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Teniamoci Sarri e Sarri si tenga stretto il Napoli

Mi auguro che tra lui e De Laurentiis ci sia solo una crisi di “crescenza”. Sarri è un ottimo allenatore che a Napoli è cresciuto. Separarsi sarebbe un errore per entrambi.

Teniamoci Sarri e Sarri si tenga stretto il Napoli
Sarri e De Laurentiis in una foto di Matteo Ciambelli

Il caso di Ranieri

Se c’è una cosa che non apprezzo nel mondo del calcio è la facilità con la quale vengono giubilati i tecnici. Il caso di Ranieri è l’ultimo. Ed emblematico. Una ciurma di senatori ordisce una congiura di spogliatoio e un tecnico signorile e competente come Ranieri viene mandato a casa. Poco importa se abbia o meno responsabilità vere. O se magari ha soltanto cercato di ripristinare alcune regole elementari, minimali della corretta vita di un atleta. E così il buon Claudio si ritrova precipitato dall’altare (dello scudetto) nella polvere. (Il record del mondo è comunque italiano ed appartiene a Zamparini, presidente del Palermo.)

Mi auguro che sia una crisi di “crescenza”

A mio avviso questo tipo di comportamento riflette una immaturità diffusa del mondo del calcio. Che non riesce a diventare adulto. Che non riesce a scegliere la strada di una moderna organizzazione d’impresa. Con la quale si crea uno staff dirigenziale. Si fanno programmi pluriennali. Per attuare i quali si sceglie un tecnico. E si aspetta la fine del ciclo per trarre conclusioni. Per fare bilanci. (Ciò ovviamente salvo eventi assolutamente straordinari. Che quindi devono rappresentare l’eccezione e non la regola.) In questo ordine di idee mi auguro che il Napoli con Sarri non commetta errori. Che le schermaglie (bilaterali) con De Laurentis siano soltanto il sintomo di crisi “di crescenza”. Incontinenza verbale. E che Sarri sia nel presente e nel futuro del Napoli. A prescindere dai risultati prossimi venturi.

Non dimentichiamo che il Napoli ha una bella rosa ma non una rosa eccezionale. La distanza dalla Juve è ancora siderale. E forse l’unica delusione razionalmente ostensibile è quella di poter perdere il secondo posto. Scudetto e Champion sono…sogni di una notte di mezza estate. Ma torniamo a Sarri.

Sarri è stata una felice intuizione della società

La società ha avuto una intuizione che si è dimostrata molto felice (e non da tutti compresa tra cui il sottoscritto) puntando sul tecnico toscano. Arrivato qui da rude mister di provincia. A sostituire un mostro sacro (o preteso tale, con buona pace di Max ). Tutti gli osservatori e gli addetti ai lavori riconoscono come eccellente il lavoro svolto fin qui da Sarri. Almeno per quanto attiene alla manovra d’attacco. E più in generale alla qualità dello spettacolo espresso. Fermo restando che molto resta ancora da fare sulla fase difensiva. Dove serve qualche acquisto e un gran lavoro di campo del tecnico. Il Napoli farà infatti il salto di qualità definitivo quando avrà organizzata una grande difesa. Di pari livello dell’attacco insomma. Cambiare tecnico significherebbe dover ripartire da capo. Dal clima dello spogliatoio alle scelte tattiche…

Mazzarri all’Inter pensava di fare il grande salto

E se la cosa non sarebbe nell’interesse del Napoli, e quindi di De Laurentiis, ancor meno sarebbe nell’interesse di Sarri. Che qui è cresciuto sotto ogni profilo. Ha imparato a interloquire con campioni affermati e non soltanto con giovani promesse. A reggere le pulsioni emotive della tifoseria di una grande città. A gestire i rapporti con i media. L’esperienza di Mazzarri significherà pure qualche cosa. Pensava di fare il gran salto. Ed invece ha fatto un grande ruzzolone. Chi lascia la via vecchia per la nuova…

P.SNon ho cambiato idea sulla percentuale di incidenza di un allenatore sulle fortune di una squadra. Non oltre il 20-30%. Il grosso lo fa la qualità dei calciatori che compongono la rosa. Qualità tecnica, comportamentale, umana. Comunque il 20-30% non è zero!

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