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Il Mattino ripropone la solfa del valore salvifico del calcio a Napoli

Il Mattino ripropone la solfa del valore salvifico del calcio a Napoli

Il calcio come speranza o rinascita civile e civica: è un fenomeno provinciale che accade solo a Napoli e interrogarsi in merito è da sempre esercizio del pensiero Napolista. Stavolta il punto di partenza sono i quotidiani di oggi, lunedì 16 maggio. Dividiamoli per città.

1) A Torino, il tradizionale quotidiano più letto è “La Stampa”, di proprietà della famiglia Agnelli, quindi anche house organ bianconero. Anche lì si vota e stamattina sulla prima pagina non c’è un editoriale, un commento o un corsivo sul modello Juventus applicato alla politica cittadina. Neanche una letterina di qualche lettore nella pagina apposita. Eppure una macchina da cinque scudetti consecutivi e una finale di Champions potrebbe generare dibattiti socio-politici e socio-economici per settimane, se non per anni. Il modello Agnelli-Marotta, il modello Juventus Stadium, il modello Allegri, il modello Buffon-Chiellini-Barzagli-Bonucci. Diciamolo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non solo. L’amministrazione uscente di Piero Fassino è bersaglio di critiche e di polemiche e il Pd ha l’incubo del ballottaggio con la grillina Appendino, figlia dell’alta borghesia sabauda. Insomma, i problemi non mancano, la politica latita ma nessuno ha scritto “La città-squadra e la lezione del sacrificio”, prendendo spunto dall’ultima trionfale stagione.

2) A Milano, ovviamente, il giornale da sfogliare sul tram o nel bar è “Il Corriere della Sera”. Anche a Milano ci sono le elezioni e l’incertezza dello scontro tra Sala (centrosinistra) e Parisi (centrodestra) avrebbe potuto scatenare un dibattito parallelo sulla mediocrità quasi fallimentare delle stagioni di Inter e Milan. Tanti gli spunti possibili, compreso il crepuscolo berlusconiano, sia politico sia calcistico. Ma sulla prima pagina del “Corsera” non c’è nulla, nemmeno un trafiletto intitolato “La città-squadra e la lezione del sacrificio”.

3) A Roma c’è “Il Messaggero” e la scalata di Spalletti avrebbe potuto ispirare un elogio del modello Tronca, il commissario arrivato dopo il disastro di Mafia Capitale e la resistenza fallita di Ignazio Marino. Per la serie: “Il Campidoglio e Trigoria, un’altra politica è possibile”. Al contrario, la catastrofe laziale sarebbe stata l’ideale per invitare il Pd che sostiene Giachetti a uscire dalle guerre dello spogliatoio e pensare al bene comune. Abbiamo letto anche “Il Messaggero” con la speranza di trovare un commento intitolato “La città-squadra e la lezione del sacrificio”. Ma non c’era.

4) A Palermo, la lettura più diffusa è quella del “Giornale di Sicilia”. Lì non si vota, ma l’emergenza è perenne. E la clamorosa salvezza dei rosanero all’ultima giornata avrebbe potuto partorire parole forti per rilanciare la lotta alla mafia. Ovviamente, per la serie: “La città-squadra e la lezione del sacrificio”. Incredibile a dirsi, visto che siamo al Sud, il pezzo non è venuto in mente a nessuno.

5) Veniamo a Napoli, finalmente. La stagione ha portato il secondo posto, la Champions League, il record di Higuain e tante cose belle, come i sessantamila di sabato sera. Un esempio per tutta la città. Al “Mattino” non si sono lasciati scappare l’occasione e stamattina c’è un commento dalla prima pagina di Giuseppe Montesano. Scrive: “Il pallone: un simbolo che a volte ha racchiuso le sole speranze rimaste”. La politica prenda esempio dal calcio. Vogliamo stare al gioco? Stiamoci: Montesano un po’ mistifica nella sua retorica, perché ovviamente il bersaglio è Luigi de Magistris, un’onta che la città-mondo non merita. A Napoli esistono solo la camorra e la corruzione. Non i turisti o quel sentimento inedito ribellista e sudista incarnato dall’attuale sindaco. Quante da cose da raccontare, ma lo stereotipo del calcio che insegna alla politica è troppo ghiotto. Ogni volta mi riprometto di mandare a Max la prefazione di Luigi Compagnone buonanima alla storia del Napoli di Peppino Pacileo, pace anche all’anima sua, contro il valore salvifico del calcio a Napoli. Dopo Compagnone, l’ultimo a dirlo è stato Rafa Benitez che appena arrivato capì tutto e disse: “Napoli sbaglia a sentirsi una città diversa dalle altre”. Oggi, invece, Montesano si spinge fino alla città-mondo. Alessandro Barbano, che guida il quotidiano, è un bravo direttore. A differenza dei suoi predecessori è l’unico che ha innovato il giornale. Tranne nella fatidica lettura del calcio come speranza di una città. A proposito, il commento di Montesano s’intitola: “La città-squadra e la lezione del sacrificio”.

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