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Besiktas-Napoli, il dubbio è in attacco: il ritorno di Gabbiadini o ancora il Falso Nueve?

Sarri deve scegliere il suo tridente: tatticamente, per noi, Gabbiadini potrebbe essere importante. Dal punto di vista emotivo, scegliamo invece Mertens Falso Nueve. Ma poi, Insigne?

Besiktas-Napoli, il dubbio è in attacco: il ritorno di Gabbiadini o ancora il Falso Nueve?

Nella nostra probabile formazione di ieri, che è un gioco di sensazioni e rumors, abbiamo scelto di creare il percorso complicato di un ballottaggio triangolare tra Mertens, Insigne e Gabbiadini. Nel senso: ci sono due posti per tre maglie, tutti hanno il 66% di possibilità di essere in campo questa sera.

Il ritorno di Manolo, in attesa di quello (ancor lontano) di Milik, ripropone una scelta tra due alternative che nasce dopo il periodo negativo dello stesso Gabbiadini. Milik si è infortunato dopo Atalanta-Napoli, nella pausa per le nazionali, Manolo era asceso al soglio del centravanti titolare contro la Roma ed era stato retrocesso, proprio in occasione di Napoli-Besitas, a inatteso panchinaro. Poi Crotone, e la squalifica.

Ora, il Napoli ha imparato (?) a giocare anche senza Gabbiadini. Per scelta, per necessità. L’ha fatto discretamente nella prima uscita con i turchi, abbastanza bene contro l’Empoli e senza grosso mordente a Torino. Solo che, in quest’ultima occasione, è giusto dare ampi meriti anche agli avversari, a una difesa tosta e difficilmente penetrabile. Ecco il Manolo returns. Ed ecco il nuovo dubbio, di nuovo il dubbio: riproporre Gabbiadini centravanti vero e proprio (?) oppure affidarsi ancora al trio dei piccoletti, con Mertens a lavorare nel campo e Insigne e Callejon a zampettare sugli esterni? E poi, nel caso: Gabbiadini dentro, chi resta fuori?

Due strade

Sono due temi che noi svisceriamo alla luce di quanto successo all’andata. Una partita anomala, in cui il Napoli ha dovuto fare i conti praticamente fin da subito con lo svantaggio e quindi con un avversario chiuso ancor più a riccio (ovviamente) che sullo 0-0. Eppure, il Napoli ha costruito un buonissimo numero di palle gol. E il gol l’ha anche trovato, con la solita azione pulita e con un perfetto inserimento del Mertens attaccante improvvido. Poi, però, è successo che nella ripresa è entrato Gabbiadini. E non ha fatto male, al di là del coraggio (edulcoriamo il concetto) di andare sul dischetto dopo il rigoraccio di Insigne: Manolo si era fatto trovare in area nel momento del gol annullato, è parso presente e partecipe e attivo. In realtà lo è stato anche a Crotone, in quei primi 30 minuti di calcio prima della follia: il Gabbiadini arido e spento era subentrato solo dopo il gol fallito a tu per tu con Cordaz, un sinistro sparato centrale su cui il portiere calabrese fu svelto nel riflesso.

La sensazione è che il Gabbiadini di questa stagione soffra quello che avviene in campo, sia troppo lunatico e umorale. Il gol col Chievo schiuse le porte a una prestazione positiva, l’abulia nel primo tempo contro la Roma costrinse Sarri a varare per la prima volta il falso nueve. Insomma, a Manolo serve l’episodio decisivo per cambiare l’inerzia della sua partita. La vera domanda è: è possibile aspettarcelo e quindi aspettarlo nel match più importante di questa prima parte di stagione?

Tattica o emotività?

Questa è la decisione di Sarri. Perché, se volessimo fare un’analisi tattica, non ci sarebbe discussioni: dovrebbe giocare Gabbiadini, il Napoli ha bisogno di un attaccante. Allo stesso modo, però, ha bisogno di un attaccante che sia presente mentalmente e tatticamente, che sia dentro la partita fin da subito e per più tempo possibile. Ecco che, allora, Dries Mertens si candida. Il belga, nel suo piccolo (non riguardo alla statura, sia chiaro: è una questione di ruolo), è un trascinatore, uno che sposta il pallone assieme agli equilibri, che è mentalmente più pronto di Gabbiadini anche perché più abituato a ribalte così importanti (62 partite europee contro 14, 53 presenze in nazionale contro 6). Emotivamente, per l’importanza di Besiktas-Napoli, nemmeno ci sarebbero dubbi: Mertens in campo, nuovamente falso nueve. Sarri ha queste due opzioni.

Insigne

L’altra domanda: nel caso in cui il tecnico partenopeo scegliesse Gabbiadini, chi resta fuori. Questo è un altro caso da analizzare con calma. Intanto, crediamo che questo sia un assioma geometrico, Callejon resta imprescindibile. Non ci sono santi, non si passa avanti. Detto questo: Mertens o Insigne? E qui non è solo un caso di gestione tecnica o di energie, perché il caso della sostituzione a Torino (sbagliata per noi, ma è più sbagliata ancora la reazione di Lorenzo) è troppo fresco per non pensare a una “punizione”, anche se Sarri ha già ribadito quella che sarà la sua condotta in conferenza stampa. Al di là di queste ragioni politiche, il dubbio (per noi) non esiste: Mertens in campo. Questione di forma, di contesto, di presenza all’interno delle dinamiche di gioco. Anche l’idea di rivederlo nel suo ruolo, esterno a sinistra e non più attaccante per costrizione. Con Insigne arma tattica durante il match, pronto a rilevare il belga o il Gabbiadini “spento” e quindi creare una variabile  all’interno della partita. In caso di inserimento di Insigne, si tratterebbe di una gestione delle energie (Mertens va in campo da titolare, ininterrottamente, da Napoli-Roma) ma anche di un tentativo di recuperare subito, psicologicamente, il miglior Insigne. Che in realtà, però, quest’anno, non si è mai visto. A parte dei bellissimi assist.

Insomma, Sarri ha di fronte a sé un algoritmo semplice ma al tempo stesso complicato. Da una scelta, potrebbe discenderne la seconda. Vedremo cosa farà, lui ha detto/promesso che ogni cosa sarà fatta «nel bene del Napoli». Questa, al momento, è l’unica certezza.

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