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Studenti di Bolzano a Scampia: «Abbiamo capito che dalla camorra si guarisce tutti insieme»

Studenti di Bolzano a Scampia: «Abbiamo capito che dalla camorra si guarisce tutti insieme»

Jonas 24 anni: «È la seconda volta che ho il piacere di prendere parte a questo progetto, anzi di diventare parte di questa rete di resistenza, di questo moto di cambiamento. Tornare a Scampia, tornare a Napoli, tornare in contatto con la terra del Sud è per me una boccata d’aria. Una boccata d’aria che è al contempo uno schiaffo in faccia, uno schiaffo alla mia coscienza. Mi ricorda chi sono, tutta la mia rabbia, la mia voglia di lottare e di riscatto, la mia voglia di cambiamento».

Mathias 15 anni: «Si ritorna a casa dopo una intera settimana a Napoli. Una settimana di lavoro nei campi, di emozioni, una settimana che mi ha insegnato ad apprezzare di più tutto ciò che ho e che mi ha fatto capire che molte persone stanno peggio di me».

Mattia 15 anni: «Questa è una di quelle esperienze che difficilmente si vivono di nuovo. Arrivare in un posto come Scampia, dove si pensa che ci sia solo la delinquenza e poi vedere che ci vive una popolazione molto più unita e meno egoista della nostra e molto interessante».

Alexander 16 anni: «Questa esperienza mi ha fatto capire che l’unione fa la forza. Da soli non sarebbe mai stato possibile curare questa malattia della camorra ma insieme è possibile tutto».

Alessio 15 anni: «Questa esperienza mi ha fatto riflettere su molte cose. Per esempio sul lavoro di gruppo in situazioni difficili. E soprattutto mi ha fatto capire che tutti hanno una nuova occasione anche se in passato è stato fatto un errore».

Thomas 15 anni: «Un’esperienza che può non sembrare allettante all’inizio, si è rivelata un’esperienza che ha segnato nel profondo lasciando emozioni molto intense. Come dicevano in “Benvenuti al Sud” al Sud piangi due volte: quando arrivi e quando parti».

 

Sono i commenti degli studenti della seconda liceo scientifico dell’Istituto Rainerum e di alcuni ragazzi delle associazioni giovanili di Bolzano che hanno partecipato al campo estivo 2016 sul Fondo Rustico Amato Lamberti. Dal 15 al 21 maggio, all’interno dei percorsi dei progetti per la legalità, sostenuti dal servizio giovani della Provincia di Bolzano, il Vintola18, questi ragazzi sono stati fuori dal contesto in cui vivono e hanno conosciuto associazioni nuove che lavorano in un territorio che quotidianamente lotta contro politiche camorristiche e si attiva per trasformare un tessuto sociale in partecipazione attiva critica. Insomma, da Bolzano a Gomorra. Per una settimana.

Il percorso formativo ha voluto affrontare i temi della legalitá e della giustizia sociale, i ragazzi hanno osservato e partecipato in prima persona alle attivitá in difesa dei territori dalle ecomafie, hanno avuto l’opportunità di ascoltare le testimonianze dirette di storie di familiari di vittime innocenti della camorra.

I ragazzi si sono impegnati durante la mattina, insieme a Ciro Corona, responsabile del Centro Resistenza Anticamorra e gli altri operatori nel campo confiscato “liberato” di Chiaiano o alla ristrutturazione di un ex edificio scolastico, mentre nel pomeriggio sono stati accompagnati in un viaggio, nelle viscere del quartiere, nelle Vele, nel cuore della resistenza delle associazioni che da anni lottano per restituire la cittá ai suoi abitanti.

«Molti dei ragazzi sono partiti con dei pregiudizi – racconta Maria Lo Russo, una delle accompagnatrici dei ragazzi di Bolzano – Lì la mattina lavoravano nei campi confiscati alla camorra e nel pomeriggio assistevano a incontri di formazione e informazione sulla tematica delle mafie. Quando sono tornati, tutti avevano compreso cosa significasse vivere a contatto con la camorra e molti pregiudizi erano scomparsi».

Ma la volontà non è quella di fermarsi, “resistere”, come insegna Ciro e la sua esperienza e soprattutto coinvolgere sempre più persone. Per questo il Vintola18 ha pensato di realizzare un docu-film di questa esperienza da portare nelle scuole.

«Durante la settimana – prosegue Maria – siamo riusciti attraverso gli operatori dell’Associazione “Scampia Trip”, a riprendere le varie situazioni che incontravamo. Nel video ci saranno anche le testimonianze di varie persone che hanno deciso di intraprendere una nuova strada. Il montaggio verrà fatto da operatori di Bolzano, un progetto che vuole anche in questo senso unire le professionalità giovanili dal Nord al Sud. Ad ottobre si svolgerà l’evento finale del progetto con presentazione del docu-video, e se possibile lo spettacolo teatrale di Scampia Trip».

Un’esperienza dura, forse difficile per dei ragazzi di soli 15 anni, ma che ha sicuramente cambiato il loro modo di percepire, non solo Napoli e Scampia, ma anche tutto il loro mondo. Questo il commento finale di Maria.

«Qualcosa di nuovo si percepisce al rientro da Scampia. Innanzitutto finalmente il caldo e il sole… Ma più di tutto un cambiamento di prospettiva, di visioni. Voglia di esserci, di contare qualcosa, di cavalcare l’onda. Un intreccio tra le nuove generazioni del Nord e del Sud d’Italia. Si esce dai pregiudizi, grazie a un lavoro di resistenza e di connessioni profonde, di lavoro sul territorio, di scambi e incontri. Una vera Rete, che fa venire la pelle d’oca, in un mondo dove troppo spesso gli adulti non credono più nella forza rigeneratrice e critica dei giovani. Un processo che sarà senza dubbio lungo e difficile ma che passa attraverso lo scardinamento di logiche politiche, economiche e sociali. Unire culture e visioni di vita differenti per arrivare a costruire un dialogo produttivo. Le potenzialità dei ragazzi, le loro azioni, le loro fragilità e incomprensioni ora sono a noi molto chiare e utili per continuare questo cammino di Resistenza. Grazie di cuore a tutti, a voi ragazzi, a tutti voi napoletani, che ci insegnate il sorriso e l’accoglienza anche nelle situazioni più drammatiche e incomprensibili che la vita ci offre».
Queste il commento lasciato sui social da Maria Lo Russo al suo rientro da Scampia dove anche quest’anno, per la seconda volta, ha accompagnato alcuni ragazzi di Bolzano che hanno preso parte al progetto “Campo della legalità”.

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