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La didattica dell’allegria alla scuola Nevio

La didattica dell’allegria alla scuola Nevio

«Noi ragazzi della Nevio/non vogliamo qui alcun premio/siam riuniti per rimare/e per poi anche cantare/del gran filo della storia/che arricchisce la memoria/quella antica coi suoi passi/che studiamo nelle classi».

Questo progetto didattico si chiama “A spasso nel tempo”. Ed è diventato uno spettacolino molto apprezzato dalla platea scolastica e dagli alunni-attori che hanno apprezzato l’idea davvero innovativa. Giusto, quindi, parlare di una piccola ma significativa rivoluzione didattica perché ha trasformato in realtà un sogno che sembrava irraggiungibile: studiare divertendosi e, soprattutto, rendendo partecipi gli studenti che in questo modo non si annoiano. I docenti e gli allievi della “Nevio” di via Manzoni hanno dedicato alcune ore di lezione alla musica, alla scrittura creativa, alla ricerca e alle attività di gruppo e in questo modo, cioè scherzandoci su, è stato portato a termine un percorso didattico che dalla 1E si è esteso ad altre classi coinvolgendo, in buona sostanza, la scuola nel suo complesso che è stata percorsa da un soffio di rinnovamento.

I ragazzi hanno fatto gruppo e hanno mostrato di apprezzare il progetto. Facciamo alcuni esempi per essere più convincenti. La lezione sugli antenati è stata svolta con il sottofondo della musica di Cajkovskij, con il motivo dei Watussi sono stati spiegati gli egizi (Siamo gli Egizi, grandissimi eroi), con quello di “guarda come dondolo” si è fatta amicizia con i popoli mesopotamici, poi è stato di nuovo il turno dell’immenso maestro Cajkovskij per gli ebrei (si disperdono per il mondo/ dove san fare di conto/portano gioie ma anche affanni) e, infine, sulle strofe de “i ragazzi del Pireo” si è chiuso in gloria con i greci.

«L’aula trasformata in laboratorio e in luogo di azione scenica – ha detto la professoressa Daniela Vellani che ha avuto l’idea e coordinato il progetto – non ha mai smesso il suo ruolo istituzionale perché le regole della metrica sono state applicate in maniera divertente, si è creato, si è provato, si è cantato, si sono fatte piccole traduzioni e si è anche ballato. Senza contare che i ragazzi hanno imparato la storia e, contemporaneamente, hanno socializzato e hanno migliorato le capacità linguistico-espressive, senza trascurare che in questo modo è stata anche superata l’ansia di esibirsi in pubblico».

Bene. Bravo. Bis. E complimenti ai ragazzi e alla equipe dei docenti che, oltre alla professoressa Vellani, è stata completata dalla docente di musica Luisa Rauccio e i docenti di sostegno Gabriella Villanis e Pier Paolo Liguori.  

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