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Altro che Superlega: ecco la nuova Champions con più posti e più partite per le big

Altro che Superlega: ecco la nuova Champions con più posti e più partite per le big

Ecco che allora la minaccia della Superlega, nata qualche settimana fa dopo l’incontro segreto (?) tra le Big Five della Premier League, mostra la sua vera natura: non tanto la creazione di una lega separata, parallela o comunque distaccata dall’Uefa, ma una modificazione sostanziale dei criteri d’accesso e di svolgimento della Champions League, ora aperta anche ai piccoli club dopo l’interregno di Platini al vertice del calcio europeo.

L’idea sarebbe quella di rimettere indietro l’orologio di una quindicina d’anni: a inizio anni 2000, infatti, la Uefa tentò (per tre stagioni) l’esperimento di una doppia, massacrante fase a gironi: la prima a 32 squadre, la seconda a 16. Poi quarti, semifinali e finale. Milan-Juventus, finale dell’edizione 2003, venne fuori proprio da questa doppia tornata di gironcini all’italiana, ma quella fu l’ultima edizione in cui venne adoperata questa formula. Nel 2003/2004, infatti, si passò agli ottavi di finale in turni di andata e ritorno.

Oggi, il progetto è di creare una seconda fase round robin dopo la prima, sempre prevista a 32 squadre. Ci sarebbero due gironi da otto squadre, in modo da aumentare gli incroci tra top club e quindi massimizzare i profitti. La seconda faccia della medaglia riguarda le credenziali d’accesso, che Platini rese stringenti pure per i grandi campionato in modo da accaparrarsi i voti delle federazioni più piccole: un maggior numero di posti per le grandi leghe, magari pure a partire dai preliminari agostani, in modo da rendere minime le possibilità di ingressi wild al tabellone principale. Questo potrebbe attuarsi attraverso le assegnazioni di wild card permanenti o di durata pluriennale (per la prima fase a girone) e il “risarcimento” verso i club più piccoli: magari una doppia retrocessione in Europa League, con il travaso delle due eliminate nella seconda competizione europea.

Ovviamente, tutto questo ambizioso progetto avrà delle forti ripercussioni sui calendari interni e su quelli delle selezioni nazionali. Infatti, sembrerebbero necessarie una riduzione del numero di squadre iscritte ai campionato nazionali (condizione necessaria per eliminare i turni infrasettimanali) e del quantitativo di partite di coppe nazionali (soprattutto in Inghilterra e Francia, nazioni che hanno anche una Coppa di Lega), ma anche una totale abolizione degli International Break destinati alle squadre nazionali: in questo senso, il progetto è quello di spostare l’intera attività a fine stagione, in un periodo che va da maggio a giugno. Europei, Mondiali e qualificazioni negli anni dispari. 

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