Sono uno di quei commentatori bacchettati dal Napolista. Pavoletti non sembra un attaccante affamato. È costato 13 milioni, da lui ci aspettiamo botte di adrenalina.
Io, commentatore da tastiera
Mi sento in dovere di controbattere. Visto che sono stato definito dal vostro Alfonso Fasano come un “commentatore da tastiera”. Come se il lavoro del giornalista ed opinionista fosse, eccetto alcuni casi, diverso… Non si rizeli Fasano. Nella società liquida che rifugge l’intermediazione, grazie ad Internet, non sono il primo commentatore da tastiera che ha incontrato nella sua carriera, tantomeno sarò l’ultimo.
Quanto ci vuole per capire se il mellone è rosso?
Ma quanto tempo ci vuole per capire se il mellone è rosso oppure no? Si taglia un quadratino e si assaggia. Basta. Non c’è bisogno di difese d’ufficio, analisi tattiche, grafici a torta, a babà, considerazioni etc. etc. Per alcuni calciatori la maglia del Napoli è pesante e c’è bisogno di “huevos”. Pavoletti è uno di questi. Per fare un esempio, vorrei ricordare Schwoch, arrivato nel mercato di riparazione per tamponare la voragine aperta dall’anemico Murgita. Pronti via e gol all’esordio contro la Lucchese, e 16 mesi dopo ci riporta in serie A con 22 reti. Facendo sentire la propria presenza sin da subito. Leonardo è ancora in pieno jet leg.
Da Pavoletti ci si aspetta l’entusiasmo
Da Pavoletti pagato 13 milioni di euro, lo stesso di Gabbiadini due anni fa, ci si aspetta una botta di adrenalina, qualche pallone strappato con i denti, un calcio d’angolo “inventato”. Insomma piccole cose per infiammare il San Paolo ed aumentare la fiducia in lui dei compagni. Ci si aspetta l’entusiamo e la voglia di dimostrare di poterci stare, andare a trarre vantaggi da situazioni un po’ sporche, visto che tecnicamente è inferiore al suo predecessore ed a Milik, il quale per cifra tecnica e caratteristiche non fa il lavoro sporco.
Pavoletti con lo Spezia non si è visto. Con la Fiorentina ha sprecato una buona occasione, ed è stato spesso avulso da azioni pericolose. Con il Palermo, dove poteva essere decisivo, si è iscritto al registro del “vorrei ma non posso”, sconocchiando al suolo un paio di volte, perdendo l’opportunità (con un gol vittoria) di una statuetta presepiale da Ferrigno. Non è un giocatore che impone la propria personalità, non è un giocatore che si fa sentire.
Ha la faccia da turista spaesato
Gabbiadini, mai stimato da Sarri a parte qualche difesa d’ufficio di facciata, ha dimostrato di saper fare gol in tanti modi. Da centravanti (Sampdoria), da stoccatore (Napoli-Chievo), su rigore ed in rovesciata (annullata). Ovviamente mi auguro che Pavoletti possa fare bene. Ed essere smentito. Ma ne dubito. Ha la faccia del turista spaesato non dell’attaccante affamato.