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Reina: «Hart è un grande portiere, Guardiola fa un lavoro maniacale: ha sempre nuove idee»

Interessante intervista dello spagnolo a Joe.com. Si parla di portieri, mercato, ma anche di Napoli: «L’obiettivo? Combattere come leoni».

Reina: «Hart è un grande portiere, Guardiola fa un lavoro maniacale: ha sempre nuove idee»

Pepe Reina a ruota libera. Del ruolo di portiere, del campionato italiano, di Guardiola e di Napoli e Juventus. Una bella intervista, quella rilasciata a Joe.com dall’azzurro, che viene raggiunto a Castel Volturno da Tony Barrett e tocca praticamente tutti i temi più vicini alla sua situazione di calciatore, ma anche e soprattutto di portiere. Anzi, no: di «goal player», come dice lui.

Sì, perché il ruolo sta cambiando. E lo capisci anche dl fatto che Joe Hart, ad esempio, deve lasciare il Manchester City per unirsi al Torino. Una questione di ruolo, di interpretazione ma pure di mercato: «È più difficile quando si parla del trasferimento di un portiere. Se sei un giocatore di movimento esistono molte più opzioni. Ho giocato contro Hart, è bravo. Nessuno dovrebbe mettere in dubbio le sua capacità. Ha vinto grandi trofei con il City ed è stato una grande fondamentale del loro successo. Ma con l’acquisto di Claudio Bravo è successo che il club ha cercato un portiere che si adattasse meglio al cambio di manager. Proprio per questo non dovremmo essere chiamati più semplicemente portieri, ma goal players. Chi dice che Hart non è bravo con i piedi non ci ha capito molto, è solo che Bravo è più abituato ad un sistema del genere».

Il passaggio del portiere inglese al Torino ha segnato una svolta: in prestito, da un top club a una squadra arrivata 12esima l’anno scorso: «Ciò non toglie che Joe resti un portiere di livello superiore. Anche loro, l’anno scorso, facevano giocare molto il portiere con i piedi. Evidentemente, qualcosa cambierà con il nuovo allenatore (Mihajlovic), ma Hart non avrà problemi. Dal punto di vista del regolamento, i portieri sono molto più tutelati in Italia».

Su Guardiola, con cui Reina ha giocato (ai tempi di Barcellona) e ha condiviso l’esperienza di Monaco, due stagioni fa: «Guardiola è stato il mio primo capitano a Barcellona e anche allora si potrebbe dire che lui non sarebbe stato solo un manager, ma che stava per diventare un top manager. Era sempre il leader, dentro e fuori lo spogliatoio ed era come avere un allenatore in campo perché pensava sempre a quello che la squadra avrebbe potuto fare per giocare meglio. È uno dei migliori al mondo, un esempio è il lavoro tattico che ha fatto con i terzini che adesso tutti cercano di copiargli. Nessuno pensa al calcio come e quanto fa lui, il lavoro che sta dietro quello che vedi in campo è maniacale: comincia nel suo ufficio, con lo studio dell’avversario  di nuove idee per superarlo».

Alla fine, si parla anche di Napoli. Dell’addio di Higuain, del nuovo corso, dei calciatori arrivati dal mercato. E di Reina a Napoli, certo: «Il nostro obiettivo è semplice: combatteremo come leoni. La Juventus è favorita, ma noi ora abbiamo una squadra migliore. Sono felice di essere qui, un club che mi ha fatto sempre sentire importante. Poi quest’anno ci sarà anche la Champions League, che per noi è una vetrina molto importante». Ci saremo anche noi, Pepe. Non mancheremo.

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