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Il Napoli ha giocato senza paura, con la sicurezza di chi sarebbe tornato a casa

Benfica-Napoli, la partita non guardata. Una serata tranquilla, gli ucraini e Pupo, Gabbiadini come il Cnel. E un caro saluto a Nina Moric.

Il Napoli ha giocato senza paura, con la sicurezza di chi sarebbe tornato a casa

Benfica-Napoli, la partita non guardata

Il mio treno arriva a Venezia in ritardo, alle 20 e 20. Salgo sul vaporetto, so che arriverò a casa quando mancheranno cinque minuti al fischio iniziale. Non chiedetemi perché, ma mi sento tranquillo, mi sento così da quando il Napoli ha battuto l’Inter. Questa calma non è soltanto apparente, manca così poco all’inizio e io ho tempo di guardarmi intorno. Il Canal Grande è avvolto dalla nebbia. La sera veneziana è silenziosa e meravigliosa.

Incrociamo un vaporetto. Poco prima del mercato di Rialto ne scorgiamo un altro; poi una piccola barca compare all’improvviso. Una barca a remi, di notte e nella nebbia. Senti l’impatto del remo sull’acqua prima di vederlo, e forse non lo vedi. Siamo a Rialto, sono le 20 e 35. Le squadre staranno per entrare in campo. Conosco delle persone che sono a Lisbona allo stadio. Bella città Lisbona, ma Venezia. Dovreste vederla adesso quando compare curva dopo curva, mentre la nebbia apre un sipario e ne chiude un altro. Ora siamo a San Silvestro, scorgo le luci di un ristorante e poco altro. Sento l’umidità che passa attraverso il giubbotto ma penso alla Kombat.

Il vaporetto prosegue, siamo quasi a Sant’Angelo che è la mia fermata. Sono le 20 e 40: scendo. Fidiamoci del paesaggio, il paesaggio ci parla. Borsa a tracolla mentre le squadre entrano in campo. Sono sempre più calmo. Mi incammino, un paio di minuti e sarò a casa. Incontro un vicino ci salutiamo a bassa voce, in maniera frettolosa ma cordiale, così ci saluta in mezzo alla nebbia e qui a Venezia, dove il rumore dei tacchi ti annuncia prima che tu svolti l’angolo. Sono a casa, la partita comincia.

Senza paura

La maglia nera non mi dispiace. La partita l’avete vista tutti, non perdiamo tempo col racconto. Diciamo alcune cose soltanto. Il Napoli è sceso in campo tranquillo, si sentiva come mi sentivo io. Ha giocato come se stesse solcando il Canal Grande sul vaporetto, con la sicurezza di chi sarebbe tornato a casa senza problemi. Dove per casa si intendono gli Ottavi di finale. Dove per casa si intende la serenità. Il Napoli non ha avuto paura e così ha giocato. Alla fine del primo tempo scopro che la Dinamo Kiev sta vincendo 4 a 0 col Besikats. Eh? Come?

Pupo

Lo sanno anche i calciatori in campo, il secondo tempo sembra scivolare via pacifico, eppure il Napoli pare che la partita la voglia vincere lo stesso. Entra Mertens per Gabbiadini, e come spesso accade quando il belga parte dalla panchina: qualcosa succede. Sua palla meravigliosa per Calle, con conseguente tocco sotto dello spagnolo. Applausi. E dopo pochi minuti ancora Dries, controllo in area, dribbling e destro angolato. Ciao Benfica, ciao a tutti. Intanto gli ucraini giocano a tennis. Questo popolo straordinario capace di scatenare una rissa a un concerto di Pupo e di schiantare il Besiktas su un campo di calcio.

Scrivo questa battuta su Facebook e subito qualcuno mi fa notare che non sono così meravigliosi perché non vogliono restituirci dei quadri rubati. Ma che c’entra? Come se Pupo e un quadro di valore si potessero mettere sullo stesso piano. Maronn’. Albiol in completo relax fa un regalino ai portoghesi e finisce 2 a 1. Sono un uomo sereno. Il Napoli mi è piaciuto, Sarri pure. Una serata talmente rilassante che a metà del secondo tempo ci twittavamo qualunque cosa. Va bene così. Ogni tanto anche non soffrire è bello.

Gabbiadini è come il CNEL

Il mio amico Stefano mi scrive: “Gabbiadini ormai è come il CNEL”. Rido, Stefano è molto divertente e poi simpatizza per il Napoli. Gregorio, invece,  mi scrive: “Voglie murì”. Mentre scrivo la concentrazione si sposta su una domanda: “Mo’ a chi acchiappiamo?”; quesito che non mi voglio porre stasera. Ho rivisto i gol con la telecronaca in spagnolo. Quello di Calle l’hanno definito “melodioso”. Come dargli torto? Gli spagnoli sono come i napoletani, le parole le sanno trovare. Scrivo nella chat dei miei amici super tifosi: “Uagliù, ma la Dinamo è impazzita?”. Mi risponde Salvatore: “Gianni, s’hanna sfugà”. Vedete come è bello il napoletano? Dietro a quello “sfugà” possiamo immaginare qualsiasi cosa. E così facciamo.

Ciao, Nina

Siamo agli ottavi di Champions League scusate se è poco, scusate se sono contento. Da stasera comincio qualche giorno di vacanza, non poteva esserci un inizio migliore.

Nel pomeriggio tal Nina Moric, personaggio di cui non ricordavo l’esistenza, propone su Twitter una specie di referendum del tipo: “Vota sì se vuoi che il Napoli venga eliminato”. Mi sono chiesto perché, ma poi ho pure pensato: “Ma chi se ne fotte”. Comunque ti salutiamo cara Nina.

Il pezzo è finito, è quasi mezzanotte. È tempo di portare i cani a fare una passeggiata, mi pare siano contenti pure loro.

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