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Gaetano Altieri, l’imprenditore elegante

Talento musicale, amore per la famiglia, la sua villa trasformata in un cenacolo. La scomparsa di Gaetano Altieri. Ai funerali anche Beppe Grillo

Gaetano Altieri, l’imprenditore elegante
Un'immagine di Gaetano Altieri
Il “barone” se n’è andato alla sua maniera: con eleganza e chiedendo scusa per il fastidio. Il saluto a Gaetano Altieri che ha smesso di lottare contro il male oscuro che in varie forme lo ha tormentato non può che iniziare dal suo modo di stare al mondo: irreprensibile, elegante, entusiasta della vita che pure gli ha riservato tante sgradite sorprese, sensibile alle sofferenze degli altri al punto da dedicarsi alla Lilt e al sostegno della lotta contro i tumori dopo aver sconfitto il suo. Tanti pregi e una sola passione a tutto tondo oltre l’amore per Adriana e per i figli: la musica, il teatro, il bello. Il talento musicale lo ha allevato tra le mura di casa, a Posillipo e a Ischia, tutti intorno al suo pianoforte, tutti ad accompagnare il jazzista colto e raffinato, ma anche il cultore della melodia napoletana d’autore. Lino d’Angiò gli ha dedicato un elogio che è tutto da sottoscrivere:  Gaetano è stato un artista più bravo di molti professionisti. Un cenacolo la sua casa, una passerella la sua vita sulla quale sono sfilati tutti i grandi, da Roberto Murolo, a Stefano Bollani, da Mara Venier a Sabrina Ferilli, da Renzo Arbore a Peppino di Capri con il quale ha intessuto uno specialissimo filo di amicizia e di complicità, lo stesso che lo ha tenuto legato a Enzo De Paola, l’amico di sempre, il complice, l’altro da sé. Ai funerali era presente anche Beppe Grillo.
Sono andato a salutarlo in clinica, dopo l’attacco fatale e nella bara non aveva perduto il suo aplomb: mi ha fatto una enorme tenerezza e gli ho dedicato, come tutti gli altri amici, qualche lacrima del mio dolore. In un attimo, tornando a casa, ho rivissuto mezzo secolo di conoscenza: la sua ascesa imprenditoriale che ha toccato punte altissime, la fondazione del Cis, una sua creatura, e il lento amorevole trasmettere ai figli la sua esperienza e la sua capacità di stare al mondo. Una carrellata di immagini che mi accompagneranno sempre, dominate dall’entusiasmo con il quale Gaetano ha affrontato tutte le svolte della sua vita, perfino il tentativo, non riuscito, di diventare un grande tennista. Che si spinse al limite estremo di promettere a chi scrive una fornitura straordinaria di shirt e di pullover se lo avessi aiutato a vincere un torneo di doppio giallo alla Canottieri Napoli. Non ce la facemmo, ma l’“ingaggio” mi venne regolarmente saldato.
Ciao Gaetano, grazie di essere esistito, ti ricorderò come l’ultima volta in pizzeria, da Enzo Coccia: sereno, felice di vivere nonostante gli ottantadue anni che ti portavi dietro con grande nonchalance. Preferisco ricordarti così perché l’immagine che mi ritorna è quella autentica di un piccolo grande napoletano.
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