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Come cambierebbe il Napoli con Diawara al posto di Jorginho

L’impiego dell’ex Bologna dal primo minuto al momento è solo un’ipotesi. C’è chi lo paragona a un Desailly col piede educato.

Come cambierebbe il Napoli con Diawara al posto di Jorginho

C’è una sensazione strisciante, a Napoli. Una suggestione sul turnover, sulla possibilità che si vada per la prima volta oltre Zielinski. Il polacco, ne abbiamo parlato tanto, è il quarto centrocampista titolare del Napoli: offre la possibilità di sostituire (bene) Hamsik, pur con caratteristiche diverse, e di dare ad Allan un cambio che è anche tattico, perché sposta gli equilibri in avanti.

Partendo da qui, “andare oltre Zielinski” vuol dire pensare a Jorginho. A come dargli un cambio, perché nessuno dei tre di cui abbiamo parlato finora, Allan, Hamsik o Jorginho, possiede la dote che caratterizza l’italobrasiliano: la gestione dell’azione. Nel mercato del Napoli, quello che ha rivoluzionato il parco alternative, lo slot di vice-Jorginho apparterrebbe a Amadou Diawara. E la sensazione di cui sopra, la suggestione sul turnover, ha la sua faccia e il suo nome e cognome. Di certo, il tutto è in qualche modo “aiutato” dal fatto che domani sera si giochi col Bologna che è la squadra che l’anno scorso l’ha fatto esordire in Serie A senza passare dal via. Anzi, partendoci direttamente: salto triplo, dalla Lega Pro alla cabina di regia di un club di massima serie senza patire il cambiamento d’aria. Anzi, quasi a giovarsene: Diawara è stato la grande sensazione dell’ultimo campionato dei felsinei, e la (deprecabile, anche se è venuto da noi) sceneggiata di fine campionato per trasferirsi in un altro club, in qualche modo, è sintomatica del fatto che il calciatore, nel caso, non avrebbe avuto difficoltà a trovare un’altra squadra al posto del Napoli. Anche all’estero, magari.

Detto questo, ipotizziamo Napoli-Bologna con Diawara in campo. Ripetiamo, è un’ipotesi. Anticipiamo la nostra posizione che è un po’ quella sul turnover in generale: la suggestione ci sta, è giusta. Soprattutto alla vigilia di un’altra settimana con un match al centro, un Genoa-Napoli che – gemellaggio a parte – è certamente più ostico, almeno sulla carta, di un Napoli-Bologna. Lo dicono i numeri: nell’unica trasferta stagionale, la squadra di Donadoni ha subito cinque gol a Torino. I rossoblù di Juric hanno vinto all’esordio in casa contro il Cagliari, e alla metà del primo tempo di domenica avevano tenuto bene il campo contro la Fiorentina. In mezzo, la netta vittoria di Pescara contro il Crotone. Il tutto, giocando tendenzialmente bene a calcio.

Partiamo dal calendario per “giustificare”, in qualche modo, questo esperimento. Che poi sarebbe anche un segnale per tutti gli altri: allenatevi, fatevi vedere e tenetevi pronti che c’è spazio per tutti. Sarebbe giusto, sarebbe bello. Così come è stato bello a Palermo con Maggio e Zielinski, così come è stato giusto con Milik dopo la pessima esibizione di Gabbiadini con il Pescara e con Mertens e Insigne in un’alternanza finora perfetta della maglia da titolare tra campionato e Champions League. Pare debba succedere anche domani sera, con il biondo (!) di Frattamaggiore pronto a riprendere il posto del suo alter ego.

Poi, come dire: prendiamolo, questo Diawara, e verifichiamone le credenziali. Giudichiamolo, vediamo se può prendere per mano questa squadra. Se l’assoluta “necessità di Jorginho” di cui soffre questo Napoli è curabile con un medicinale nuovo, diverso: Diawara, rispetto all’ex Verona, è un calciatore più portato alla gestione del pallone che del movimento dei compagni. Se Jorginho si muove in base alla posizione del portatore e dell’avversario per gestire i tempi di gioco con il tocco semplice, l’ex Bologna fa muovere la palla anche attraverso corridoi più complicati. È una differenza minima, ma sostanziale. Forse, è pure il motivo che induce chi scrive a un minimo di reticenza nell’affidare completamente la squadra al guineano: il Napoli si smarrisce quando Jorginho sparisce dal gioco, perché marcato o fuori posizione o fuori dalla partita. Un calciatore che gioca in maniera diversa porterebbe agli stessi problemi? Non è il caso di aspettare che Diawara adatti le sue caratteristiche al Napoli prima di mettergli in mano le chiavi della squadra?

Però, dall’altra parte, c’è la curiosità. Che è un morbo brutto, difficile con cui convivere. Soprattutto quando si parla di calcio, e si immagina di poter vedere sul campo le azioni di gioco che hai nella testa. Che sono un mix tra una rielaborazione grafica dei video su Youtube e la trasformazione in realtà fattiva delle statistiche del calciatore. Quelle di Diawara, costruite in questo modo qui, sono bellissime. Perché in altre cose si va oltre Jorginho: la fisicità torreggiante, la diversa falcata, un contributo che è meno cerebrale ma sicuramente più gagliardo in fase difensiva. Alcuni, tipo il suo primo allenatore al San Marino (Tazzioli), ha equiparato Diawara al Desailly del Milan: diga frangiflutti, ma anche regista insospettabile, dal piede sorprendentemente educato. Ecco, anche solo un’anteprima di una roba così ci piacerebbe vederla. Sarebbe giusto, sarebbe bello.

Ps: Tranquilli, per Napoli-Chievo scriviamo lo stesso articolo per Rog e poi per Giaccherini e Maksimovic. Il turnover del calcio è un’esperienza di democrazia e partecipazione. Toccherà anche a loro, sì.

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