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La Champions del Napoli è la vittoria pure della ‘Squadra degli invisibili’

La Champions del Napoli è la vittoria pure della ‘Squadra degli invisibili’

Nel celebrare la grande annata del Napoli, piena di record, non dobbiamo dimenticare il lavoro prezioso di una squadra che lavora nell’ombra, dietro le quinte, quasi invisibile per il grande pubblico e comunque determinante per far esprimere al meglio gli azzurri in campo.

Parlo degli uomini dello Staff del Napoli, dei preparatori, degli analisti, del personale medico. Persone il cui nome non appare quasi mai ma che con il proprio lavoro professionale hanno consentito agli azzurri di arrivare, non in riserva, in fondo a una competizione logorante come il nostro campionato. Abbiamo potuto conoscere per qualche minuto il secondo di Sarri, Francesco Calzona solo per la squalifica dell’allenatore di Vaggio.

Ecco quindi, come doveroso omaggio, la formazione della squadra invisibile (se non ci sono state defezioni non pubblicizzate):

–   Francesco Calzona – allenatore in seconda;

–   Francesco Sinatti, Corrado Saccone – preparatori atletici;

–   Alessandro Nista, Massimo Nenci – preparatori dei portieri;

–   Simone Bonomi – analista;

–   Dr. Alfonso De Nicola – responsabile sanitario;

–   Dr. Raffaele Canonico – medico sportivo;

–   Massimo Buono – riabilitatore;

–   D’Avino, Romano, Sannino – fisioterapisti;

–   Di Lullo – massaggiatore;

–   Starace – magazziniere

In particolare i preparatori atletici hanno fatto un grande lavoro. A parte un fisiologico periodo di calo durante il girone di ritorno, il Napoli ha corso tanto fino all’ultima partita. Non avevo mai visto correre così intensamente Hamsik, Ghoulam, Jorginho e tutti gli altri.

Merito della preparazione fisica forse dovuta anche al fatto che lo staff di preparatori era abituato a lavorare con squadre di seconda fascia che fanno della corsa la propria arma per la sopravvivenza. E che dire poi dello staff medico? Il lavoro dei medici ha permesso a Sarri di schierare quasi sempre gli stessi uomini senza subire infortuni muscolari.

Ora possiamo dirlo: il Napoli è la squadra che ha subito il minor numero di infortuni. E non solo quelli dovuti a traumi di scontri di gioco che sono fortuiti, ma quelli dovuti appunto a carenza di preparazione e cure mediche inadeguate. Abbiamo visto tante volte giocatori di altre squadre abbandonare il campo tenendosi dolorosamente quadricipiti o polpacci colpiti da traumi vari.

Per fortuna o programmazione, non abbiamo visto queste scene con giocatori azzurri protagonisti. Forse anche la scelta di un ritiro lungo a Dimaro, senza farsi allettare dai guadagni di tournée estive esotiche quanto dannose per la preparazione, ha contribuito a mantenere nel tempo una forma fisica eccellente.

Una infermeria quasi sempre vuota è un grande vantaggio nella gestione dei giocatori. Ora ci aspetta il delicato periodo del marcato quest’anno condizionato dalle regole che impongono parametri restrittivi nelle costruzione delle rose.

Più giovani e più italiani? Non sarebbe male. Quando vedo passare in sovraimpressione sullo schermo TV le formazioni delle squadre o i marcatori della giornata, spesso mi chiedo se sono in Italia o in un qualsiasi paese straniero dove gli italiani sono in minoranza.

Anni fa in Italia si prendevano solo giocatori stranieri di grande talento che aiutavano i nostri  ragazzi a crescere. Così nel Napoli Vinicio, Sivori e Altafini, Maradona e Careca, hanno aiutato la crescita di una banda di ragazzi italiani in gamba. A volte arrivano da noi stranieri in serie A che anni fa non avremmo fatto giocare nemmeno in IV serie. Speriamo in un’evoluzione positiva di questo fenomeno, anche per poter costruire nel tempo una Nazionale in linea con le nostre tradizioni.

Amen.

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