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Nello Mascia: «Adoro i fischi. Ce ne fossero anche in teatro, spazzerebbero via tanta mediocrità»

Il tradizionale commento al campionato: «Ci hanno rubato le maglia, gli azzurri sono gli ergastolani. Voglio i responsabili di questa dissennata decisione».

Nello Mascia: «Adoro i fischi. Ce ne fossero anche in teatro, spazzerebbero via tanta mediocrità»

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 30A GIORNATA

Adesso ci rubano anche le maglie.
Gli azzurri sono gli avversari, e ci si mette un bel po’ ad abituarsi.
Voglio i responsabili di questa dissennata decisione.
Sono dettagli che contano.
Concedere l’azzurro agli ergastolani al San Paolo significa tante cose.
Evitando sociologismi stucchevoli, sintetizzo. Valori in frantumi.

Il monologo dei beneamati fujenti

Concediamo anche il Pepelato.
E paghiamo dopo appena cinque minuti.
Sarà l’unico tiro in porta degli ergastolani di tutta la gara.
Il resto è un monologo dei beneamati fujenti contro una squadra che gioca al risparmio e che ha in testa – dicono – il Barca.
Il miglior attacco contro la miglior difesa. Se finisce in pareggio, hanno ragione loro. Inutile cavillare.

La Juventus in maglia azzurra al San Paolo

Per evitare i fischi, il Manzo ha pensato di non toccare palla

Vuol dire che li faremo fuori dalla Coppa mercoledì, che forse è anche meglio.
Questione di culo, come confida icasticamente Sor Tuta, sfavillante Panchina d’Oro, al Manzotin sleale, ancora stravolto dai fischi di tutto un popolo che lui ha tradito.
Per evitarli i fischi, il Manzo aveva preso una ganza decisione.
Non toccare palla. Non ha funzionato.
La pernacchia gigante lo ha letteralmente schiantato.
E ben gli sta.

I fischi a teatro

Adoro i fischi. Ce ne fossero anche in teatro, spazzerebbero via tanta mediocrità e smascherebbero tante clientele.
E forse non ci sarebbe la vergogna di un Mercadante chiuso.

Un favore alle romane

Il risultato del San Paolo è un favore alle romane.
Record per il ciclope di Sarajevo che consente ai Sangue-Oro di staccarsi un po’.
Le Aquile un po’ si avvicinano, dopo la vittoria a Reggio più per demerito dei Ceramisti che per merito proprio.
Decisivo sarà lo scontro diretto di domenica prossima.
La giornale incorona la Dea stellare.
Manita a Marassi con tripletta del Papu.
Inorridisce il tifo grifone che volta le spalle al campo di gioco. Meraviglia.

Donnarumma e Paperopoli

Spettacolo all’ora degli spaghetti grazie a un Toro indomito e a un Belotti che si candida capocannoniere e per il quale tifo senza pudore. Gli hanno tolto, fra l’altro, anche un gol regolare.
Destino singolare per Topo Gigio Donnarumma.
La Disney gli dedica la copertina su Topolino e lo accoglie nella comunità di Paperopoli col promettentissimo nome di Paperumma.
E lui onora l’evento con la prima papera in carriera, complice anche il prode Paperin Paletta.
Papera a parte, gli ex patonzi giocano una partità orribile su un terreno, l’Adriatico, dove tutti (tranne i nostri, ahimè) hanno raccolto punti a mani basse.
Una prestazione che complica la corsa all’Europa dell’Aeroplanino.

La storia di Coulibaly

A Pescara c’è tempo per commuoversi un po’ con la storia di Mamadou Coulibaly, il ragazzo venuto dal mare.
Partito dal Senegal poco più di un anno fa, il diciottenne Mamadou è salito su uno dei tanti barconi, lui che manco sapeva nuotare, in cerca di un futuro migliore.
Ora vive in una casa-famiglia a Pescara. Ieri ha giocato per la prima volta da titolare. Contro il Milan, la sua squadra del cuore.
E dal Senegal i suoi parenti fanno una colletta per poter vedere la partita in Tv.

E le lacrime dell’Eldense

Lacrime al termine di Barcellona B-Eldense.
I catalani travolgono gli avversari con dodici reti. Una batosta memorabile.
Disperazione totale.
Bella l’immagine dei giovani blaugrana, che alla fine della gara abbracciano gli avversari nel tentativo di consolarli.
Ho inviato il curriculum per giocare a calcetto. Non mi hanno preso.

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