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Napoli-Real Madrid: quando il gioco si fa duro, De Laurentiis sposa la sindrome del casatiello

Per la sfida col Real, il Napoli rinnega i biglietti on line e si accuccia al principio che il Napoli è dei napoletani: la saldatura al ribasso, in fondo, conviene a tutti.

Napoli-Real Madrid: quando il gioco si fa duro, De Laurentiis sposa la sindrome del casatiello
Aurelio De Laurentiis (Ciambelli)

E vissero tutti felici e contenti

Si chiama sindrome del casatiello. Si partecipa con grande entusiasmo alle tavole rotonde, nelle sedi istituzionali e nei salotti di famiglia, per vincere il concorso del più internazionalista di tutti. Poi, non appena si inizia a posare anche un solo tassello per capire cosa si prova, la storia millenaria del casatiello riprende lo scettro dell’imperatore e torna il dubbio che se si è fatto così per mezzo secolo un buon motivo tutto sommato deve esserci. Così si torna tutti felici al solito.

Rinnegata la Fan Stadium Card

Ad inizio stagione scrivemmo della nuova Fan Stadium Card del Napoli. Si fa in trenta secondi, in rete, utilizzabile da subito, in ogni punto del globo. Arriva a casa, anche all’estero, in dieci giorni. Ci si comprano biglietti e abbonamenti. Funziona. Ma funzionare, a Napoli, non è sufficiente. Da una parte c’è la noiosissima incredulità dei tifosi (che si bevono anche che Cavani sia sul lungomare a firmare il contratto ma si scoprono scettici irriducibili non appena si tratta di spostare una loro abitudine o spendere qualche euro per finanziare un nuovo servizio) e dall’altra la totale mancanza di fiducia e investimento della Società nei propri stessi mezzi e nel cambiamento di cui, stando ai suoi roboanti discorsi, vuole farsi simbolo.

Nessuno che abbia il coraggio di uno scatto in avanti deciso con la fiducia che chi rimane indietro ora seguirà dopo. Nessuno che dia davvero credito allo spirito delle persone.

Torniamo alle care, vecchie file

Così, quando si arriva alla partita dell’anno, contro il Real, De Laurentiis – non nuovo a questo atteggiamento – boicotta il suo stesso sistema e tessera e acquisto online continuano ad esistere ma, essendo troppo lontani dalla nostra secolare tradizione pallonara, vengono sciolti in un brodino veloce come un dado in scadenza. La SSC Napoli cancella ogni possibilità di acquistare comodamente ed in sicurezza online pretendendo che l’acquirente su internet sia un affiliato di quella clandestina setta di carbonari altrimenti noti come abbonati al Calcio Napoli, e ai tifosi viene finalmente restituita la buona vecchia fila al botteghino stile primi anni del secolo, con annessi aiuto del parente in città e raccomandazione dell’amico del figlio del magazziniere.

L’alibi morale del pappone

Insomma, il casatiello ripiomba in corsa potente. Perché lo pretendono tutti, a tutti fa comodo: ai tifosi che usano a piacimento l’alibi morale del pappone per difendere ogni propria pigrizia e alla società che fa leva quando serve sulla storia della città che non cresce per coprire le proprie colpevoli inadeguatezze.

Se non stai con mammà, addio biglietto

La sindrome del casatiello ha il privilegio di mettere d’accordo tutti perché difende un assunto cui sia società che tifosi obbediscono: il Napoli è di Napoli e di nessun altro. Di chi posa i piedi sul suolo napoletano. Di chi ci è nato o pur non essendoci nato piega i suoi desideri a quelli superiori della città. Di chi capisce la retorica che si scambiano presidente e appassionati – che è poi la stessa che usa il sindaco, finto antagonista del Presidente. Persino se risiedi a Napoli ma ti viene la malaugurata idea di trascorrere parte delle tue ferie lontano dagli struffoli devi espiare. Per te niente biglietti. Se sei napoletano vero, il due gennaio ti mangi i roccocò di mamma e ti stai zitto. Ti gusti Nalbero e non fiati. Ti fai la fila in ricevitoria e stai muto. Napoli è la mamma. Punto.

“Il nostro avvenire è alle nostre spalle”

Con la vendita scriteriata dei biglietti per Napoli Real abbiamo capito ancora una volta che sia tifo che presidenza fingono schermaglie di circostanza ma sui temi caldi si saldano immediatamente con la cosiddetta controparte, fingendo di scontrarsi su le nuove presunte piaghe del Mezzogiorno come il secondary ticketing (ho sentito con le mie orecchie disquisirne a lungo il pescivendolo di fiducia che mi tagliava il capitone il 31). A noi piacciono quelle ruspantissime gabbie, le chiavi per aprire i lucchetti fanno troppo radical chic. Come recita l’eloquente slogan su di un volantino di qualche gruppo di tifo organizzato, letto l’altro giorno: “Il nostro avvenire è alle nostre spalle”. State sereni, allora, qui state in una botte di ferro.

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