i tuoi avversari. Quando sono stato all’Aberdeen, questa è stata una delle lezioni che ho dovuto insegnare ai calciatori. Tuttavia dobbiamo fare attenzione con le nuove generazioni a non produrre calciatori che non sappiano tagliare il campo con un passaggio, come invece sapevano fare Paul Scholes o Michael Carrick, Zinédine Zidane, Andrea Pirlo».

«Non si può perdere giocando bene»

Lezione di Ferguson sulla sconfitta. Anzi, sulla lettura delle partite in seguito ad una sconfitta: «Una delle cose che ho sempre pensato sin da quando ero un giovane allenatore, era trovare delle soluzioni. Se perdi 1-0 o 2-0, non puoi dire: “Beh, abbiamo giocato bene anche se abbiamo perso”, bisogna sempre provare il tutto per tutto».

Il discorso sul portiere

Proprio mentre Napoli discute su Reina, sulla sua dimensione tattica che pare venire prima dell’affidabilità tra i pali, Ferguson dice la sua: «Da quando è stato vietato di usare le mani nei retropassaggi, i portieri hanno dovuto abituarsi a usare i piedi. Oggi il portiere ha un ruolo fondamentale nel gioco e quando guardo giocare Manuel Neuer resto senza parole. Io avevo Fabien Barthez. Altri portieri avrebbero preferito non rischiare ma lui cercava sempre il passaggio verso un compagno. Fabien aveva qualcosa in più. Lui amava la sensazione che si provava nel toccare un pallone coi piedi. Mi ricordo che mi diceva sempre di essere più bravo come giocatore di movimento. A volte giocava nelle partitelle del venerdì prima della partita del sabato. Aveva ottimi piedi».

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