Il Napoli ha battuto la Sampdoria senza tre difensori titolari. La società ha capito che serviva un organico ampio e Sarri ha compreso che il turn over serve.

Senza quattro titolari
Cinque difensori centrali, sei centrocampisti, tre centravanti in attesa di Milik. Abbiamo dimenticato i tre portieri (anche perché li hanno tutti e non abbiamo un “secondo” realmente all’altezza). E gli esterni, che sono quattro compreso Mertens e senza contare Insigne junior e El Kaddouri. Alla faccia dell’organico incompleto. Ieri sera il Napoli ha fronteggiato la Sampdoria senza tre difensori titolari su quattro e senza il centravanti titolare delle prime giornate. Koulibaly e Ghoulam in Coppa d’Africa. Albiol squalificato. Milik infortunato. Eppure il Napoli ha schierato una formazione competitiva, al di là del risultato finale. Aveva in panchina calciatori come Maksimovic (costato circa 25 milioni di euro), Zielinski che poi ha cambiato la partita, Diawara, Gabbiadini e Pavoletti.
Cinque difensori centrali
La forza del Napoli di quest’anno, uno degli elementi del Napoli di quest’anno, è l’ampiezza della rosa. Abbiamo cinque difensori centrali, come la Juventus. Tutti competitivi. Non a caso il quinto centrale, Tonelli, ha risolto la partita. E l’ha risolta su assist di Strinic panchinaro di Ghoulam. Così come il gol del pareggio lo ha segnato Gabbiadini centravanti in odor di partenza, riserva che ha segnato due gol nelle ultime due partite.
La forza del mercato
La partita di ieri sera contro la Sampdoria è stata vinta quest’estate. Con la programmazione societaria. Il vero salto di qualità rispetto allo scorso è l’ampiezza e la profondità della rosa. Non ce ne siamo accorti, ma il Napoli nella sua totalità sta cambiando pelle. A partire dal presidente. È la prima volta che De Laurentiis allestisce una rosa così completa. Al di là degli strepiti per la vedovanza di Higuain, il presidente – grazie anche a Giuntoli che ha dimostrato di saperci fare – ha messo su una rosa omogenea come pochissime altre in Italia.
Sarri e il turn over
E contestualmente, sotto i nostri occhi, è cambiato – sta cambiando – anche Maurizio Sarri. Lo scorso anno, persino Mertens faticava a rientrare nell’undici titolare. Il Napoli era la squadra di vertice col maggior scarto di minuti tra l’undicesimo e il dodicesimo calciatore impiegato. Uscimmo immediatamente dalla Coppa Italia e dalla Europa League. L’allenatore si spinse fino a dichiarazioni che di fatto quasi deridevano il concetto di turn over.
Ventidue calciatori utilizzati
Quest’anno non è più così. Al momento, la differenza di minuti tra l’undicesimo e il dodicesimo calciatore più impiegato è minima: 46 minuti separano Albiol (12esimo) da Allan (11esimo). Sono ventidue i calciatori utilizzati da Sarri in 19 partite di serie A. In nove hanno superato i mille minuti (Reina, Callejon, Hamsik, Hysaj, Koulibaly, Insigne, Ghoulam, Mertens, Zielinski). Sarri sta sfruttando il lavoro compiuto dalla società in estate. Ha cambiato, sta cambiando, la sua mentalità. Questo Napoli – senza Higuain – ha girato il girone d’andata a 38 punti appena tre in meno rispetto allo scorso. E ha vinto il proprio girone di Champions League.
Solo la Juventus li fa ruotare di più
In Italia soltanto la Juventus – che al momento ha due partite in meno – ha una rosa altrettanto ampia e un allenatore che utilizzi così, persino di più, il turn over. La differenza tra l’undicesimo (Lichtsteiner) e il dodicesimo giocatore più impiegato (Hernanes) è di 67 minuti. Ha 17 calciatori che hanno giocato almeno cinquecento minuti (il Napoli 15 come la Roma). Roma – ancora con una partita in meno al momento di questi calcoli – che ha dieci calciatori con mille minuti giocati in serie A (il Napoli ne ha nove e la Juventus sette) e un delta di oltre duecento minuti tra il decimo più impiegato (Perotti) e l’undicesimo (Emerson).
Un club in costante crescita
In Italia soltanto Allegri fa ruotare i calciatori più di Sarri. Che quest’anno ha certamente una rosa decisamente più ampia a disposizione ma ha anche cambiato atteggiamento, come dimostra il caso statistico di Mertens lo scorso anno. Questo per dire che il Napoli è un club teso verso il miglioramento, sia come società sia come metodo di lavoro dello staff tecnico. Ieri sera è stata una vittoria di rabbia e determinazione, come ha evidenziato lo stesso Sarri, ma anche di programmazione. Avere come quinto difensore centrale un calciatore con cinquanta presenze in Serie A, nel giro della Nazionale, e noto all’allenatore fa la differenza. Così come poter contare in panchina su un attaccante che ha segnato quasi quaranta gol in serie A.
Il calcio ovviamente dipende anche dall’imponderabile. Ma se agli appuntamenti ci arrivi preparato, è meglio. È quello che sta facendo il Napoli.