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La rassegna stampa sulla frattura Sarri-De Laurentiis (e bye bye arbitri)

Ovviamente i giornali parlano della frattura interna (pendono dalla parte di Sarri). Complimenti all’autolesionismo del Napoli.

La rassegna stampa sulla frattura Sarri-De Laurentiis (e bye bye arbitri)

Prevedibile. Anzi, scontato. Esauriti i temi della partita di Marassi, l’autogol dei commenti sugli arbitri di Sarri e della successiva risposta di De Laurentiis tramite comunicato ufficiale si riverberano su tutti i giornali italiani. È successo quel che era ampiamente prevedibile: Sarri ha spostato il focus dagli arbitri al Napoli, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi tutti – lo abbiamo fatto anche noi ieri – scrivono di un rapporto in crisi. Anche alcune frasi vicendevoli di stima e complimenti (lo stesso Sarri, nel postpartita, aveva affermato che tutto ciò che sarebbe venuto oltre il quinto posto era merito della società; a sua volta, nel comunicato di ieri, si era complimentato con il tecnico anche per il risultato di Genova) sono naturalmente andate in cavalleria. La comunicazione è una scienza quasi esatta, oltre che pericolosa: bisogna maneggiarla con cura.

Detto questo, una piccola rassegna stampa sul caso. Che, ovviamente, fa rumore un po’ dappertutto. La Gazzetta dello Sport ci fa una finestra in prima pagina (“Sarri e De Laurentiis separati dagli arbitri” è il titolo) e poi scrive: «Quindici mesi appena e siamo già quasi alla sopportazione. Qualcosa è cambiato nel rapporto tra Maurizio Sarri e Aurelio De Laurentiis, soprattutto negli ultimi mesi, da quando si è iniziato a discutere il rinnovo del contratto dell’allenatore fino ad arrivare al suo sfogo di mercoledì sera, nel dopo partita di Marassi». La cronologia, in verità, salta i passaggi positivi (tipo le belle parole dopo e sul rinnovo del contratto) evidenziando solo quelli negativi (che non sono pochi eh); poi, sottolinea come nel passato anche lo stesso club si sia lamentato delle decisioni degli arbitri e oggi, invece, inviti alla coerenza il proprio tecnico. Questo è un passaggio comune a tanti quotidiani, e non è lontano dalla verità. Infine, la grana mercato, con il passaggio sui 128 milioni spesi nell’ultima sessione.

Repubblica Napoli sembra schierarsi: «Ma la realtà è un altra: nel Napoli c’è un uomo solo al comando, con la sua tuta rigorosamente biancazzurra, l’accento toscano di ordinanza e un velo di perenne insoddisfazione stampato sul viso. Sarri, ex bancario, che per mestiere fa il maestro di calcio e ha impiegato 56 anni per uscire dall’anonimato, dopo un’onesta vita da gregario. La bicicletta azzurra se l’è sudata partendo dal basso e meritata, col bel gioco delle sue squadre e i risultati. Adesso vuole di più, però: provare a vincere e sentirsi protetto dalla società, che invece fatica a stare al passo con gli exploit che arrivano dal campo». Nell’edizione nazionale il Napoli è definito un club a conduzione familiare.

Anche per Il Mattino, la situazione è complessa: il quotidiano di Via Chiatamone scrive di «rissa sfiorata» per tre volte negli ultimi mesi, una per ogni incomprensione via dichiarazioni. I tre momenti: il tweet con i suggerimenti tattici dopo l’arrivo di Rog, prima di Palermo (le dichiarazioni a Mediaset sulla squadra competitiva per il futuro e non per il presente) e oggi. Poi, rispunta Benitez: «Per uscirne, ora, serve aguzzare l’ingegno. Di sicuro, De Laurentiis quando ha visto partire Benitez,era certo di essersi liberato di un rompiscatole che non faceva altro che parlare di business plan, di società carente, di fatturati, di investimenti. Mai, ingaggiato Sarri, l’uomo pescato dalla provincia, De Laurentiis si sarebbe sognato di firmare una nota di questo tipo». Nell’editoriale, il quotidiano napoletano si mostra più comprensivo con il tecnico: «Una presa di posizione come quella espressa nel comunicato partito da Xi’an rischia di indebolirlo di fronte a chi – gli arbitri – interpretano, spesso in maniera anomala, le regole del gioco. Maurizio cede talvolta alla lamentela o alla provocazione – dai calendari agli impegni delle nazionali, dagli orari delle partite alla disparità di trattamento per gli allenatori in tuta – ma a Genova non era alla ricerca di alibi, parola letta nel messaggio di De Laurentiis».

I quotidiani in buona sostanza pendono dalla parte di Sarri. Ci va più cauto il Corsport che nell’edizione campana titola a tutta pagina sulle parole di Adl (“Napoli, niente alibi”) ma poi racconta i fatti di ieri parlando delle «carezze» tra i due, che si leggono anche nel comunicato del presidente e scrivendo in maniera più soft del caso: «L’unica cosa che resta nella Napoli ondeggiante in questo malessere strisciante, è il ping-pong tra Sarri e De Laurentiis che ribadisce chiavi di letture non sempre convergenti: è la contrapposizione dialettica tra due modelli di pensieri che talvolta si assomigliano, nella loro esuberanza, e che stavolta invece sfrigolano, lasciando l’identica sensazione del graffio d’un pezzetto di gesso sulla lavagna. E non c’è nulla di sfuggente, di indecifrabile, di misterioso in queste posizioni antitetiche, mentre invece e dovrebbero risultare convergenti».

In chiusura, Tuttosport. Che, ovviamente, sottolinea la «tensione Napoli» ma comunque riequilibra un po’ la situazione scrivendo dei torti subiti dagli azzurri (lo fanno anche CorsportMattino, dopo aver parlato del gelo Sarri-Adl): «Resta il dato inoppugnabile che il Napoli si è visto negare tre rigori netti: a Pescara alla prima giornata (concesso da Giacomelli e poi negato da Rocchi per una segnalazione errata dell’addizionale) e due a Genova (fallo di mano di Ocampos e trattenuta su Milik). I rigori si possono sbagliare, ma se il Napoli li avesse realizzati sarebbe primo, unica squadra a punteggio pieno. Perché il presidente ha preferito tacitare l’allenatore e giustificare le sviste di Damato e Rocchi? Forse perché ha deciso di abbandonare gli attacchi agli organi direttivi degli arbitri a vantaggio della linea del dialogo lontano da microfoni e telecamere». Al di là delle polemiche, forse, la cosa migliore da fare sarebbe stata proprio quella di sottolineare gli errori di Damato. E basta. Domani c’è già il Chievo. Quello che serve per dimenticare una due giorni che non ha fatto bene a nessuno. E che noi avevamo previsto.

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