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Dimaro report – Il cucchiaio di Insigne junior e la differenza tra Jorginho e Valdifiori

Terza giornata di allenamenti per il Napoli a Dimaro. Sarri non rinuncia alla tattica. Nella partitella, gol di Roberto Insigne e il confronto tra Jorginho e Valdifiori.

Dimaro report – Il cucchiaio di Insigne junior e la differenza tra Jorginho e Valdifiori
Jorginho

Dimaro. Il terzo pomeriggio del Napoli si apre con una non notizia: Albiol e Tonelli, così come Reina, non partecipano alla seduta di gruppo. Dalla tribuna stampa, i due difensori si vedono in palestra, impegnati in una danza coordinata di squat. Reina passa di nuovo sotto la tribuna, diretto pure lui nel tendone con gli attrezzi. Ormai, la sua sfilata è un must di Dimaro 2016.

Il Napoli si riscalda col pallone: torello, corsetta con la palla. Poi, il solito gioco aperitivo il cui “premio” agli sconfitti è la solita serie di flessioni. Stavolta, i tre gruppi devono esaurire i loro componenti con il possesso palla: il capofila porta palla in avanti, gira intorno alla sagoma e poi la passa indietro al calciatore che lo seguiva. Bello, dopo, vedere i calciatori lunghi in terra a sudarsi la sconfitta. Competitività divertente, se vogliamo dare un titolo all’immagine.

Dopo, l’immancabile appuntamento con la tattica. Mai, in questi tre giorni di ritiro, sono mancati esercizi tesi a migliorare la disposizione in campo della squadra di Sarri. Stavolta, l’esercizio stimola il posizionamento orizzontale della squadra. Due gruppi da dieci, schierati con lo schema 4-5-1 in fase di non possesso che diventa 4-3-3 nei momenti d’attacco, attaccano in alternanza la stessa porta. Prima, però, si muovono da destra a sinistra e viceversa, con spostamenti armonici. Il lato su cui accorciare è identificato da un colore che Sarri urla e chiama in alternanza. La ripartenza in avanti segue gli stessi principi, i soliti che vediamo da tre giorni qui a Dimaro: passaggi di prima, al massimo due tocchi; centravanti che fa da perno e fa salire la squadra, da una parte Gabbiadini e dall’altra Dumitru (gli unici attaccanti di ruolo a disposizione di Sarri). La differenza che si nota qui, rispetto all’anno scorso, è che l’area avversaria viene attaccata da molti calciatori. O meglio, da molti più calciatori. Era uno dei (pochi) problemi del Napoli 2015/2016, e si verificava solo nelle giornate di scarsa condizione fisica. Sarri pare voglia lavorare in questo senso, comunque.

Eccoci alla partitella, a due terzi di campo. Ovviamente, si gioca a non più di due tocchi. Al terzo è fallo, come se fosse fallo di mano. Come ieri, durante il gioco, la palla improvvisamente viene cambiata e lanciata dai dai preparatori sistemati ai lati del campo. La sfera viene appoggiata all’indietro, verso i difensori e sul lato debole in difesa: un modo per allenare la terza linea a situazioni di pressione avversaria. Durante la partitella, il tecnico richiama a gran voce chi sbaglia. Dà indicazioni, ferma il gioco e spiega cosa vuole.

Ci colpisce la differenza tra Jorginho e Valdifiori, un cavallo di battaglia napolista nella scorsa stagione. Le due squadre della partitella seguono sempre il principio della costruzione bassa tramite salida lavolpiana, con i due centrali difensivi che si aprono e lasciano lo spazio tra di loro al movimento del mediano, che viene incontro a cercare di giocare la palla. L’italobrasiliano lo fa benissimo, è il suo pane quotidiano. E poi i compagni lo cercano, e sono sicuri di trovarlo. Le caratteristiche di Valdifiori, invece, sono diverse. L’ex Empoli è più lento, meno mobile. Persino il gran gol che lo stesso Valdifiori realizza da fuori ci spiega che questo calciatore, pur bravissimo, abbia caratteristiche siano differenti da quelle di Jorginho. E quindi, automaticamente non compatibili con quelle del Napoli.

Segna anche Roberto Insigne, con un delizioso pallonetto di sinistro. Noi abbiamo sentito un fischio subito prima che la palla superasse la linea, ma ci piace immaginare che Sarri abbia comunque assegnato questo gol. E che, proprio a causa dei meriti per questa rete, Insigne abbia fatto una flessione in meno. Una sola, però. Non esageriamo.

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