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La Gazzetta in difesa della Juventus per l’inchiesta ’ndrangheta-ultras

La Gazzetta rompe il silenzio e scrive dell’inchiesta della Procura di Torino sugli intrecci ultras-’ndrangheta. Dalla parte della Juventus

La Gazzetta in difesa della Juventus per l’inchiesta ’ndrangheta-ultras
La Gazzetta e l’inchiesta su Juventus-’ndrangheta e ultras

Ieri (martedì 12 luglio) avevamo notato l’assenza di notizie sulla Gazzetta dello Sport relative all’inchiesta della Procura di Torino sui legami tra ultras della Juventus – alcuni dei quali cooptati in società, al fianco del figlio dell’ex arbitro Pairetto che è diventato un dirigente bianconero  –  e la ’ndrangheta. Legami che stanno emergendo dall’inchiesta e che sono relativi al bagarinaggio dei biglietti. Oggi la Gazzetta dello Sport decide di tornare sull’inchiesta ma lo fa in una maniera singolare. Dalla parte della Juventus. Il titolo è tutto un programma: “La ’ndrangheta in curva? La società: noi parte lesa”. Il quotidiano riporta una notizia già nota e cioè che un dipendente della Juventus – di cui non è stato fornito il nome – è stato ascoltato dagli inquirenti. La Gazzetta scrive che i pm “devono comprendere la natura del rapporto tra il club e certi uomini dei clan, riusciti ad assicurarsi posti nella Sud dello Stadium e a garantirsi i ricchi profitti del bagarinaggio”. Il quotidiano poi aggiunge: “Da parte bianconera fiducia nei giudici e certezza di essere parte lesa: la società emette solo biglietti nel rispetto delle procedure di vendita, ma ciò che succede dopo è spesso poco chiaro”. Ricordiamo che pochi giorni fa si è ucciso l’ex capo ultrà Raffaello Bucci, 40 anni, che si è suicidato gettandosi dallo stesso viadotto da cui si tolse la vita Edoardo Agnelli. Bucci è definito dalla Gazzetta “una figura di raccordo tra tifosi e società”.

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