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Napoli troppo nervoso. Non perdiamo la testa e ripartiamo dal Sarri post-partita

Napoli troppo nervoso. Non perdiamo la testa e ripartiamo dal Sarri post-partita

Il Napoli perde a Udine e perde male. Tre a uno al termine di una partita nervosa in cui i friulani hanno sicuramente giocato meglio, con un arbitraggio che farà discutere ma che alla fin fine non ha inciso più di tanto. Due rigori concessi all’Udinese (c’erano entrambi, uno parato da Gabriel), le espulsioni di Sarri e Higuain (molto nervoso l’argentino) e una papera del portiere chiamato a sostituire Reina, un infortunio decisivo per il secondo vantaggio dell’Udinese alla fine del primo tempo. Nella ripresa, di fatto, non c’è stata partita. Terzo gol di Thereau, il Napoli non ha mai praticamente tirato in porta. Farà discutere l’arbitraggio di Irrati che è stato fiscale nella prima ammonizione a Higuain che poi però ha scalciato un avversario e dopo il rosso ha anche messo le mani in petto all’arbitro con quelle escandescenze finali, trascinato dai compagni fuori dal campo. Adesso il Napoli non deve commettere l’errore di perdere la testa. Il campionato non è ancora finito, sia per quel che riguarda il primo posto sia per quel che riguarda il secondo che vale la Champions diretta. Le uniche recriminazioni arbitrali accettabili possono essere riferite al differente metro adottato in medesime situazioni in partite diverse, come ad esempio le ammonizioni in occasioni dei falli da rigore. Ma l’arbitraggio di Irrati in sé non ha nulla di scandaloso.

Il Napoli ha giocato peggio dell’avversario. Capita, è capitato, dopo tantissimo tempo. Forse dalla sconfitta di Bologna. È la quarta volta in questo campionato che il Napoli perde (Sassuolo, Bologna, Juventus, Udinese), sempre fuori casa. Oggi è francamente impossibile allestire qualsivoglia processo. Sia perché la stagione non è finita, sia perché fin qui è stata vissuta da protagonisti. Risulta poco comprensibile l’eccessivo nervosismo con cui il Napoli è entrato in campo. Non sappiamo quanto sia dipeso dalle polemiche della settimana per Higuain e quanto dalle continue polemiche di fondo per gli arbitraggi. L’espulsione di Sarri a metà primo tempo è stata una spia del disagio. E in questi casi l’allenatore dovrebbe rassicurare, infondere calma. Ma Sarri ha tanti di quei meriti per la stagione del Napoli che non c’è granché da dire. E nelle dichiarazioni del post-partita è stato perfetto. Da sempre, dimostra di soffrire le vigilie. Dopo la gara è molto più lucido. Lo ha dimostrato anche oggi. 

L’Udinese ha giocato un’ottima partita. De Canio l’ha impostata con Zapata davanti a duellare con Koulibaly, alle sue spalle Fernandes e Thereau e soprattutto lo svizzero Widmer a destra che è stato il castigatore degli azzurri. È entrato nelle azioni che hanno portato ai due rigori, ha fornito lui l’assist a Thereau per il terzo gol. Ha fatto molto male al Napoli, assieme al portoghese Fernandes e a Badu. Il Napoli, invece, è parso stanco, molle sulle gambe, ben controllato a centrocampo dove i friulani hanno spento la luce Jorginho (ha toccato 85 palloni in tutta la partita, forse record negativo per lui) e arginato Hamsik. In una occasione Higuain si è ridestato e ha segnato un gran gol di destro dal limite dell’area, il trentesimo del suo campionato. La rete del momentaneo 1-1 a metà primo tempo. 

L’Udinese è andata in vantaggio al 13esimo su rigore per fallo di Koulibaly su Badu. Rigore netto, Koulibaly ammonito. L’azione è partita da Widmer. In porta c’è Gabriel che sibutta dal lato giusto ma la palla gli passa sotto la pancia. A metà primo tempo, quindi, si è sull’uno a uno. Ma la gioia –seppure effimera – del Napoli dura un minuto. L’Udinese conquista il secondo rigore, ancora una volta da destra, ancora una volta con Widmer; stavolta il fallo è direttamente su di lui. Di nuovo rigore: Fernandes cambi lato, stavolta incrocia di destro, ancora rasoterra, ma lo psicologo Gabriel si tuffa ancora dalla parte giusta e respinge.

Il peggio sembra essere passato ma il Napoli non riesce a sfoderare il suo consueto gioco. È macchinoso. Ben controllato a centrocampo e poco attento mentalmente. Da corazzieri il duello tra Duvan e Koulibaly. E nel finale di tempo è proprio il centravanti in prestito ad approfittare di un errore di Gabriel che controlla male un retropassaggio di Ghhoulam e insegue Zapata fino al lato corto dell’area da rigore: cross e e gol in rovesciata di Fernandes a porta vuota.

Nel secondo tempo, il Napoli di fatto non rientra in campo. Non si rende praticamente mai pericoloso. E al 57esimo subisce il terzo gol. Widmer, ancora lui, crossa per Thereau che fa gol in stile kung fu. Una serie di cambi non mutano l’inerzia della partita. Il Napoli non sembra avere le energie e la freschezza mentale per ribaltarla. Higuain comincia a mostrare il suo nervosismo. Getta la palla a terra e viene ammonito, poi scalcia un calciatore dell’Udinese e viene nuovamente ammonito. Espulsione e reazione nervosa di Higuain che ricorda quella di Pasquale Bruno in un derby torinese del Novecento. Il Napoli conclude la partita in dieci uomini. Un pomeriggio da dimenticare che però viene reso meno amaro dalle frasi di Sarri negli spogliatoi: «Da questa partita dobbiamo uscire con più rabbia perché vogliamo diventare nel giro di pochi anni la squadra più forte d’Italia». Impossibile non sottoscrivere.

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