Nel ritrovo dei tifosi azzurri a Madrid dove si beve birra catalana: «Sono silenziosi, ci faremo sentire al Bernabeu. Per loro non dipende mai dall’avversario».
Dove guardare la partita del Napoli
Madrid. Devo ammettere che, quando non sono a Napoli, una delle urgenze più stringenti è quella di capire come vedere la partita degli azzurri. Certo, se la cosa dovesse rivelarsi impossibile uno se ne farebbe una ragione – la vita va avanti, in fondo – ma sfido qualsiasi tifoso accanito a non fare almeno un tentativo.
Scartata l’opzione streaming per pericolo spoiler
Generalmente l’opzione streaming tendo a scartarla. Il motivo è semplice: di solito, ad ogni gol del Napoli – e per fortuna negli ultimi tempi ci trattiamo bene – mio fratello mi rintraccia telefonicamente ad ogni latitudine e attenta alla salute dei miei timpani urlandomi tutta la sua gioia con suoni imprecisati, credo appartenenti ad un bagaglio lessicale tipico di lingue morte. Ora, non mi preoccupa tanto preservare l’uso di un sistema uditivo ormai temprato da decenni di ascolto convinto di hard rock, quanto il fatto che il real time dello streaming è semplicemente metaforico. Cosicché, la voglia di comunione sportiva di mio fratello finirebbe per spoilerarmi la segnatura di una rete diversi minuti prima di vederla sul monitor – ho sempre sognato di poter usare il termine “spoilerare”, caro a tanti colleghi studiosi di comunicazione… ringrazio il Napolista per l’occasione indirettamente fornitami.
Ad ogni modo, anche a Madrid si è presentato da subito lo stesso problema, a esser precisi in occasione della partita col Bologna. Questa volta la tecnologia mi è venuta decisamente in soccorso: ho cercato su facebook, come credo avrebbe fatto chiunque nella mia condizione, un club di tifosi del Napoli in terra madrilena. Credevo che mi sarei trovato di fronte un numero copioso di opportunità, invece sono riuscito a rintracciarne uno solo: il Club Napoli di Madrid, che ha la sua sede nel “Pura Vida Cocktail & Coffee Bar”, ubicato in una zona abbastanza centrale, in Calle Covarrubias, 29.
La disabitudine all’efficienza dei trasporti madrileni
Non è assolutamente difficile arrivarci, a maggior ragione considerando l’efficienza dei trasporti madrileni. Efficienza che non ho ancora metabolizzato del tutto, dal momento che – avendo incorporato le routine del viaggiatore della cumana – anche qui spesso mi avvio con largo anticipo. Con la differenza che, però… arrivo pure con largo anticipo.
Sabato scorso, dopo aver prenotato – funziona così per evitare di andare oltre la capienza del locale – con mia cugina Lucia e il compagno Filippo, mie guide e tutor in quel di Madrid, raggiungiamo il club per quella che sarà una partita ricca di soddisfazioni. Il locale ci accoglie con l’azzurro delle sue pareti e la presenza di rassicuranti simboli del Napoli sparsi un po’ in giro. L’atmosfera coniuga, non saprei dire come, sobrietà ed effervescenza. Durante la partita, una trentina di tifosi accompagneranno la drammaturgia di un trionfo calcistico non ordinario, con toni crescenti e partecipazione sempre più palpitante – complice la cerveza, suppongo.
Qualche giorno dopo, di ritorno da una giornata all’Universidad Autonoma, torno a far visita agli amici del club e mi concedo una piacevole chiacchierata con Cristiano Vastolo, che ne è responsabile insieme ad Andrea, oltre ad essere il proprietario del Pura Vida da circa un anno e mezzo.
La balaustra caduta a Villarreal-Napoli
Forse non ne abbiamo esplicita consapevolezza, ma ognuno di noi conserva nella propria memoria un ricordo legato a questo club di tifosi. Tutti rammentiamo, infatti, un episodio di quello sfortunato Villareal-Napoli di circa sei anni fa (2-1 per i nostri avversari…): Hamšík porta in vantaggio la nostra squadra e corre verso i tifosi in festa, la loro veemenza è tale da far cadere la balaustra. Ebbene, sopra – e poi sotto – a quella balaustra c’erano loro, i nostri amici partenopei con sede a Madrid.
Cristiano mi racconta che il Villareal gli aveva fornito, per omaggiare la loro residenza in terra spagnola, una cinquantina di biglietti in un settore diverso da quello destinato generalmente ai supporter ospiti. Il bilancio complessivo di quel festeggiamento fu di un scapola, un menisco e un polso sacrificati alla causa da alcuni dei malcapitati tifosi. E, ovviamente, nelle successive partite del Napoli nella cittadina valenciana, i membri del club dovranno poi reperire i biglietti in modo più tradizionale, trovando posto nel più consueto settore ospiti.
Il club è intestato a Grava
Il club è attivo da circa otto anni, anche se non ha una formale istituzionalizzazione – ammesso che ne serva una. Nasce con l’intento di vivere la visione della partita in modo comunitario e di organizzare qualche trasferta in ambito europeo. È dedicato a Gianluca Grava, considerato un calciatore/guerriero che, avendo giocato nel Napoli dalla Lega Pro alla Champions League, consente l’identificazione con un ideale processo di rinascita e di gloriosa evoluzione. I membri attivi sono circa 25-30. Non molti, se pensiamo al numero di napoletani che dovrebbero risiedere a Madrid. Evidentemente, questa esigenza di un’esperienza comunitaria, fortemente strutturata, legata alla passione per il Napoli non si è dimostrata al momento ubiquitaria e urgente. D’altronde, Madrid è una città dove è difficile sentirsi soli.
