ilNapolista

De Laurentiis sembrava il più feroce dei tifosi papponisti

Il “pappone” ha parlato come i suoi detrattori, voleva vincere in casa del Real Madrid. Magari perché avevamo fatti sette al Bologna. Credevamo di aver visto tutto, invece no.

De Laurentiis sembrava il più feroce dei tifosi papponisti
Aurelio De Laurentiis

Tre a uno va bene

Sono un tifoso come tutti, che nel giorno del suo compleanno sperava in un regalo da Madrid. Ma alla fine non sono rimasto deluso. O meglio, non mi hanno deluso i 90 e passa minuti di gioco. Sono saltato dal divano gridando come un ossesso al gol di Insigne (uno che gode di cattiva stampa e scarsa considerazione), al punto che il mio gatto si è rifugiato sotto il letto fino al giorno dopo. Grazie a Dio la mia gentile vicina di 80 anni non gode di udito fino. Ma tant’è. Mentre la mia fidanzata romana (ma ormai di fede azzurra) si arrabbiava perché il Real ci metteva sotto di brutto, io guardavo la partita sereno e dicevo “3-1 va bene”, incontrando il suo sgomento.

Per me, cresciuto con Olive e Altomare

Per me, che sono cresciuto guardando il mirabile centrocampo targato Olive-Altomare, il solo essere al Bernabeu sembrava un sogno. E dirò di più, ci è andata pure di lusso: “il migliore in campo è San Gennaro”, diceva a ragione la mia signora al secondo gol mangiato da CR7. Poteva finire tranquillamente 5-1 e invece 3-1 è buono assai, meglio pure del 2-0 di 30 anni fa. Insomma, sono (quasi) contento.

La sottile differenza tra il Bologna e il Real Madrid

Ho vissuto invece una sensazione di fastidio sia in fase di avvicinamento al match, sia dopo. Mi faceva specie questa idea che il pueblo unido dovesse con la sola forza della volontà (o della ingenuità?) battere il più grande club della storia del calcio e una rosa troppo più forte della nostra. Mi faceva riflettere questa idea un po’ provinciale secondo la quale giochiamo il miglior calcio d’Europa “perché ne abbiamo fatti 7 al Bologna” e quindi domineremo anche al Bernabeu. E poi le solite immancabili autocaricature. Taccio su Maradona, perché ne avete già scritto tanto e bene.

Il “pappone” parla come i suoi detrattori

Il fastidio è pero esploso quando – sereno ma impietrito dopo la sconfitta – sul mio divano odo le parole del Presidente a Premium. Ho spesso difeso De Laurentiis parlando con i miei tanti amici papponisti, pur non essendo a libro paga (ma se proprio vuole, Preside’, le invio il mio Iban). E invece mercoledì sera, dopo l’ultima sigaretta, ero imbarazzato: quelle parole post-sconfitta sembravano uscire dal più feroce papponista. Una summa teologica di “tevi viccere”, di pretesa di essere un top club nonostante il freddi conti economici e la storia (recente e remota). Infine – dulcis in fundo – quella malsana idea di andare a Madrid con i ragazzini e dominare chi ha vinto undici Champions, mentre noi non siamo mai arrivati manco ai quarti.

Sacchi ha provato a fermarlo

“Misurarsi la palla” non è proprio un must del papponista classico, ma sul tema bisogna ammettere che Aurelio batte tutti i papponisti messi assieme. Dinanzi ai giornalisti imbarazzati, a un Sacchi che aveva capito dove si andava a parare e quindi elogiava il Presidentissimo (sperando gli rispondesse con un “grazie e buona serata”), a un Luca Toni senza parole, il buon Aurelio è andato a ruota libera come l’ultimo papponista che si lamenta abitualmente con frasi tipo “pure quest’anno non vinceremo la Ciempionz”.

Ha inconsapevolmente compattato l’ambiente

E vabbè, pensavamo di averle viste tutte e invece ci è toccato assistere anche al Pappone papponista. È proprio vero che Napoli non delude mai. Ci sono però due buone notizie: 1) Il presidente tifa Napoli, con buona pace dei papponisti e 2) il presidente ha (per la prima volta, forse) unito tifosi, ambiente e giornalisti intorno alla squadra e al tecnico. Non credo l’abbia fatto apposta. Ma spero che almeno serva a qualcosa. Forza Napoli sempre. E per sempre.

ilnapolista © riproduzione riservata