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Nessuno lo dice, ma sono stati dissequestrati i pozzi di Caivano

Tre anni di battaglie legali per dimostrare che quei terreni non hanno nulla fuori norma. Smentito il catastrofismo dei media.

Nessuno lo dice, ma sono stati dissequestrati i pozzi di Caivano
Il sequestro dei pozzi di Caivano

Era da tempo, ormai, che mi astenevo dall’intervenire sul tema “terra dei fuochi”. Ne sono, oltre che nauseato, stanco. Vorrei non parlarne e non sentirne parlare (a vanvera) più.

Ma, visto che nessun, dico nessun, organo di informazione ha ritenuto degna di attenzione la notizia del dissequestro definitivo dei pozzi di Caivano, su cui più volte si è scritto su questa testata (https://www.ilnapolista.it/2016/06/terra-dei-fuochi-cavolfiori-foglie-gialle-2/; https://www.ilnapolista.it/2016/05/storia-terra-dei-fuochi/ ) dopo che nel 2013, con acme tra luglio e novembre erano stati gettati fiumi di inchiostro, sparati titoloni sui giornali e nei telegiornali per dare notizie catastrofiste di “inferni in terra”, “ortaggi al cloroformio”, “Cernobyl campana”, “verdure avvelenate” e via discorrendo (basta fare una semplice ricerca su google impostando “Caivano terra dei fuochi pozzi 2013” per trovare un’ordalia mediatica), oggi vi do io, solo io, la notizia del dissequestro dei pozzi dopo tre anni di battaglie legali per dimostrare l’ovvio: che quei pozzi e quei terreni non hanno altri elementi al di fuori di quelli che gli ha donato il Padreterno posizionandoli in un’area vulcanica e l’opera dell’uomo, comune a tutte le aree antropizzate del pianeta.

Nessuno dà la notizia, nessuno si scusa, nessuno pensa di risarcire in qualche modo gli agricoltori coinvolti.

Io, da parte mia, non posso che esprimergli la mia vicinanza umana ed i miei rallegramenti per la fine di un incubo (o di una farsa?).

Ora però, non è ancora finita: Stalingrado è salva, ma bisogna arrivare a Berlino, e Berlino, per me, è il processo Resit.

Ora, mi auguro un altro dissequestro, questa volta relativo al sequestro di una vita umana che solo uno stato di tipo sudamericano può comminare e lasciarsi scivolare addosso con la consueta indifferenza colpevole dell’opinione pubblica italiana.

 

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