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Horncastle su Insigne (e Conte): «Perché il ct dovrebbe dargli spazio»

Horncastle su Insigne (e Conte): «Perché il ct dovrebbe dargli spazio»

Abbiamo passato giorni interi, sul Napolista, a registrare adesioni al partito pro Insigne in Nazionale. Gli Europei sono entrati nella loro fase calda, quella a eliminazione diretta, eppure le iscrizioni non si fermano. Anzi, si allargano pure al contesto internazionale. Oggi, a fare l’appello a Conte, ci ha pensato James Horncastle direttamente da whoscored.com.

La natura di questo sito, orientato alla raccolta di statistiche, ci spiega subito contesti e contenuti dell’articolo. Dati, appunto, che dimostrano come l’inserimento di Insigne nella squadra titolare sia giustificato. O meglio: quanto sia inspiegabile il fatto che Insigne sia in panchina. Leggiamo: «Bastava una manciata di secondi, a Insigne, per fare quello che non era riuscito nessuno degli italiani in campo. Avere un colpo. Ha raccolto il pallone appena dentro la metà campo irlandese, è entrato nella loro difesa prima di tirare verso la porta. Per un attimo, ha ricordato Roberto Baggio contro la Cecoslovacchia a Italia 90. Solo che però ha colpito il palo. […] Il breve cameo di Insigne ha rappresentato uno dei pochi aspetti positivi per l’Italia. In mezzo a un gioco agricolo, con 40 falli e appena 695 passaggi riusciti, ha introdotto quello che mancava: la qualità». 

Poi, ecco le statistiche: in 16  minuti, Insigne ha giocato quattro palloni in meno di Zaza (90 minuti). Lo juventino ne ha giocati bene 10 in tutta la sua partita, il folletto di Frattamaggiore ha rilanciato fino a 14, con una media di 0,8 minuti per tocco di palla utile. La migliore di tutta la squadra.

Dopo questi dati, la domanda (retorica): «Come può l’unico calciatore italiano e il il primo calciatore dei cinque principali campionati europei ad essere arrivato in doppia cifra per gol (12) e assist (10), ritrovarsi così in basso nella gerarchia in una squadra l’Italia a corto di abilità tecnica?». Ce lo chiediamo anche noi.

Horncastle prova a rispondersi riprendendo e spiegando il discorso sulle esigenze tattiche di Conte, sull’incompatibilità di Insigne in un modulo 3-5-2. Eppure, anche secondo lui, questo non basta a spiegare un’esclusione tanto clamorosa e immotivata, soprattutto alla luce dei fatti stagionali (Insigne strepitoso nella prima parte della stagione, in calo nella seconda) e pure di quel poco visto in nazionale, a partire da Italia-Spagna di marzo fino alla breve apparizione contro l’Irlanda. Quindi, ecco la soluzione diplomatica: «Se il 3-5-2 è scolpito nella pietra – e così pare -, allora mi piacerebbe vedere Insigne giocare con Pelle. Conte vuole che i suoi attaccanti giochino vicini, e basta vedere la combinazione Zaza-Eder che ha portato il gol contro la Svezia per capire il motivo. Forse, la naturale inclinazione di Insigne nell’andare e venire dalla zona d’attacco spiega il motivo per cui Conte ha resistito a questa tentazione finora. Si lascerebbe Pellé isolato. Però è un peccato, perché a Insigne il ruolo di sostituto sta davvero stretto. Insigne libero. Il libero Magnifico». Non c’è bisogno di aggiungere altro. 

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