Si parla solo del gol di Griezmann e della Coppa del Re
Approfitto di Cristiano – e della sua lunga permanenza nella capitale spagnola – affinché mi renda edotto sul modo di vivere il calcio a Madrid. Sono qui da diversi giorni ormai e ascolto Radio Onda Cero praticamente 24 ore al giorno – perfino per strada, grazie al mio ipod. Non è difficile capire – può capitare anche al più arguto dei lettori – come uno possa anche non parlare bene lo spagnolo, ma afferrare abbastanza agilmente il senso complessivo dei discorsi – a maggior ragione comprendere l’argomento di discussione sic et simpliciter.
Ebbene, le trasmissioni sportive della radio in questi giorni hanno parlato quasi esclusivamente della Coppa del Re. Anche ieri (mercoledì) si parlava ossessivamente del gol annullato a Griezmann, delle espulsioni, dell’operato degli arbitri. Alla Champions League – considerata nel suo insieme, è una radio a vocazione nazionale – in pratica nessun richiamo. Questa considerazione, di portata complessiva e senza alcun riferimento alla questione specifica, mi dà comunque modo di introdurre l’argomento e, soprattutto, di chiedere a Cristiano qualche sua considerazione sull’atteggiamento medio dei fan del Real nei confronti dell’imminente partita di Champions.
Per i tifosi del Real dipende sempre e solo dal Real
Mia premessa: è evidente che il tifo è una realtà eterogenea, per cui si trova di tutto, qualsiasi opinione e qualsiasi approccio emozionale, ma si può azzardare un discorso generale. Cristiano mi dice che la stragrande maggioranza dei tifosi madrileni considera impossibile non passare il turno – Cristiano…diciamo improbabile, dai, si dovesse offendere qualche nostro concittadino…
Il tifo del Real – continua il mio interlocutore – è in genere molto autoreferenziale, esigente, interessato tenacemente alla vittoria, ma anche abituato a vincere e discretamente altezzoso. Dal loro punto di vista, le vittorie, come le sconfitte, dipendono totalmente da loro stessi. L’avversario è una specie di comprimario nella trama della partita, c’è un solo protagonista, nel bene e nel male.
La doppietta di Del Piero
È, inoltre, un tifo con tratti tipicamente borghesi, spesso non particolarmente rumoroso allo stadio. “Vedrai come noi napoletani ci faremo sentire mercoledì al Bernabeu!”, preconizza con un filo d’orgoglio. Considerando che Cristiano è andato una sola volta allo stadio madrileno per il Real, più che altro per gufare contro la Juve nella partita in cui Del Piero segnò invece una doppietta risolutiva, speriamo che la sua sia una presenza sempre indigesta ai blancos, in ogni caso.
La birra catalana nel locale
A proposito di relazioni calcistiche più ansiogene e sentite, per i supporter del Real le partite con l’Atletico e con il Barcellona fanno un po’ storia a sé da questo punto di vista. Tanto che il fatto che nel locale di Cristiano la birra sia catalana non va molto a genio a qualcuno dei suoi avventori. Meglio, forse, alcuni prodotti culinari italiani, che sono esposti sugli scaffali del bar.
Se il tifoso del Real mostra tratti borghesi, quello dell’Atletico risponde invece a un immaginario più operaio. Il mio interlocutore mi riferisce di sfottò a sfondo politico-sociale – seppur all’interno, più che altro, di una dimensione allegorica – ancora in voga tra le due tifoserie.
Il calcio italiano non appassiona
Per quanto concerne il Napoli, invece, Cristiano mi dice che – se escludiamo i fan più appassionati e ci riferiamo a un semplice tifoso medio – il madrileno non è molto informato sulla nostra squadra, né sul calcio italiano in generale. Ci si ricorda delle strisciate un po’ per il loro passato glorioso in Europa, ma il livello attuale del nostro football non accende gli entusiasmi, presumibilmente. Alcuni, ma speriamo siano in pochi, possono addirittura non ricordare che nella compagine azzurra ci siano dei giocatori spagnoli. Però – mi rassicura – Callejón è ancora rammentato con molto piacere, e la cosa mi fa tirare un sincero sospiro di sollievo.
Un’ultima considerazione Cristiano la spende sulla realtà del tifoso e dei club di fan all’estero. Da dieci anni, mi dice, aspetta una TV del Napoli, che sarebbe per lui manna dal cielo. Internet aiuta molto a mantenersi informati e ad alimentare la passione, però si avverte l’esigenza di un’informazione più corposa, strutturata – e soprattutto televisiva – da parte della Società. Non solo in merito all’attualità, ma anche per rivivere momenti, più o meno lontani, della storia della squadra.
Ma soprattutto, lamenta il mio interlocutore, i club di tifosi esteri sono del tutto anonimi agli occhi del Napoli, pressoché ignorati nella sostanza, o almeno per nulla valorizzati. Eppure – aggiungerei – potrebbero essere un ottimo punto di riferimento iniziale, dato il loro radicamento nei territori, per iniziative di vario tipo, anche di tipo commerciale. Magari un giorno, forse.