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Attacco Napoli, difesa Juve: sicuri che 53 centimetri in meno siano un problema?

La differenza nelle altezze tra il trio offensivo (obbligato) di Sarri e la Bbc bianconera. Attacchiamo la Juventus e scopriamo se è vulnerabile: finora lo è stata per chi non ha avuto paura.

Attacco Napoli, difesa Juve: sicuri che 53 centimetri in meno siano un problema?

Nove, venti e ventiquattro. Non è un terno che ci ha consigliato l’astrologo di turno, sono delle distanze. Anzi, delle differenze. Le differenze di altezza, espresse in centimetri, tra i tre attaccanti del Napoli e i tre difensori della Juventus. 53 cm in tutto. Sabato sera, secondo la normalità tattica, dovremmo assistere a un tre contro tre, a un triplo gioco delle coppie: Callejon Vs Chiellini, Mertens Vs Bonucci e Insigne Vs Barzagli. O Benatia, ma cambia nulla. In totale, per tornare ai numeri, la differenza è cinquantatré.

Da qualche parte, si è letto che loro sono mezzo metro più alti di noi. Abbiamo capito che non è proprio un’esagerazione. Qualcuno, tra lo scaramantico e l’analitico, ha detto che questo è il miglior attacco possibile per sfidare quella difesa. E, se permettete, neanche questa è un’esagerazione. Certo, è ovvio che magari sarebbe stato meglio avere il nove che oggi gioca di là, o magari anche il 99 o in ultima istanza il 23. Ma non ci sono, per tanti motivi. E allora, bisogna fare di necessità virtù. E l’idea che i tre puffetti, definiti così anche da quotidiani importanti, possano mettere in difficoltà i tre giganti, è stramba ma stuzzicante. Insomma, perdonateci il termine. È una stronzata, ma neanche così grossa.

Sì, perché basta fare propria l’idea lanciata da Nicola Lo Conte: andiamo a Torino per giocarcela, per attaccare, per provare a vincere. Ci hanno provato in quattro, quest’anno: Inter, Milan, Lione e Siviglia (possiamo aggiungere la Lazio). Non è andata malissimo, anzi lo score è sfavorevole alla Juve. Nei risultati – due sconfitte, un pari e una vittoria di misura – ma anche nei tiri in porta subiti: 4 partite, 40 conclusioni concesse. Esatto, avete letto bene. Dieci per partita, quando la media in campionato dice 7,1. La Juventus non è invulnerabile, o almeno non del tutto.

E l’idea che quei tre, intendiamo quelli nostri, bassini e sguscianti, possano dire la loro anche in mezzo ai Gulliver in bianco e nero, è confermata dalle statistiche. Dei tre gol subiti in queste quattro partite, uno solo è stato segnato da un attaccante (Mauro Icardi, tra l’altro su azione d’angolo): il resto viene da Perisic e Locatelli. Due che arrivano da dietro o dal lato, che si inseriscono. E lo diciamo a ragion veduta: i due gol, in Inter-Juve e Milan-Juve, nascono proprio così, non è una questione di ruoli.

Bisognerà andare lì e cercarli, i nostri attaccanti. Sui piedi, magari in profondità a chiamare lo sprint. Nel triplo gioco delle coppie di cui sopra, al calciatore azzurro non fa mai difetto la velocità rispetto al marcatore juventino. Anzi, le sfide sulla rapidità sono squilibrate dalla parte nostra: Callejon-Chiellini non si pone, Mertens-Bonucci è un bel duello; più complesso Insigne-Barzagli, più che altro per i tempi perfetti in allungo del centrale ex Chievo e Palermo (e per il periodo un po’ così, anche nello spunto, di Lorenzo). Ci mancherebbe pure fossimo più lenti: nove, venti e ventiquattro. Non c’è bisogno di ricordare cosa significano questi numeri.

Scherzi a parte: è una possibilità. La Juventus diventa pericolosa, soprattutto senza Dybala, quando riesce a creare superiorità sulle fasce. L’idea che gli esterni di Sarri possano soffrire l’uno contro uno (in caso di Juve schierata con lo schema classico, il 3-5-2) potrebbe ribaltarsi e permettere al Napoli, con l’aiuto di Mertens, di formare delle sfide addirittura tre contro uno sugli esterni (il terzino e il belga in appoggio all’esterno alto). A quel punto, la difesa sarebbe chiamata a una scalata lunga, che permetterebbe all’esterno opposto (magari Callejon) di entrare in area e creare problemi a Buffon. Un’altra fonte di occasioni potrebbe venire dagli scambi stretti tra i calciatori del nostro tridente, sicuramente più rapidi nel breve rispetto ai loro dirimpettai. Il face-to-face garantito dai due moduli, a quel punto, potrebbe essere davvero appannaggio del Napoli. Idee, movimenti, tattiche. Possibilità, come abbiamo già detto.  Poi magari escono davvero il nove, il venti e il ventiquattro. Quasi quasi ce lo giochiamo, terno secco sulla ruota di Torino. Sabato sera, ovviamente.

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