Un racconto dal futuro: il Napoli cede Dries al Manchester United e acquista di nuovo il suo vecchio centravanti. Il solito irriverente H.G. Esposito.
Allo United per 25 milioni
Dimaro, esterno giorno. Fa un caldo incredibile. Col cazzo che il caldo dei luoghi di montagna è più sopportabile. Qui, all’angolo tra la piazzetta e la strada che conduce al campo degli allenamenti, c’è la telecamera di Carlo. Sì, Carlo Alvino. Ogni anno allo stesso posto. Gronda di sudore, è ancora costretto a placare i telespettatori che lo chiamano. 2016 Higuain, 2017 Mertens. Il primo dolorosissimo, il secondo un po’ meno. Ma solo perché di mezzo non c’è la Juventus. Stavolta ci ha pensato il Manchester United a scippare il sogno. Sono bastati 500mila euro di stipendio in più, Mourinho rispetto a De Laurentiis, per portarsi a casa il belga. Al Napoli 25 milioni, prendere o lasciare. Il Napoli ha preso. Fa un caldo incredibile, qui. Non solo climaticamente.
Fuori alla salumeria della signora bionda c’è la ressa di giornalisti. Io sono qui, seduto sulla panchina che sta fuori. Il mio stagista, Nicola, è dentro a fare i panini. Suda pure lui. Alla signora bionda brillano gli occhi, almeno trenta panini da fare e così poco tempo. Aspetto la mia rosetta con carne salada, una specie di prosciutto che però è anche un carpaccio. Vedo uscire alcuni tifosi che inveiscono contro De Laurentiis. Un’altra cessione. Ancora pappone. Per pochi spiccioli, stavolta. Un altro attaccante da 30 e più gol che saluta e se ne va. Un po’ li capisco.
Arriva anche Gipo Mainardo Keynes
Si siede una vecchia conoscenza accanto a me. Si chiama Gipo Mainardo, di cognome fa Keynes, ma tutti lo chiamano Gep. Come Gambardella, la Grande Bellezza. Lui di mestiere fa l’economista, ma dà anche dritte di mercato al Napolista. Fu il primo a dare Szczesny e Yuri Berchiche in azzurro. Sono qui a Dimaro, entrambi. Secondo la leggenda, Sarri e Szczesny si vedono di notte, di nascosto, per fumare Marlboro rosse. Per queste sigarette da carbonari, Maurizio non si porta dietro neanche il drone. L’intimità della clandestinità.
Ci salutiamo, Gipo Mainardo risponde a una telefonata. Poi mi dice di seguirlo. Scendiamo a piedi, veloce, verso l’hotel del Napoli. Mi dice che De Laurentiis sta tornando da Milano. In elicottero. L’abbiamo visto svolazzare, qualche volta. Dopo l’affaire Icardi dell’anno scorso abbiamo smesso di credere ai suoi coup de théâtre. Gipo mi dice che stavolta la cosa è grossa. Non è da solo, non è neanche solo con Giuntoli. C’è un nuovo acquisto, con lui.
Lì dove lo scorso anno vedemmo Giaccherini
Arriviamo fuori all’hotel. Siamo soli. Sono tutti in sala stampa a raccontare della contestazione per la cessione di Mertens. Neanche Milik che segna almeno tre gol per partitella riesce a calmare gli animi. L’eliporto è distante, c’è un’automobile coi vetri oscurati. Si distingue poco, perché ci mettiamo in un punto dove si può guardare dentro senza dare troppo nell’occhio. Un po’ dove vedemmo arrivare Giaccherini l’anno scorso. Se mi ha portato qui a vedere un Giaccherini-bis gli do un calcio sulle gengive, a Gipo. Ho lasciato Nicola da solo con il mio panino. Un’imprudenza. Mi piango la mia carne salada.
Dall’auto scende De Laurentiis. Maniche di camicia, giacca in mano, sembra incazzatissimo. Poi sorride. Scherzava con qualcuno. Poi ecco Giuntoli, la solita aria fintamente afflitta. Poi ecco un’altra testa. Capelli lunghi, mossi. Fisico longilineo. Guardo Gipo. Gipo mi guarda e sorride. Mi fa un gesto con le due mani. Un cinque, un due. Sette.
…
Dimaro, esterno notte. Fa un freddo incredibile. Col cazzo che il freddo serale dei luoghi di montagna è più sopportabile rispetto a quello dei luoghi di mare. Come al solito ho voluto fare il brillante, camicia e basta. Batto i denti in bocca. C’è una serata sponsor, Regione Trentino e Ssc Napoli. Io sono qui perché ho visto, e poi ho le indicazioni/rassicurazioni di Gipo. Al termine della serata sponsor, ci sarà una sorpresa. De Laurentiis l’ha annunciata su Twitter, io so di cosa si tratta. In pochi altri lo sanno. Qualche sito internet ha avuto la soffiata, la notizia è filtrata ma non è stata presa sul serio. Io so. E sorrido. Gipo se n’è andato. Con la sua solita aria solenne mi ha detto: «Il mio compito qui si è esaurito». Come Zorro, come Batman. Che stronzo.
Un uomo sulla sessantina parla di prosciutti e formaggi vari, poi a un certo punto finisce. Ecco Nicola Lombardo, quello che l’anno scorso aveva dato Higuain a Dimaro entro lunedì. Col cazzo, pure quello. Non è stata certo una cosa voluta da lui, ci mancherebbe. Però fa strano ricordarlo. Sta per annunciare la sorpresa. I tifosi sembrano sapere ma non se l’aspettano. Qualche collaboratore del club è uscito dal backstage euforico. Qualche tifoso è riuscito ad affacciarsi. L’ho visto, l’ho visto, urla. Io so. E sorrido. L’hotel Vesuvio l’anno scorso. Poi un’intervista, a maggio. Dopo un mese il Psg ha annunciato Aubameyang. Poi Mertens allo United. Un puzzle che si completa piano piano. Esce. Urlano tutti. Il 2020? Col cazzo.
Cavani: «Potrei scegliere di tornare a Napoli, vedremo nel 2020»
Dimaro, esterno giorno. Anzi mattina. Sono le 10, Cavani è tornato in Francia per sbrigare le ultime pratiche. Si aggregherà al Napoli dopodomani. Sono previste 5mila persone in arrivo. Il Napoli si allena, l’aria è frizzante non solo climaticamente. Sorridono tutti. Tifosi, giornalisti, calciatori. Persino Sarri, tra un urlo e un altro. L’unico che non sembra proprio felice è Leonardo Pavoletti. Non riesco ad essere triste per lui. Mi dispiace. Evidentemente sono una brutta persona.