ilNapolista

Higuain, a te la scelta: essere ricordato o essere amato per sempre

Higuain, a te la scelta del tuo rapporto con Napoli. Quando arrivasti, scrissi: “Fino a quando clausola rescissoria non ci separi”.

Higuain, a te la scelta: essere ricordato o essere amato per sempre

A questo punto resta una sola scelta da fare, non in generale, la scelta qui è soltanto tua; è facile perché dovrai scegliere tra due cose belle. Niente vita o morte, o, peggio ancora, tra hamburger di carne o vegetariano. Si tratta di scegliere tra l’essere ricordati per sempre e l’essere amati, tenendo presente che l’essere amati può comprendere sia il ricordo che il per sempre. Che c’è, ti sembra difficile? Non spaventarti, è più facile di quanto credi. Certo, non è semplice come essere marcati da Paletta ma nemmeno difficile come l’avere a che fare con Thiago Silva. Analizziamo per prima l’aspetto più semplice, quello che riguarda l’essere ricordati per sempre. Diciamo che se tu dovessi scegliere questa saresti già a buon punto, per non dire a posto. Parliamoci chiaro, hai fatto tre ottime stagioni a Napoli, la terza, poi, è stata straordinaria. Assist, gol, presenza in campo, forte come pochi altri visti giocare al San Paolo. Hai pianto e hai riso, come succede, come è giusto. Ogni tanto mi sono trovato a riflettere sul fatto che tu potessi essere più forte di Careca. Tu, nell’immaginario personale mio, e di molti altri, hai messo in discussione gli idoli, cioè quelli amati, ti manca poco così. Hai stabilito il record di gol segnati nel campionato di serie A, l’hai fatto con la maglia del Napoli, chissà per quanto tempo il record resisterà; hai unito – e sarà così per sempre – almanacco e passione. No, non ti dimenticheremo mai, sarai ricordato per sempre. Perciò, se tu dovessi andar via domattina, puoi star tranquillo, a Napoli, nessuno si dimenticherà di te, e nessun tifoso di altre squadre al mondo dimenticherà che l’uomo dei record giocava nel Napoli.

Veniamo alla faccenda più complicata, quella dell’essere amato. Vedi, la memoria e la passione, sono cose belle, con un notevole peso specifico, ma ben diverse dall’amore. La memoria resta. La passione scema, sfuma, scolorisce, finisce. Per essere amati, e non credere che a Napoli sia più facile, bisogna fare qualcosa in più. Intanto bisogna amare. Tu ci ami, Gonzalo? Ci hai amati? Non lo so, in alcuni momenti mi è sembrato di sì. Del resto, anche tu penserai (o avrai pensato) di essere (o essere stato) molto amato. Non è così, per essere amati bisogna andare oltre, fare quel passo che consenta di spostare il ricordato per sempre dentro la parola amore. Maradona e Careca saranno amati per sempre, Hamsik sarà amato per sempre. Cavani, per esempio, no, anche se non lo dimenticheremo mai. Se tu andassi via domattina (e ne hai tutto il diritto) dovresti farlo con la certezza di non essere amato, col pensiero a questi tre anni, con l’idea di aver fatto tutto questo quasi per niente, perché tra la memoria e l’amore vince sempre l’amore. Perché la memoria ti fa ricordare tutti i gol e le vittorie, l’amore ti fa scordare i rigori sbagliati e le sconfitte. L’amore ti fa sentire come uno di noi. Insomma, tu vuoi essere di famiglia o un amico di passaggio, seppur molto gradito? Non è facile, vero?

In questa settimana di pura fiction calcistica, ho visto amici presi dal panico e riprendersi in un paio di giorni, chi è ricorso all’indifferenza, chi all’insulto (non approvo quest’ultima modalità, ma ognuno fa come crede, è un modo di sfogarsi). Se vuoi essere amato veramente e per sempre devi restare, devi scegliere Napoli, e sarebbe la scelta vera, perché ora conosci, ora sai. Ti ripeto: andartene è un tuo diritto, così come lo è quello della società di venderti per tutto il prezzo della clausola rescissoria. Ora veniamo alla destinazione eventuale. Te lo ricordi Juan Valdano, il tizio delle fragole? Sei stato bravo, fin qui hai seguito i suoi consigli. Sei stato in Spagna, hai lasciato perdere la Francia, e sei venuto al Napoli. Cosa ti direbbe, oggi, Juan? Credo che ti direbbe più o meno così:

«Resta a Napoli un altro anno, ragazzo. Trasforma il record in sentimento. Gioca la Champions con il Napoli, ragazzo. Guardali negli occhi, ti rispettano e ti somigliano. Dovresti restare, ragazzo. Un altro anno soltanto, farebbe la differenza. La scelta è tua, ragazzo. Hai meno possibilità della ruota azzurra. Vuoi partire, ragazzo? Allora, parti sul serio, vai in Inghilterra, ragazzo. Meglio Londra che Manchester. Andrà bene anche lì, eppure non sarà la stessa cosa. Ricorda, ragazzo, prima di decidere, pensa. Pensa rapido, come quando stai per calciare, hai poco tempo anche qui, dimostra di avere classe. Quando si calcia, ragazzo, tutto deve stare dentro quel tiro. Tutto.»

Questo è ciò che ti direbbe Juan. Ma Juan è fiction, l’ho inventato io, mi piace inventare storie e mi affeziono a ciò che invento. A Juan voglio bene, dovresti volergliene anche tu. La realtà è, però, un’altra cosa. Quello che ti dico io è solo un pensiero, mio soltanto, molto napoletano, pensiero che avevo già anticipato tre anni fa, quando in una poesia di benvenuto ti scrissi: “tuoi fino alla fine / fino a quando clausola / rescissoria non ci separi”.

ilnapolista © riproduzione riservata