ilNapolista

Ho sognato Hamsik regista e il centrocampo più forte d’Italia

Un piccolo racconto immaginario sul nuovo ruolo dello slovacco. E sull’arte del pallone, e sulla bellezza, e sul salto di qualità.

Ho sognato Hamsik regista e il centrocampo più forte d’Italia

A un certo punto, a Sky, c’era Maurizio Sarri che parlava. Gli hanno chiesto di una novità tattica, anzi della novità tattica. Hamsik regista, pivote davanti alla difesa, volante di impostazione. In qualsiasi lingua, con qualsiasi termine, quel ruolo è poesia. È un soffio, uno svolazzo. È arte. Calcistica, ok. Ma per voi il calcio non è arte? E allora non avete mai visto giocare Vazquez, Riquelme, Iniesta, non avete saputo apprezzare Pirlo (quello vero, non quello intoccabile della Juventus), non avete mai guardato e riguardato in loop i videoskills di Denilson. Ok, sto divagando. Hamsik regista.

Dicevamo di questa cosa. Anzi diceva lui, Maurizio Sarri: «Hamsik centrale? Un po di gusto me lo dà, ti dico la verità». Io, in quel momento, ho chiuso gli occhi. E ho iniziato a sognare ad occhi aperti, che poi ero ad occhi chiusi. La lingua italiana, a volte, ha dei modi di dire che sono delle vere stronzate. Comunque,

ho sognato Hamsik nei suoi pochi minuti di Napoli-Chievo davanti alla difesa. Un passaggio lungo, uno corto. Uno ad aprire il campo sulla fascia, uno a premiare l’inserimento nella traccia centrale del compagno. Tutto con i tempi giusti, con la giusta misura. Del resto, Marek sa giocare a calcio. Sa toccare la palla, sa fargli compiere dei percorsi. Jorginho no, è diverso. Eccolo, lo vedo. Lui si muove, muove il corpo per poi muovere la palla in base a dove sono i compagni. È un’altra cosa, quella che serve a questo Napoli adesso. Ma poi, riecco Hamsik, ed è poetico vederlo scavalcare Radovanovic con un pallonetto per servire Zielinski, quel piccolo e pestifero diavolo di un polacco, a cinque metri. È bello vederlo mentre sta nella metà bella di Jorginho e in quella mobile di Valdifiori, mette insieme le loro cose migliori e viene fuori il regista perfetto. Quando c’hai la palla, Hamsik volante è poesia. Quando non ce l’hanno gli altri poi si vede, è un’immagine che capita talmente raramente che è come la pubblicità nei film in tv. Rompe solo le scatole, ma sai che presto finisce. E ricomincia l’arte.

Ho visto Hamsik adattarsi pian piano a quel ruolo, trovarcisi sempre meglio partita dopo partita. L’ho visto scambiare sempre meglio e sempre più velocemente il pallone con quei due accanto a lui, Allan e Zielinski. Che insieme sono un’iradiddio, corrono per otto, quattro per uno, e sanno pure giocare a calcio. Certo, il polacco è più bravo ma Allan è sempre forte. Poi, ogni tanto, entrano Rog e Diawara. Rog al posto di Zielinski, e lui è uno che gioca sugli stessi livelli di poesia di Hamsik. Stessa lingua tecnica, stesso idioma della fantasia. A volte esagerano, anche perché devono tornare pure indietro e sembrano quasi dimenticarsene. Però che belli che sono, Hamsik a dettare i tempi e a cercare Rog con dei palloni impossibili e Rog che li stoppa sempre bene e poi trova il corridoio verticale per servire l’esterno o Milik. Quando entra Diawara, si mette a fare legna ma pure non butta mai via la palla. A volte, torna pure Jorginho. Solo che si mette accanto ad Hamsik, che adesso fa il regista di professione. E i registi diventano due, ed è bello pure così. È il centrocampo più forte, completo e bello a vedersi d’Italia. 

Sull’altro canale dei miei sogni ad occhi aperti danno la Juventus, con Pjanic e Khedira e Marchisio che è tornato dall’infortunio. Pure loro sono belli, ma non come il triangolo Allan-Hamsik-Zielinski. O magari il mio preferito, Rog-Hamsik-Zielinski. Torno a vedermi loro, questo nuovo Hamsik che Sarri ha inventato piano piano, lavorandolo al tornio della tattica. Lancio lungo, lancio corto, palla nel corridoio o apertura sull’esterno. Gestione di sé stesso, della squadra, dei tempi. Un regista, non c’è modo migliore per definirlo. Meglio rispetto a Jorginho, perché il Napoli cresce nel gioco e nella personalità e allora c’è bisogno di un salto di qualità, di uno più forte di Jorginho che ne prenda il posto e lo releghi ad alternativa. Non perché non sia forte o utile o bello a vedersi, ma perché Hamsik al suo posto mi dà gusto. Proprio come dice Sarri, che starà ancora parlando e…

Apro gli occhi, invece Sarri non c’è. Sta parlando Massimo Ambrosini. Bel giocatore, eh. Ma per carità, non c’entra niente con quello che ho appena visto, ad occhi chiusi.

Cambio canale, metto Sky Arte. Non ho idea di quale affresco stia parlando, in realtà non ne capisco nulla.

So solo che ora va molto meglio.

ilnapolista © riproduzione riservata