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Dalla notte del Dnipro alla serata Champions di Higuain. C’è pioggia e pioggia

Dalla notte del Dnipro alla serata Champions di Higuain. C’è pioggia e pioggia

E’ la notte tra il 14 e il 15 maggio, ma a guardare il clima da tregenda, fuori dalla finestra, non lo diresti affatto. C’è vento forte, la pioggia va e viene, si interrompe e ricomincia, fa un po’ come le pare. E’ una notte strana, talmente carica di significati che sembra non finire mai. Detta così, somiglia molto a quella di un anno fa. Ma è molto diversa, per fortuna.

Mi immedesimai terribilmente, dodici mesi fa, nel racconto di Gianluigi Trapani. Come lui, trascorsi insonne, con tanto alcol e il lugubre ululare del vento a farmi compagnia la notte simil-apocalittica del dopo-Dnipro; nella testa le immagini di una disfatta, nel cuore l’incredulità di chi non riusciva a farsi una ragione di un sogno infranto e come unico desiderio quello dell’oblio. Una mazzata dalla quale, come tifoso, dubitavo mi sarei ripreso. Oggi, il tumulto che accompagna l’anima e che su quel letto proprio non mi fa prendere posto è di natura radicalmente opposta. I tuoni si sovrappongono al ricordo del boato del San Paolo, il diluvio è quello di gol cui ci ha fatto assistere un alieno di nome Gonzalo Higuain. Il bicchiere stavolta non serve per annegare dispiaceri, ma per accogliere gioie e cullare il futuro. Un anno fa, l’horror vacui, la sgradevole sensazione che la Storia ci avesse mandato un treno su cui non eravamo riusciti a salire. Oggi, la meravigliosa consapevolezza di aver visto la Storia farsi davanti ai nostri occhi, in tutta la sua potenza. E la speranza che, magari, possa trattarsi solo di una tappa di passaggio e non di un punto di arrivo definitivo. Ma questo lo scopriremo solo tra qualche tempo. Per adesso, possiamo goderci una stagione entusiasmante, una Champions League ritrovata e un goleador argentino entrato nel Mito.

I trentasei gol di Higuain sono un segnale. Specialmente l’ultimo, che reca in sé del soprannaturale. Ad indicarci che i limiti esistono per essere superati, che anche le imprese più grandi e impensabili possono essere realizzate, che la forza di volontà può fare autentici miracoli. Che qualsiasi delusione, anche la più cocente, anche quella che ti coglie di sorpresa, nudo e indifeso, una notte di metà maggio, può essere lasciata alle spalle e che c’è sempre la possibilità di un riscatto, spesso ben prima di quanto si pensi. E che il meglio, forse, deve ancora venire. “Ma questo è un film!”, ha urlato Maurizio Compagnoni a Sky dopo il gol del record. No, per fortuna è qualcosa di più concreto, di molto più tangibile, per dirla come Maurizio nostro.

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