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Sarri, De Laurentiis e il Napoli: come un fumetto di Nick Carter

Sarri, De Laurentiis e il Napoli: come un fumetto di Nick Carter

“Tutto è bene quel che finisce bene”. “E l’ultimo chiuda la porta”. Finisce come un’avventura di Nick Carter il tormentone sul rinnovo del contratto che lega Maurizio Sarri al Napoli. Ha prevalso il buon senso e il bene dell’azienda Napoli. Aurelio De Laurentiis ha evidentemente compreso che quelle opzioni annuali fossero un peso eccessivo per l’allenatore toscano. Un contratto che avrebbe inficiato la serenità di Sarri e quindi dell’ambiente. Il contratto è stato modificato. Un triennale, a quanto pare. Con un ingaggio raddoppiato rispetto allo scorso anno (1,5 milioni contro 750mila euro) e una serie di bonus legati al campionato e alla Champions.

Diciamo la verità, l’informazione sportiva non ne esce benissimo. Per stare alla metafora fumettistica, il giornalismo incarna la figura di Stanislao Moulinski nemico sempre battuto da Nick Carter. Ma non è solo responsabilità dei giornalisti, il malumore di Sarri serpeggiava da mesi, dal suo staff non facevano nulla per tenere a freno l’irritazione per un’anomala modalità contrattuale. Certo, da qui a ipotizzare che si potesse giungere a una rottura ce ne correva. La mancanza di notizie, di informazioni, finisce con l’essere un tana libera tutti e si perde di vista l’orizzonte della ragionevolezza. Con conseguente figura non proprio da ricordare. Rileggere i quotidiani di questa mattina ma anche dei giorni scorsi potrebbe indurre più di un lettore al sorriso.

Da buon dirigente d’impresa, De Laurentiis ha badato al bene della propria impresa. E ha capito che quelle clausole avrebbero potuto creare un impedimento alla crescita del Napoli e al raggiungimento degli obiettivi. Ha esercitato l’opzione perché, ovviamente, doveva trattare con Sarri avendo la forza contrattuale dalla sua. È del tutto naturale. 

Il Napoli si è messo alle spalle uno dei due problemi di fine stagione. L’altro è quello legato alla permanenza di Gonzalo Higuain. Siamo fiduciosi che anche in questo caso prevarrà la ragionevolezza. Che potrà essere spazzata via solo da un’offerta monstre da 94,5 milioni che farebbe scattare la clausola rescissoria.

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