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I media e la nuova era cinese di Milan e Inter: tra grandi investimenti e “braccini corti”

Dubbi e perplessità sugli storici cambi di proprietà di nerazzurri e rossoneri. Gli altri club che hanno vissuto la stessa dinamica non promettono molto di buono.

I media e la nuova era cinese di Milan e Inter: tra grandi investimenti e “braccini corti”

La (doppia) notizia è storica, eppure non incontra la totalità dei favori: Milan e Inter, nel giro di pochi mesi, hanno cambiato proprietà e sono passate nelle mani di gruppi provenienti dalla Cina. Una svolta epocale per il nostro calcio, ma anche per il football europeo in generale: due club tra i più importanti del mondo, gli unici ad aver portato entrambi a casa la Coppa dei Campioni/Champions League provenendo dalla stessa città, diventano la prima grande espressione dell’espansione cinese nel calcio che conta. Come detto, però, oltre alla ovvia curiosità resiste anche un pizzico di preoccupazione sul futuro di nerazzurri e rossoneri.

Calcio&Finanza ha raccolto alcuni pareri in merito a questa doppia operazione commerciale, e non tutti brillano per entusiasmo. Marco Iaria della Gazzetta dello Sport, ad esempio, racconta del mistero intorno alla figura di riferimento della cordata che ha acquistato il Milan, tale Yonghong L: «È l’uomo forte della cordata cinese, presidente di questa società-veicolo e azionista futuro del Milan (al 15%?). Al tavolo con Fininvest ha recitato un ruolo da protagonista, è in predicato di investire personalmente sul club, eppure si sa poco di lui. Yonghong Li è titolare della finanziaria Jie Ande, non compare nelle classifiche di Forbes e nemmeno nei principali motori di ricerca finanziari».

Sì, ma come e da dove nasce questo gruppo di investitori cinesi per il club rossonero? Lo spiega Carlo Festa de Il Sole 24 Ore: «La SinoEurope Investment Management Changxing è una società veicolo costituita per l’operazione dove lead investor (cioè investitori principali con un 30% complessivo di quote) sono Haixia Capital, il fondo di Stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti e l’imprenditore Yonghong Li, noto in Cina per aver acquisito diverse aziende. Haixia Capital, una società di asset management con circa 10 miliardi di dollari in gestione, è stata l’azienda scelta per entrare direttamente nell’operazione dal governo di Pechino, che puntava ad avere un ruolo nella cordata fin dalle prime discussioni con Fininvest».

Stefano Sacchi, de il Venerdì di Repubblica, amplia invece il discorso all’internazionalizzazione della Serie A: «Tre grandi squadre, Milan, Inter e Roma fanno riferimento a proprietà straniere. E il Bologna, una delle provinciali più nobili, è controllata da un imprenditore canadese. Quella che partirà tra due settimane sarà la Serie A più internazionale di sempre. Soprattutto per il ciclone cinese che ha cambiato la geografia calcistica di Milano. I nuovi ricchi asiatici si aggiungono a James Pallotta e Joey Saputo, proprietari di Roma e Bologna. Finora la frontiera della Serie A era questa: discendenti di emigrati italiani che hanno fatto fortuna in America e sono tornati per legare il loro nome al nostro calcio».

Tocca a Marco Bellinazzo, infine, indagare in maniera più profonda nelle cifre che stanno dietro la doppia trattativa che ha portato la Milano del pallone nelle mani di consorzi cinesi: «“Il takeover cinese è costato 1,3 miliardi di euro (circa 600 milioni per l’Inter, tra equity value e indebitamento finanziario, e 740 milioni per il Milan). Più o meno la cifra impegnata da Moratti nella sua ventennale presidenza interista (mentre Berlusconi dal 1986 ha investito tra aumenti di capitale e prestiti 865 milioni)».

La voce fuori dal coro sembra però quella di Tuttosport, che in un pezzo pubblicato nell’edizione odierna in edicola analizza il destino dei vari club europei finiti nelle mani di proprietari provenienti dalla Cina: «Dopo le acquisizioni degli ultimi mesi, sono 14 i club del Vecchio Continete con uomini d’affari cinesi all’interno dell’azionariato: due con quote di minoranza (Atletico Madrid e Manchester City), dodici di maggioranza. Oltre a Milan e Inter, si tratta di Aston Villa, Birmingham Wba e Wolverhampton in Inghilterra; Espanyol e Granada in Spagna; Nizza e Sochaux in Francia, Den Haag in Olanda e Slavia Praga in Repubblica Ceca. Nessun grande risultato, ma anche un’attenzione forte al mercato: i club acquistati quest’anno (Aston Villa, Wba, Wolverhampton, Nizza, Espanyol e Granada) non hanno ancora effettuato acquisti superiori ai 10 milioni di euro. Gli sceicchi e gli oligarchi russi sono lontani, e inoltre in queste realtà spesso si sono create notevoli complicazioni nelle procedure decisionali perché gli acquirenti vogliono controllare ogni scelta con tempi piuttosto lunghi. I tifosi di Inter e Milan sperano in un futuro diverso». Tanti auguri, quindi.

 

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