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Il Napoli non ha elaborato il lutto Higuain, come se il Cagliari avesse venduto Gigi Riva

Il Napoli è davvero una squadra adolescenziale, sta vivendo una regressione. Come in quelle famiglie che perdono il componente che porta il reddito.

Il Napoli non ha elaborato il lutto Higuain, come se il Cagliari avesse venduto Gigi Riva
Gigi Riva, simbolo del Cagliari

Maurizio Sarri: «Il Napoli è una squadra adolescenziale»

Credo che il Mister abbia centrato in pieno, con l’affermazione suddetta, la condizione psicologica che nel campionato in corso sta dominando le prestazioni degli azzurri napoletani. Peggio sarebbe stato se avesse detto: è una squadra di adolescenti, un giudizio che avrebbe rimesso tutto in discussione in quanto avrebbe investito direttamente i singoli.

La regressione del Napoli

Il Napoli, squadra di calcio, vista come un’unica entità o soggetto, è, con alte probabilità, andata in regressione. Mentre lo scorso anno camminava a passi decisi verso la maturità, ora a causa della perdita di un suo componente, vissuto come primario e insostituibile, torna a comportarsi come nei periodi precedenti. Lo stesso capita nelle migliori famiglie quando viene a mancare colui che porta reddito, sicurezza e speranza. Il gruppo e i membri una volta vistosi portare via (o abbandonare) colui che impersonava, materializzava il goal, e quindi i successi, si sono sentiti orfani, deboli e disorientati.

Pensiamo a cosa sarebbe accaduto al Cagliari di Gigi Riva se fosse stato venduto ad una grande del nord. Se uno come “rombo di tuono” o come “il pipita”, dato che costituiscono il goal, sono il goal, ti lascia, può compromettere seriamente ogni processo di maturazione in atto. Lo crescita della personalità e la formazione dell’identità del gruppo, ma anche dei singoli, può arrestarsi, può regredire.

Una partenza non accettata

E con la regressione riemergono le contraddizioni interne che sembravano superate, si perde l’autonomia raggiunta, aumentano l’insicurezza e la fragilità del carattere, le frustrazioni diventano laceranti perché ci si sente incapaci di trovare un’alternativa valida che possa compensare la perdita. Pare che l’inconscio individuale e collettivo del Napoli non sia ancora oggi, a distanza di diversi mesi, stato capace di accettare la privazione di quel leader dell’attacco azzurro. Questo lutto pertanto non elaborato ha impedito di poter lavorare, con la mente e con la tecnica, per trovare un aggiustamento o un sostituto adeguato.

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