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Il caso (rientrato) della Spagna esclusa da Rio: regna il caos nel basket mondiale

Sembrava essere arrivata la notte della resa dei conti nel basket: da una parte la Fiba, dall’altra una delle nazionali più forti della palla a spicchi, la Spagna campione d’Europa in carica. Con in mezzo, ovviamente, l’Uleb. La bomba scoppia in serata, con un tweet del Mundo Deportivo che è stato in seguito rimosso (lo trovate qui, riportato da Vavel Italia). E che annunciava il provvedimento della Federbasket internazionale nei confronti di quella spagnola: niente Olimpiadi di Rio.

Alla fine, tutto è rientrato. Il giornale spagnolo ha per l’appunto cancellato il cinguettio e pubblicato un articolo in cui spiega che quella di una Spagna fuori dal tabellone di Rio potrebbe essere un’eventualità non troppo lontana dalla realtà. Nel testo, infatti, si legge che la Fiba sarebbe decisa a escludere la Roja dai prossimi Giochi Olimpici se i club della Liga Acb non dovessero rinunciare alla partecipazione alla ormai celeberrima Eurocup. Il Comitato Esecutivo della Federazione internazionale, riunitosi ieri a Ginevra, ha approvato (com’era nelle previsioni) la linea dura del Segretario Generale Patrick Baumann rispetto a una vicenda davvero intricata. 

Il Napolista ha già spiegato la situazione in questo articolo, ma la ripetiamo qui velocemente aggiungendoci anche un inquadramento storico: l’Euroleague ed Eurocup, equiparabili alla Champions e all’Europa League della Uefa, sono gestite dalla Uleb, acronimo di Union des Ligues Européennes de Basket-ball, consorzio di leghe europee e quindi soggetto privato rispetto alla fedreazione internazionale. Che quest’anno aveva deciso di riappropriarsi del grande basket internazionale per club organizzando nuove competizioni a cui potessero partecipare le meglio piazzate dei campionati europei. Il nome di quella principale non era proprio fantasioso: Champions League. 

Contestualmente, l’Uleb annuncia di voler diminuire il numero di squadre partecipanti alle proprie competizioni: da 32 a 16 per l’Eurolega, da 34 a 24 per l’Eurocup, con l’accesso basato sul sistema delle licenze pluriennali. Ovvero, un metodo non meritocratico rispetto ai campionati nazionali, un po’ come paventato per l’eventuale Superlega del calcio europeo. Se la Fiba inizialmente aveva deciso di far disputare le sue competizioni in parallelo a quelle della Uleb, ecco poi il tentativo di sottrarre i grandi club all’Eurolega. Come? Attraverso una lettera di diffida inviata alle federazioni a cui appartenevano le squadre “ribelli”. In soldoni: voi decidete di partecipare comunque a Eurocup ed Eurolega e snobbate i nostri tornei nuovi di zecca? E noi vi sospendiamo le selezioni nazionali. Intanto per l’Europeo 2017, che è un provvedimento-minaccia a più di un anno dalla manifestazione. E poi, magari, dalle Olimpiadi. Si sta discutendo proprio su questo, ora. Poi è arrivato il tweet del Mundo Deportivo, ancora dopo una silenziosa marcia indietro e un articolo riparatore. Ma si sa, in amore e in guerra tutto è permesso. Soprattutto ai mezzi di informazione.

Soprattutto, poi, se parliamo di una guerra che va avanti da decenni. La Uleb, infatti, è stata fondata nel 1991 con il chiaro ed espresso principio di mettere pressione alla Fiba in relazione alle competizioni internazionali per club. La missione si compie a metà nel 2000, quando avviene un vero e proprio scisma: nella primavera del 2001, infatti, ci sono due squadre Campioni d’Europa, perché un po’ di club sono rimasti fedeli al passato e gli altri hanno sposato il futuro. Una squadra vince nell’Eurolega Uleb, un’altra trionfa nella Suproleague organizzata dalla Fiba. Nel torneo Uleb, vincono gli italiani della Virtus Bologna.

Per la stagione successiva, l’obiettivo iniziale è totalmente raggiunto: la Fiba e la Uleb si accordano, ma i club sono in una posizione dominante e dettano le loro condizioni. Che riguardano soprattutto il sistema di accesso alla competizione nuova di zecca: addio al sistema paneuropeo della Coppa dei Campioni, spazio a un gruppo di squadre con licenza pluriennale e qualificazione garantita al primo turno della manifestazione. La nuova Eurolega non piacerà tanto ai puristi dello sport, ma coinvolge i club, accende gli appassionati e finisce per crescere. Fino a destinare la bellezza di 36 milioni di euro in premi di partecipazione. Niente male, per il basket. Sarà poi la volta della seconda coppa europea per club (nel 2002 nasce l’Eurocup), a cui la Fiba accoppia dal 2003 un’ulteriore competizione, l’EuroChallenge, soppressa l’anno scorso per far spazio alla nuovissima Fiba Europe Cup. Siamo arrivati alla fine e alla cronaca dei nostri giorni: la Fiba partorisce l’idea di una nuova Champions League che fa saltare il banco di un equilibrio comunque precario. Da sempre. E che oggi sembra ben lontano dal poter tornare quantomeno stabile.

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