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Diawara completa il tris: con Zielinski e Rog, il centrocampo di oggi e di domani

Il guineano proveniente dal Bologna è un diamante grezzo, utilizzabile in tutti i ruoli. Con lui, il Napoli completa il centrocampo più forte dell’era De Laurentiis.

Abbiamo visto le foto, ci vogliamo credere stavolta. Anzi, ci dobbiamo credere. Amadou Diawara è stato acquistato dal Napoli, sarà il terzo rinforzo per il centrocampo di Maurizio Sarri se consideriamo solo Zielinski e Giaccherini. Il quarto, se invece diamo per scontato l’arrivo di Marko Rog. Del quale non si sa nulla, quindi è molto probabile che i rumors “famosi”, quelli del post-preliminari e del “26 agosto a Napoli”, corrispondano alla realtà.

Quindi, è fatta. Il Napoli completa l’organico del suo centrocampo attraverso una scelta che è una politica ben precisa: calciatori giovani e promettenti, pure se a prezzo alto. Ora resta da capire cosa sarà del centrocampo azzurro, cosa può e vuole fare Maurizio Sarri. Di e su Zielinski e Rog, abbiamo già scritto: qui trovate il pezzo di presentazione del croato, qui quello un po’ più vecchio del polacco. L’ex Empoli l’abbiamo visto pure in campo, e ci ha fatto subito un’ottima impressione. Per qualità, movimento, portamento. Per possibilità di integrazione con il calcio di Sarri, ma questo in realtà lo sapevamo già.

Ora ci tocca, quindi, presentare Amadou Diawara. E non possiamo partire che da un dettaglio fondamentale: l’età. Diawara è giovane, giovanissimo. È nato il 17 luglio 1997, quindi un mese fa ha compiuto 19 anni. La sua pagina Wikipedia lo definisce come “un classico mediano”, la realtà forse è un tantino diversa perché più complicata: in un centrocampo a tre, come quello del Napoli, Diawara è ancora un “polivalente”. O meglio, anche data l’anagrafe, un “non specializzato”. Potrebbe essere interpretato come un vice-Jorginho, ma ha anche tutte le qualità di un futuribile vice-Allan. Perché la sua caratteristica principale, anzi la sua skill di riferimento, è la lettura del gioco: che si disimpegni in fase di interdizione o di appoggio, Diawara capisce prima, in anticipo, come muoversi. Dove andrà a finire la palla, come acquisire un vantaggio sull’avversario per giocarla prima e meglio. Questa dote, che si può affinare ma che è soprattutto innata (soprattutto se hai 19 anni compiuti da un mese e i filmati su Youtube risalgono quindi al tempo in cui ne avevi 18), permette a Diawara di essere un diamante grezzo prima che un calciatore già formato, almeno scolasticamente. Quindi, un prodotto da rifinire. Sarri può farne quello che vuole, ovviamente in senso buono: l’idea di immaginarlo come vice-Allan è percorribile, così come quella di configurarlo come metodista classico, come un Jorginho più dinamico e comunque non molto inferiore nel puro ragionamento. Anche i dati dell’anno scorso confermano che è tutto possibile: 34 presenze, 84% di pass accuracy. E almeno 4 eventi difensivi a partita. Se non volete credere alle stats, una testimonianza video sotto.

Certo, non parliamo ancora di Makelele (idolo di chi scrive, nel ruolo) o di Yaya Touré (il calciatore a cui dice di ispirarsi), ma di un prospetto che ha queste caratteristiche e un un hype potenziale a livello dei due mostri sacri che abbiamo citato. Non mancano i lati oscuri, ovviamente. I suoi sono soprattutto caratteriali, di testa. Il comportamento di questa preseason (non) bolognese non è condivisibile in quanto non professionale; e poi, un temperamento bello hard pure in campo, con 11 cartellini in campo e 2 rossi (di cui uno per proteste) alla prima stagione in Italia. Roba che a Napoli, per esperienze pregresse e pure fresche come per conformazione della squadra (la più corretta del campionato scorso), non può esistere. Il lavoro di Sarri, dopo aver ultimato il recupero psicofisico di un calciatore che non gioca da tre mesi, deve partire da qui.

Per poi evolversi dove? La profilazione di Diawara ci permette di pensare a più ampio respiro, di immaginare un ventaglio di soluzioni alternative per il centrocampo del Napoli. Un reparto, dato oggettivo, mai così completo e qualitativo nell’era De Laurentiis. Oltre i tre titolarissimi, il Napoli dispone di un terzetto potenzialmente di pari livello, se non superiore, da qui a due anni: Zielinski-Diawara-Rog, con formule intercambiabili. Rog regista e Diawara al posto di Allan o viceversa, con Hamsik e Zielinski trequartista dietro due punte, con l’ultima spiaggia eventuale dell’inserimento di Giaccherini nei tre di centrocampo per una mediana più di corsa che di ragionamento.

L’ultima cosa da capire, ora, resta il destino di Mirko Valdifiori. Dopo il match di ieri sera, negativo (eufemismo) anziché no, oggi abbiamo letto nuovamente in giro di una possibile cessione. Fermo restando il nostro giudizio negativo sulla partita e sulla permanenza in rosa del regista ex Empoli (nulla di personale, ci mancherebbe, ma una totale mancanza di aderenza al progetto tattico del Napoli), l’idea di restare con i soli Jorginho e Diawara come registi “puri” ci pare quantomeno azzardata. Visti, soprattutto, gli inevitabili problemi di adattamento che il giovane guineano incontrerà nei suoi primi approcci napoletani. La scappatoia regolamentare dell’Under non creerebbe scompensi nella lista Figc, quindi non c’è bisogno di liberare uno slot per inserire Amadou. Un’altra situazione collaterale che rende (ancora più) probabile e percorribile l’ipotesi della permanenza, almeno fino a gennaio, di Valdifiori. Una scelta che ci pare giusta, oculata, in quanto permetterebbe a Diawara di integrarsi senza problemi e di “studiare” con accanto due registi con caratteristiche diverse, complementari. Certo, sarebbe da verificare la disponibilità di Valdifiori (e del suo loquace agente Giuffredi) a restare a Napoli come seconda-alternativa-quasi-terza, un ruolo da comprimario vero. Difficile, ma se non ci sono soluzioni sul mercato, resta l’unica strada da percorrere. Oppure, si potrebbe inserire Valdifiori all’interno di una trattativa (si ipotizzava, oggi, quella per Maksimovic) come contropartita tecnica, in modo da potenziare ancora la squadra limitando l’esborso in contanti. Sarebbe una scelta precisa, diretta, un punto di non ritorno. Fattibile, per il numero, la qualità e le caratteristiche dei mediani in rosa (Allan, Jorginho, Hamsik, Rog, Zielinski, lo stesso Giaccherini); una scommessa sulla gioventù, però. Rischiosa, ma affascinante. Vedremo. Intanto, benvenuto Diawara. Forse, e finalmente, ce l’abbiamo fatta.

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