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Guardiola a Mourinho: «Se mi offre un bicchere di vino dopo il derby? Accetterò»

Domani il derby di Manchester che è anche il duello tra due mostri sacri della panchina. Ecco le loro conferenze.

José e Pep, Mou e Guardiola. Una sfida nella sfida, il più grande duello delle panchine negli ultimi dieci anni. Da Real-Barça a Manchester United-Manchester City. Domani si torna in campo, ma prima ecco le conferenze stampa dei due tecnici. Alla vigilia di uno dei derby più attesi della storia del calcio.

Domanda per Guardiola: il derby arriva troppo presto?

Arriva allo stesso momento, per noi e per loro. Entrambi i club hanno bisogno di tempo, ma ora c’è da giocare una partita a a Old Trafford. Cercheremo di fare le cose che abbiamo fatto bene finora. Abbiamo giocato bene in alcuni momenti delle ultime partite, in particolare a Bucarest e nel primo tempo contro il West Ham. E a Stoke ho capito subito quanto può essere dura la Premier League.

Mourinho sul Manchester City e su Guardiola.

È un club importante, una contender per il titolo. Dobbiamo rispettare il nostro avversario. Hanno avuto grandi manager in passato e anche ora ne hanno uno molto buono. L’organico è sempre stato composto da grandi giocatori.

Guardiola su Mourinho.

L’ho detto molte volte: ho un grande rispetto per Mourinho. Cerco sempre di imparare da tutti i miei colleghi, ed è lo stesso con lui. La rivalità è alimentata più dai media che da noi stessi, che non siamo in grado di controllare queste dinamiche. Lui è stato il mio allenatore, era nello staff con Bobby Robson a Barcellona. L’ultimo periodo a Barcellona e Real Madrid non è stato facile per noi due, ma ci siamo incontrati due, tre settimane in occasione di una riunione tra allenatori. Se mi offre un bicchiere di vino dopo la partita? Accetterò, certo.

Mourinho sul Manchester United.

Abbiamo un buon gruppo, siamo una famiglia. Lavoriamo insieme e abbiamo la responsabilità di lavorare per un club con una storia tanto importante. Quando si arriva a un club come il Manchester United, non si possono utilizzare di difesa: si deve andare direttamente all’obiettivo. Il nostro è chiaro: vogliamo vincere il titolo.

Guardiola sul derby di Manchester.

Barcellona-Real Madrid, ogni anno, è sempre stata la partita migliore del mondo. Lasciatemi vivere questo derby e dopo posso dirvi come si può confrontare con la Spagna, con quella partita. O magari con la Germania, la sfida tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Abbiamo la fortuna di essere qui e vivere questa esperienza. Stiamo andando a cercare di fare del nostro meglio e dopo prepareremo la nostra partita di Champions League.

Mourinho sul break per le nazionali e la disponibilità della rosa.

Ovviamente, il discorso cambia: avessimo avuto tutta la settimana per preparare questa sfida, sarebbe stato diverso. I nostri calciatori hanno viaggiato e giocato in giro per il mondo ma non ci sono stati infortuni e ognuno è tornato in modo in tempo per almeno una sessione di allenamento. Tutti i calciatori sono pronti e vogliono giocare, naturalmente.

Guardiola e il bel calcio, la necessità di giocare bene per vincere.

Tutto dipende dal modo di giocare. Da sempre, e fino all’ultimo giorno della mia carriera, insisto sul fatto che si debba giocare bene per vincere. Voglio la palla, voglio attaccare il più possibile, voglio controllare il gioco e voglio pure concedere qualche contropiede. Tutto, pur di cercare il bel gioco. Mi piacerebbe giocare come abbiamo fatto nelle ultime cinque partite ufficiali, ma sappiamo anche contro quali avversari giochiamo domani.Hanno un sacco di talento in attacco, Mata tra le righe è molto pericoloso, i terzini hanno grandi capacità offensive e la qualità di Rooney e Ibrahimovic e Martial è altissima. Sono bravissimi anche sui calci piazzati.

Ancora Guardiola, su Ibrahimovic.

Ho un grande rispetto per quello che ha fatto nella sua carriera. Quello che ha fatto in tutto il mondo è sorprendente. È un top player, uno dei migliori calciatori al mondo. Alcuni giocatori hanno bisogno di tempo per capire il campionato in cui si trasferiscono, ma i grandi giocatori come lui non hanno questa necessità.

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